Nato a: Santa Fè (Arg)
Il: 20.05.1985
Nazionalità: argentina
Altezza: 180 cm
Peso: 75 kg
Ruolo: Attaccante
Palmares: 1 campionato di Prima Divisione (Gubbio 2010/11), 2 promozioni in serie A (H. Verona 2012-13, 2016-17)
Club Scuola: Victimas del Viernes (Arg)
Juan Ignacio Taleb Gomez, nato a Santa Fe il 20.05.1985, approda in Italia a 19 anni, dopo essere stato scovato nel Primer Campeonato de Futbol de Zona Norte dalla squadra del Victimas del Viernes, e gioca una buona stagione in serie D con il Ferentino (provincia di Frosinone), guadagnandosi l'attenzione della Triestina. Il salto in serie B lo trova ancora immaturo (nel 2005/06 scende in campo solamente in 8 spezzoni di partita) e così nell'estate 2006 Gomez ricomincia in prestito dalla C2, nel Bellaria. La stagione è discreta per la squadra (dodicesimo posto per una salvezza tranquilla) ma non particolarmente esaltante per Gomez, che colleziona 2 gol in 22 gare. Curiosamente, tra i compagni di reparto nel Bellaria c'è anche Emanuele Giaccherini, autore pure lui di un'annata sfortunata (2 reti nelle sole 7 gare disputate) e destinato però ad una rapida ascesa nei campionati successivi prima a Pavia e poi a Cesena.
Gomez, che viene impiegato da centrocampista avanzato di fascia o da seconda punta, si mette in luce nella stagione successiva, siglando 7 gol in 32 partite e contribuendo a far raggiungere al Bellaria il suo miglior piazzamento di sempre, con un settimo posto in C2. E' così che nell'estate 2008, Nardino Previdi lo acquista con la formula della comproprietà per inserirlo nel nuovo Verona affidato a Remondina, dopo una drammatica stagione culminata con la salvezza in extremis nello spareggio di Busto. La prima avventura in gialloblu di Gomez è ampiamente nota ai tifosi scaligeri: chiuso in avanti da Girardi, Tiboni e Scapini (cui si aggiunge Rantier a partire dal gennaio 2009), l'argentino è costretto a ricoprire il ruolo di rincalzo. L'unico momento di gloria arriva per lui il 14 dicembre 2008, quando mette a segno all'83º la rete decisiva del 2-1 interno sul Monza. Nel corso del campionato trova anche il gol dell'inutile 1-2 casalingo con il Ravenna (al 93º) e la quarta rete su rigore nel 5-0 rifilato in trasferta al malcapitato Legnano il 26 aprile 2009. Decisamente poco nel bilancio complessivo della stagione, tanto che Hellastory gli assegna nel pagellone di fine anno un'insufficienza senza attenuanti.
L'estate 2009 vede una nuova rivoluzione in casa gialloblu: alla guida della squadra rimane Remondina, ma il ds Bonato rinnova completamente la rosa dei giocatori. In attacco arrivano Berrettoni, Ciotola, Colombo, Farias e Selva, mentre se ne vanno Tiboni, Girardi ed Anaclerio. Gomez è tra gli unici a rimanere, insieme a Rantier e Scapini, ma per lui gli spazi si assottigliano ulteriormente. In campionato colleziona solo 160 minuti in tutto il girone d'andata, nonostante le buone prestazioni in Coppa Italia di Lega Pro (doppietta nel 6-0 al Como e gol su rigore contro il Lumezzane). Quando nel gennaio 2010 l'Hellas ingaggia anche Francesco Di Gennaro, è chiaro che per l'attaccante argentino non c'è più spazio ed è così che arriva il prestito al Gubbio. Nonostante Gomez rimanga ancora formalmente di proprietà del club scaligero, la sua avventura gialloblu sembra conclusa: la squadra di Remondina guida il proprio girone di Prima Divisione ed il «declassamento» nella piccola Gubbio in Seconda Divisione suona per Gomez come una bocciatura definitiva. La storia, nel successivo anno e mezzo, scrive però per l'attacante argentino delle pagine impreviste. In Umbria Gomez trova una squadra che sta lottando per la zona play off; l'ambiente è tranquillo e dà subito fiducia al giovane argentino. Fiducia che viene ripagata: dopo un ottimo mese di gennaio ed una flessione tra febbraio e marzo, il Gubbio chiude alla grande la stagione, conquistando il terzo posto e vincendo i play-off. L'apporto di Gomez è fondamentale: non solo per le 3 reti segnate nelle 15 partite della stagione regolare ma soprattutto per il suo contributo nei play off. Il Gubbio infatti supera in semifinale il Fano con due vittorie per 2-1, nella seconda delle quali Gomez segna il gol decisivo e poi sorpassa il San Marino vincendo 2-0 la gara caslinga (secondo gol di Gomez) e bissando il successo con lo stesso risultato anche in trasferta. Gomez è in scadenza di contratto con il Verona, ma Siciliano, con una mossa lungimirante, lo «costringe» a rinnovare con l'Hellas, prima di cederlo nuovamente in prestito al Gubbio.
