Nato a: Dresano (Mi)
Il: 18.01.1946
Nazionalità: italiana
Altezza: 173 cm
Peso: 66 kg
Ruolo: Centrocampista/Allenatore
Club scuola: Milan
Palmares: 1 Coppa Italia (Torino 1970-71), 2 promozioni in A (Hellas Verona 1967-68, 1974-75)
Debutto in serie A: 12.12.1965
Milanese di nascita, ma veronese d'adozione, Sergio Maddè è, per militanza in gialloblu, una delle più grandi bandiere del nostro club. Sia come giocatore che come allenatore il suo destino è stato a lungo legato al club scaligero, creando un connubio quasi sempre fortunato.
Carriera da giocatore
Cresciuto nel Milan, Maddè inizia la sua avventura nell'Alessandria dove, ancora diciannovenne, viene mandato a •«farsi le ossa•». Le cose vanno decisamente bene tanto che gli bastano otto partite per convincere i dirigenti del club rossonero a richiamarlo in gran fretta nella rosa della prima squadra e ad inserirlo addirittura tra i titolari. La cosa non deve stupire, anche perchè la squadra meneghina non sta attraversando un grande momento. Smaltite le sbornie dell'era Rocco, infatti i rossoneri vivono stagioni anonime, di metà classifica e la crisi di talenti incoraggia la dirigenza a scommettere forte sui giovani virgulti che escono dal vivaio. Tra questi c'è Maddè che risponde con tanta generosità, dinamismo e qualche bel gol, senza però riuscire a dimostrare di valere un club così prestigioso.
Si riaprono così per lui le porte della provincia. Ad aspettarlo all'uscio è l'ambizioso Verona di Garonzi, che dopo tanti anni di serie B, è deciso a tornare finalmente nella massima serie dopo la fugace esperienza di fine anni 50'.
Per farlo il presidente non bada a spese, acquista in un colpo solo Batistoni, Mascetti, Bui e lo stesso Maddè. Non se ne pentirà. Da loro infatti nascerà un gruppo destinato a far sognare i tifosi per una decina d'anni.
Il primo passo è la promozione in A, conquistato con qualche patema, ma con pieno merito. Maddè è il faro del centrocampo. Dinamico, generoso, sempre lucido ed illuminato, diventa una colonna in mezzo al campo e forma con Mascetti e bomber Bui, la struttura portante della squadra. Le soddisfazioni proseguono anche in A. L'Hellas conquista due tranquille salvezze e Maddè si segnala come uno dei centrocampisti più promettenti del campionato.
Nell'estate del 1970 Cadè, che lo ha allenato a Verona nella prima stagione in A, lo chiama, insieme a Bui, a Torino. All'inizio va tutto a meraviglia: i due ex-gialloblù giocano e segnano, conquistando con la squadra un dignitoso piazzamento in campionato ed un'innaspettato successo in Coppa Italia, dopo aver sconfitto in finale il Milan di Rivera. In seguito però il rapporto si incrina, Maddè viene prima spedito a Mantova (dove retrocede), quindi relegato in panchina in un deprimente ruolo di comprimario.
La via di fuga per uscire da questa brutta situazione ha ancora le sembianze di Garonzi che, memore dei felici trascorsi in gialloblu, lo riporta al Verona. E' ancora una volta una scelta felice. Se si esclude infatti la retrocessione dovuta esclusivamente ad un clamoroso pasticcio del presidente, la squadra continua a togliersi soddisfazioni, conquistando una nuova promozione e tre salvezze consecutive. L'ultima nel 1977/78, stagione al termine della quale Maddè decide di appendere le scarpe al chiodo, dopo ben 230 presenze in gialloblu, che ne fanno dopo Mascetti e Sirena, altri due protagonisti storici di quel Verona, il terzo •«alfiere•» gialloblu di tutti i tempi.
Carriera da allenatore
Ma non è finita qui. Maddè infatti pochi anni dopo la chiusura della sua carriera agonistica rientra nei piani del club veronese, questa volta come allenatore delle giovanili. E' da lì che, nel febbraio del 1998, Pastorello va a pescarlo per sostituire il partente Cagni. La decisione suscita grande perplessità. E' vero, Maddè è stato una bandiera dell'Hellas e conosce benissimo l'ambiente gialloblù, ma la sua inesperienza da tecnico ad alti livelli non può che preoccupare la piazza soprattutto considerando la difficile situazione di classifica e di spogliatoio lasciata dal mister piacentino. Maddè tuttavia non si scoraggia e risponde alle perplessità con i fatti: conquista 20 punti in 11 partite, porta la squadra dal 14•° al 6•° posto e scavalca in classifica i cugini clivensi. Insomma un autentico trionfo, tanto che sono in molti in estate a chiederne una riconferma che, però, non arriverà. Poco male, Prandelli infatti non lascerà certo spazio a rimpianti.
Ed eccoci ai giorni nostri, alla decisione dell'esonero di Salvioni, all'ennesimo ritorno di Maddè in gialloblù (è il quarto!). Il connubio tra il milanese e il Verona, come abbiamo visto, finora ha dato grandi soddisfazioni. Speriamo che il leit-motiv si ripeta pure questa volta. L'Hellas ne ha tremendamente bisogno.
Stagione 2003-04
E' arrivato in un momento delicatissimo della stagione, con il Verona terz'ultimo in classifica e ha subito dato un'importante scossa positiva alla squadra. Gli sono bastate poche e semplici modifiche tattiche e una buona iniezione di serenità per cambiare il volto dell'Hellas. I suoi primi due mesi in panchina sono stati esemplari tanto da far recuperare al Verona un decina di posizioni in classifica. Poi all'improvviso, inatteso, è arrivato il balck-out, interminabile quanto inspiegabile. Un paio di partite sfortunate (contro Fiorentina e Triestina), un calendario difficile, la squadra che perde fiducia nei propri mezzi… e ci si ritrova 12 partite senza vincere, rimediando tra l'altro batoste storiche (vedi 6-0 ad Avellino). Difficile uscire da una situazione del genere: Maddè non ha perso la testa e ce l'ha fatta, ottenendo alla fine con la squadra una meritata salvezza. Con lui in panchina l'Hellas ha mantenuto una media di 62 punti, il che vuol dire un campionato di medio-alta classifica, non male visto la rosa a disposizione. Il popolo gialloblu gli deve insomma, ancora un volta, gratitudine e rispetto.
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