Nato a: San Martino Buon Albergo (Vr)
Il: 19.12.1929
Morto a: Verona
Il: 04.11.1973
Nazionalità: italiana
Altezza: 173 cm
Peso: 73 kg
Ruolo: Mezzala sinistra
Palmares: 1 Coppa Italia (Lazio 1957-58)
Club Scuola: A.C. San Martino
Nazionale: 2 pres. 0 gol (debutto 24.06.1956); B: 2 pres. 1 gol (debutto 29.05.1955)
E' stato, insieme a Guido Tavellin, uno delle grandi figure della storia del Verona nel secondo dopoguerra. Stiamo parlando di Ugo Pozzan, indimenticabile giocatore e tecnico «fatto in casa» come lo ricordò sulle pagine de «L'Arena» Giuseppe Faccincani in occasione della sua prematura morte avvenuta, a nemmeno 44 anni, il 4 novembre 1973.
Era nato a San martino Buon Albergo il 29 dicembre 1929. I primi calci in parrocchia, poi subito dopo la guerra ecco il Verona. Debutta in Serie B nella stagione 1949-50 e lo fa in maniera strepitosa, con uno score di 36 partite e 17 gol, cifre che non riuscirà più nemmeno ad avvicinare in carriera. Pozzan, Tavellin e Sega formano un trio d'attacco storico (e tutto veronese), in una squadra che piace ma che non riesce ad andare oltre al nono posto finale. L'anno successivo se ne va Tavellin, ma due nuovi attaccanti veronesi si fanno largo: Gigi Caldana, significativamente soprannominato il Nordahl del Garda, e soprattutto Gino Pivatelli. Il «Piva» diventa un grande amico di Pozzan: i due vanno d'accordo sia in campo che fuori, e anche la loro carriera prenderà strade simili. Pozzan resta in gialloblu per quattro stagioni, fino al campionato 1952-53: 121 presenze e 31 reti. Nonostante la sua bravura non riesce, comunque, a portare il Verona in Serie A. Ci va lui, al Bologna, insieme proprio a Pivatelli (a portare i due veronesi sotto le due torri è Gipo Viani, uno dei maggiori talent scout dell'epoca). Entrambi centrocampisti, con caratteristiche diverse (con gli anni Ugo arretra il suo raggio d'azione, diventando sulla mediana il motore della squadra rossoblu) che però si adattano benissimo. Anche in rossoblu fanno coppia fissa, in campo e fuori. A Bologna Pozzan rimane per quattro stagioni, fino al campionato 1956-57: 97 partite con 20 reti all'attivo.
E' con la maglia del Bologna che viene chiamato in nazionale. La prima volta il 30 marzo 1955 per la storica vittoria dell'Italia in Germania per 2-1: è la partita di Pivatelli che all'esordio in nazionale segna il gol dela vittoria azzurra. Lui, Ugo, può solo gioire dalla panchina. Non viene utilizzato. Il debutto è rinviato all'anno successivo. L'Italia, nel mese di giugno, va in Sud America per una tournee amichevole: il 24 maggio Pozzan gioca la sua prima partita, Argenitna-Italia (1-0); poi, il 1 luglio, la seconda, Brasile-Italia (2-0). Due sole presenze, entrambe sfortunate.
Nella stagione 1957-58 Pozzan lascia Bologna per Roma, sponda Lazio: quattro anni (nei quali vince una Coppa Italia), gli ultimi in serie A, fino al campionato 1960-61 (concluso all'ultimo posto in classifica e la retrocessione) con 82 presenze e 4 reti. In totale otto anni ai massimi livelli del calcio italiano con 29 reti segnate. Non ancora pronto per il ritiro, Pozzan disputa ancora due stagioni in serie C al Pisa, raccogliendo con la sua squadra un terzo e un quindicesimo posto.
Carriera da allenatore e osservatore
Lasciato il calcio giocato all'età di 33 anni e mezzo, Pozzan trova presto impiego nel settore giovanile gialloblu, segnalandosi come abile scopritore di talenti. Non solo, nel corso del campionato 1966-67, con il Verona in estrema difficoltà nel campionato cadetto e in seguito all'esonero di Tognon, viene chiamato asedersi sulla panchina gialloblu. In realtà il suo ruolo è quello di vice di Nils Liedholm, grande giocatore nel passato e giovane allenatore di talento, il cui incarico da «direttore tecnico» sull'organigramma è solo di facciata. Ottenuta la salvezza il duo viene confermato la stagione succesiva, quando il Verona conquista la sua seconda promozione in Serie A della storia. Nel 1968-69 sulla panchina gialloblu si siede Cadè e Pozzan torna così ad occuparsi del settore giovanile.
Circa due anni più tardi, stagione, 1970-71, Garonzi esonera all'8° giornata Lucchi e chiama al suo posto proprio Pozzan, soluzione economica ed efficace. Il tecnico di San Martino infatti ricompatta l'ambiente, punta sul gioco, e lancia in prima squadra qualche giovane interessante, tra cui Bergamaschi, promettente mezzala proveniente dal vivaio. L'esordio del nuovo mister gialloblu è ottimo: 1 a 1 a San Siro con il fortissimo Milan (a segno Combin e Clerici). La squadra, rinfrancata, segue il suo nuovo tecnico e reagisce bene in campo: alla fine la salvezza viene conquistata addirittura con qualche domenica di anticipo e con un 11° posto finale.
Pozzan, che si è dimostrato tecnico non solo «economico» ed esperto dell'ambiente gialloblu ma anche di molto buon senso, viene confermato. Questa volta però le cose vanno meno bene: il Verona si salva con molta fatica e a fine stagione Garonzi decide di puntare su nuovi giocatori e un nuovo allenatore. Pozzan, che morirà di lì a 15 mesi, non avrà più il tempo per nuovi incarichi.
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