Il resto è storia recente: la formazione umbra, neo-promossa in Prima Divisione, guidata in panchina dall'ottimo Torrente e «pensata» da Gigi Simoni, diventa ben presto la rivelazione del girone del Verona. Dopo il pessimo esordio a Cremona (sconfitta per 1-5), il Gubbio infatti inizia a trovare via via confidenza con la nuova categoria mettendo in mostra un'ottima organizzazione di gioco e collezionando una straordinaria striscia di 8 vittorie consecutive tra il 7 novembre 2010 ed il 9 gennaio 2011. Gomez viene inizialmente impiegato come esterno sinistro nel 4-3-3 di Torrente, scambiando però spesso la propria posizione con quella dell'attaccante centrale. La facilità dimostrata nel ricoprire anche la posizione di punta spinge Torrente a schierarlo con sempre maggior frequenza come centravanti, per dare la possibilità a Gomez di godere di molte più occasioni. La cosa funziona e con il passare delle giornate Gomez si stabilizza al centro dell'attacco del Gubbio, diventando l'autentico trascinatore degli umbri. Il Gubbio raggiunge il primo posto in classifica alla 16º giornata, senza lasciarlo più. Gomez chiude il girone d'andata con 11 gol, capocannoniere insieme a Cipriani. Al termine della 24º giornata il Gubbio arriva ad avere addirittura 10 punti di vantaggio sulla seconda (19 in più del Verona, che nel frattempo annaspa al 10º posto). Di lì in poi la squadra umbra subisce una fisiologica flessione ma riesce comunque a terminare il campionato al primo posto, conquistando la promozione matematica con un turno di anticipo. La promozione infatti arriva alla penultima giornata, con la vittoria interna per 3-1 contro la Paganese. Ancora una volta il protagonista è Gomez, strepitoso in occasione della rete del 2-0 (percussione centrale in dribbling conclusa con un tiro potente sotto la traversa) ed autore del rigore del 3-1 finale. L'argentino segna anche nell'ultima gara con una bellissima conclusione «alla Del Piero» preparata da un gran controllo di suola e chiude il campionato con 18 reti (secondo marcatore del girone dopo Paulinho). Le immagini dei suoi gol (http://www.youtube.com/watch?v=Bfhkxm820z4) mettono in mostra il repertorio di un attaccante ormai maturo e completo: dribbling, ottimo controllo di palla, coordinazione, opportunismo, colpo di testa e facilità di calcio con entrambi piedi. A testimoniare questa varietà di giocate sono anche i numeri: 5 reti su rigore (calciati col destro), 4 gol di testa (di cui 2 contro il Verona), 5 gol su azione con il sinistro e 4 su azione con il destro.
Dopo la definitiva esplosione per Gomez ora arriva il compito più difficile, ossia quello di confermare la propria maturità calcistica in una piazza esigente come quella gialloblu nel difficile campionato di Serie B. Gigi Simoni, che certamente di calcio se ne intende e che lo ha salutato con rammarico dalla «sua» Gubbio, di lui ha detto che si tratta di un giocatore di alta fascia anche per il campionato cadetto. Lo stesso Gomez appare entusiasta di questa nuova opportunità, tanto da aver dichiarato in un recente intervista a L'Arena: «Bello che il Verona abbia voluto tenermi. Di sicuro ci speravo, ma non potevo esserne certo. Ci rimasi un po' male quando la società mi disse di avermi prestato al Gubbio. Chi gioca nell'Hellas non vorrebbe mai lasciarlo. Almeno per me è così. Sapere di restare mi dà grande carica». Nessuna paura insomma della pressione del «tempio gialloblu», che in passato sembra aver intimorito tanti bomber passati per Verona: «Mai avuto paura del Bentegodi. Chi gioca per l'Hellas non può avere timore di quindicimila tifosi che ti incitano dall'inizio alla fine. Normale che a Verona la pressione aumenti, ma se un giocatore si sente a proprio agio può riuscirgli di tutto». E' quello che tutti i tifosi augurano a «Juanì, principale speranza dell'attacco gialloblu in questa nuova stagione nel campionato cadetto.
