Nato a: Trani (BA)
Il: 07.04.1983
Nazionalità: italiana
Altezza: 183 cm
Peso: 74 kg
Ruolo: Difensore
Palmares: -
Club Scuola:Melfi
E’ l’ultimo acquisto della (breve) «era Galli», Vito Di Bari arriva allo scadere del calciomercato del gennaio 2008 a coronamento di una campagna acquisti basata più sulla quantità che sulla qualità. Tutto sommato l’arrivo di Di Bari non è nemmeno troppo casuale: serviva un difensore che sapesse fare il terzino e siamo stati «accontentati».
Ma questo Di Bari, da dove viene? Chi è? Quali sono le sue referenze?
E’ un onesto calciatore di serie C, viene dal sud, non vanta un particolare palmares e per lui giocare nel Verona è un sogno. Praticamente tutto il contrario dei giocatori già in rosa all’Hellas: chi ha fatto la serie A, chi ha fatto la serie B, chi è stato bomber, chi è stato il pallino dei vari mister...tutta gente iper-referenziata che sta portando l’Hellas Verona nell’ultimo girone dell’inferno, tra Giuda, Bruto e Cassio.
Tra le tante non-referenze di Di Bari c’è anche un tabellino non certo confortante visto che il nostro Vito non ha praticamente mai giocato un campionato intero, sballottato tra panchina e tribuna e qualche manciata di presenza ogni tanto. Inutile girarci tanto attorno: Galli ha comprato un panchinaro.
Di Bari viene buttato nella mischia nella partita della vita contro il Legnano e gioca metà tempo da brivido. Regala all’avversario un gol e al pubblico delle giocate che avrebbero fatto la fortuna della rubrica «Vai col Liscio» dei Mai Dire Gol anni ’90. Come sommo dileggio viene sostituito dopo soli 35 minuti del primo tempo. Praticamente un disastro davanti al pubblico delle grandi occasioni. Come rimediare? Testa bassa e impegno in allenamento in attesa di una nuova occasione.
Occasione che arriva dopo qualche settimana a Busto Arsizio, Di Bari entra per giocare l’ultima mezzora e allo scadere si incarica di battere una preziosa punizione dal limite. Botta non potente ma tanto basta per ingannare il portiere che non trattiene e per segnare il gol che significa prima vittoria in trasferta. A fine gara un Di Bari raggiante si può permettere anche di citare Roberto Baggio: «a volte basta tirare in porta… al resto ci pensa il portiere!» .
Insomma, questo panchinaro così tanto sbeffeggiato nelle settimane precedenti si è preso una bella rivincita. La cosa bella è che Vito Di Bari non è ancora contento. A Monza entra ancora dalla panchina per giocare una parte del secondo tempo e segna ancora questa volta con un tap-in di rapina ad un metro dalla porta. Secondo gol, seconda vittoria in trasferta.
Oltre ai gol Di Bari in campo dà sempre prova di grande generosità, sia che giochi centrale o terzino sinistro.
Un grande allenatore tempo faceva notare che fare il panchinaro non è assolutamente una cosa facile. Sai che non parti titolare, sai che forse non entrerai nemmeno sul campo e se te ne sarà data l’occasione sarà solo per una manciata di minuti. Sai che però quella manciata di minuti è l’unica tua opportunità per metterti in mostra. Sai che devi dare tutto e di più, anche per i compagni che sono stanchi. Eppure il tuo impegno settimanale deve essere impeccabile.
Insomma, non tutti sono adatti per fare le riserve.
Vito Di Bari invece, dal basso delle sue referenze, sembra essere un panchinaro coi fiocchi e con la sua umiltà è stato determinante più di tanti altri «nomi» che vestono la stessa casacca.
Vogliamo battezzarlo per l’occasione il panchinaro-killer perché quando gioca, lui lascia sempre il segno.
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