Nato a: San Giovanni Bianco (BG)
Il: 09.10.1972
Altezza: 182 cm
Peso: 78 kg
Ruolo: Centrocampista laterale
Palmares: 1 Campionato Europeo Under 21 (Italia 1994), 1 Coppa Italia (Parma 1998/99), 1 Coppa Uefa (Parma 1998/99)
Club scuola: Atalanta
In Nazionale: Under 21: 10 pres. 1 gol (debutto 15/10/1992)
Dal primo golden goal della storia alla panchina degli Allievi Regionali del Brindisi (ultima destinazione conosciuta), passando per il derby di Milano e gli ipocriti lustrini da finanza creativa di Calisto Tanzi. Il tutto, ca va sans dir, nel giro di poco più di tre lustri. Una parabola del genere poteva capitare solo a Pierluigi Orlandini. Talentuosa e curvilinea ala destra del calcio recente che, partita dalla natìa Valle Brembana e scaldatasi al sole sempre acceso del vivaio di Zingonia, col passare degli anni e le continue peregrinazioni in giro per lo Stivale centrò l'ardua impresa di non sbocciare mai. Fino ad emigrare nel Tacco del Belpaese, forse con il malcelato intento di riscattare le promesse mancate da calciatore svezzando il campione che lui, in un passato ancora vivo nei suoi ricordi di giovane allenatore - oggi ne fa trentanove: auguri - non era mai riuscito a diventare.
Nato a San Giovanni Bianco il 9 ottobre 1972, Orlandini muove i primi passi come calciatore nelle giovanili dell'US San Pellegrino, squadra del suo paese. Da lì alle giovanili dell'Atalanta il passo e breve, e nella stagione 1990-91 (5 presenze, epoca Frosio-Giorgi con Evair e Caniggia in attacco) arriva l'esordio in serie A. Nel 1991, dopo un'ulteriore annata condita da 9 referti viene ceduto in prestito al Lecce, in B, dove totalizza 29 gare e 3 reti. Tornato a Bergamo, si mette in luce nella stagione 1993-94 con 5 gol in 23 presenze: la disgraziata retrocessione del duo Valdinoci-Prandelli, incapace di disincagliare la squadra dalle secche di Guidolin, non preclude al nostro la ribalta dell'Inter. E qui, dal '94 al '96, 30 presenze e 4 gol. Con il 1994 come anno di grazia: il paffuto biondone resterà negli annali dell'Italia Under 21 e non solo per aver fatto morire ai supplementari, il 20 aprile a Montpellier, la finale del Campionato europeo di categoria con un mancino da fuori sparato nel sette. Signore e signori, il primo golden goal della storia del pallone. Il Portogallo di Rui Costa e Figo deve inginocchiarsi al suo lampo di genio, grazie al quale gli azzurrini di Cesare Maldini alzano la Coppa.
E poi? Briciole di gloria dagli orizzonti sbiaditi, nel segno di un precoce declino atletico. Nel 1996 tappa a Verona, sempre in A (30 gare e 6 gol), per l'ultimo giro di corsa decente. Il biennio incolore al Parma (24 presenze) precede l'illusorio ritorno sotto la Madonnina: il Milan, dopo due presenze (e un gol), all'apparire del nuovo secolo lo sbologna al Venezia, dove bastano 10 partite (1 gol) per dimostrare di essere alla frutta. Nel 2000-2001 tocca al Brescia, solo 4 meste epifanìe, prima di cedere al richiamo del campanile: nell'Atalanta edizione 2001/2002, però, il Vava gli fa vedere il terreno verde col binocolo da loggionista. Lasciato il calcio che conta, il poligono di tiro per sparare le ultime cartucce si chiama Puglia, dove Orlandini veste le maglie di Brindisi, Nardò, Mesagne Calcio e Racale. Per il corpulento esterno alto valbrembanino che aveva provato ad emulare Garrincha senza troppo successo, ora, la sfida è dall'altra parte della barricata. Reinventatosi sergente di ferro all'ombra del plexiglass, nel 2007/2008 è alla guida dei Giovanissimi Nazionali del Taranto, ruolo che abbandonerà in corso d'opera. Poi è la volta del Tricase in Eccellenza Regionale, e rieccoci ai baby brindisini. Cin cin, caro Pierluigi. Magari sorseggiando un cocktail del tuo bar di San Pellegrino
Fonte: www.tuttoatalanta.com. Articolo del 9.10.2011
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