Dal Dossier 2011-12:
Dopo due anni a far faville in Umbria è tornato a casa. C'era un po' di sospetto nei suoi confronti ma il campionato nel complesso ha fugato qualsiasi dubbio. Le reti sono state 14 e sono tante. Gli assist tanti anche quelli. Numeri in campo ne ha fatti vedere parecchi pur giocando sempre in posizione molto defilata sulla fascia. Due pecche fondamentali: in trasferta non ha mai reso come in casa e nella parte cruciale del campionato, cioè alla fine, è praticamente sparito. Con un Gomez ai soliti livelli forse il Varese avrebbe capitolato. E' stato in ogni caso un campionato BUONO.
Dal Dossier 2012-13:
Quest'anno Juanito è stato un giocatore imprescindibile per la squadra, anche quando in zona gol le cose non gli andavano per il verso giusto, anche quando si doveva perdere tra le pieghe della partita a portar palla e a difenderla sulla fascia attirando più giocatori su di lui, anche quando sembrava non ne avesse proprio più e gli mancasse un po' di coraggio. Mandorlini ripeteva che Juanito va fatto giocare e alla fine, nella parte ultima del torneo, Juanito oltre che «prezioso» è tornato ad essere anche «spettacolare». Per lui un ottimo bottino stagionale con ben 12 reti e ben 10 assist. Il suo campionato si può dire tranquillamente OTTIMO
Dal Dossier 2013-14:
Eccolo qua il giocatore più affidabile che abbiamo in rosa. Quando serve Juanito c'è. Se parte titolare bene, altrimenti entra a partita in corso e dà il suo contributo sia in fase offensiva che in copertura. Tante luci per lui quest'anno e poche, fisiologiche, ombre. Si sacrifica sempre e poi ti regala delle perle indimenticabili, sempre con la sua proverbiale sfortuna in fase realizzativa che gli toglie sempre 3-4 gol a stagione. Non possiamo che ricordare anche che lui è stato l'artefice della più grande soddisfazione della stagione: il gol del pareggio contro la Juventus in pieno recupero. Non prende il massimo dei voti perché davanti ha trovato dei veri mostri ma a lui va comunque un bel BUONO.
Dal Dossier 2014-15:
Signori, costui è il vero fenomeno di questo Verona. Un giocatore importante tanto quanto il nostro bomber Toni. Un protagonista assoluto della stagione, uno che si sacrifica per la squadra dando tutto, per tutto il campo. Segna gol pesantissimi, fa assist, rompe le palle agli avversari in una maniera incredibile, è umile come i veri campioni e non si tira mai indietro nemmeno quando i difensori avversari gli mettono i tacchetti in faccia. Anche lui è mancato nel periodo peggiore del Verona. Resterà nella storia anche per essere il castiga-Juve allo scadere. Non possiamo pensare ad un Verona con Mandorlini senza di lui. Il giudizio è sicuramente OTTIMO
Dal Dossier 2015-16:
Stagione veramente difficile per lui perché si è trovato nel momento di maggior criticità, cioè quando erano fuori sia Pazzini che Toni, a fare la prima punta da solo, lui che prima punta di certo non è e che al massimo può ricoprire il ruolo per qualche ritaglio di partita. Oltretutto quando è stato costretto a tirare la carretta era allo stremo delle forze e ha fatto quello che ha potuto. Nella seconda parte del torneo poi è finito fuori rosa per inspiegabili motivi e infine rimesso in squadra a fare ancora una volta la punta centrale in un completo delirio tattico. Non ha brillato quest'anno come aveva fatto gli anni scorsi, questo è indubbio, ma forse non è nemmeno colpa sua.
Dal Dossier 2016-17:
Eravamo molto fiduciosi su di lui ad inizio stagione, pensavamo che potesse veramente fare la differenza in serie B, come già la fece quattro stagioni fa ma con tre campionati d'esperienza in più nella massima serie. Purtroppo però il suo stato fisico non gli ha dato tregua e non è riuscito ad incidere come da aspettative. Un vero peccato. Gli siamo molto affezionati tanto che vorremmo clonarlo
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