Nato a: Sanguinetto (Vr)
Il: 27.03.1933
Altezza: -
Peso: -
Nazionalità: italiana
Ruolo: Attaccante
Club scuola: Cerea
Palmares: 1 scudetto (Milan 1961-62), 1 Coppa Campioni (Milan 1962-63), 1 titolo di capocannoniere Serie A (29 reti nel 1955-56)
Nazionale: 7 pres. 2 gol (debutto 30.03.1955 Germania Ovest-Italia 1-2)
Quella di Gino Pivatelli è la storia di un ragazzo prodigio del calcio italianoe di uno dei più forti giocatori veronesi di sempre.
Cominciò a giocare nella squadra del paese e, a soli 15 anni, ebbe la grande opportunità di passare all'Inter, grazie ad un provino ottenuto tramite la segnalazione di Franco Imperato, un suo cugino milanese, e superato senza difficoltà. Ma l'avventura in nerazzurro finì presto: l'allenatore dei ragazzi, Cappelli, non lo «vedeva» proprio e, pur di giocare, Gino preferì tornare a casa, dove dal Cerea volò subito nel Verona.
E con la maglia gialloblu addosso, Pivatelli si segnalò ben presto come interno d'attacco, come si diceva all' epoca, con scatto bruciante e tiro mortifero, raccogliendo 68 partite e 25 gol in 3 stagioni.
L'esordio con la maglia della prima squadra avvenne nel giugno del 1951, quando Pivatelli aveva solo 18 anni. E alla seconda gara arrivò il primo gol, nella vittoria interna per 4-1 sul Vicenza.
Un esordio fulminante tanto che Pivatelli divenne subito uno dei punti di forza del Verona. Nel 1951-52 con 9 reti risultò il secondo miglior marcatore della squadra (dopo Dini, autore di 11 gol); ancora meglio andò nel 1952-53 quando le 15 reti di Pivatelli valsero a lui il titolo di bomber gialloblu e al Verona i punti necessari per acciuffare la salvezza in un campionato sofferto.
Ormai il talento di Sanguinetto era pronto per grandi palcoscenici e così, nell'estate del 1953, fu ingaggiato dal Bologna dove confermò in pieno le sue qualità.
Grazie alle sue eccellenti prestazioni e la facilità nel trovare il gol approdò rapidamente in Nazionale. Prima con la convocazione per i Mondiali in Svizzera, dove fece da spettatore, poi con l'esordio, memorabile, il 30 marzo del 1955 a 22 anni appena compiuti, quando segnò la rete del 2-1 che valse il successo azzurro nella prestigiosa trasferta contro la Germania Ovest campione del Mondo. Il resto della sua avventura con la Nazionale, tuttavia, non mantenne le promesse di quella sfolgorante serata, soprattutto per il fatto che venne successivamente impiegato in una posizione di centrocampista che non sentiva sua. Il motivo di questo suo impiego fuori ruolo era dettato dalla penuria di mezzeali che angosciava il calcio italiano dai tempi della caduta tragica del Torino (e quindi della morte di Loik e Mazzola): per colmare il vuoto si pensò proprio a Pivatelli che pur sentendosi un centravanti, era in possesso anche di classe e ottime doti di rifinitura.
Ma se in nazionale Pivatelli stentò, nel Bologna, dove venne ben presto impiegato come centravanti puro, esplose invece in tutta la sua forza dirompente di attaccante agile e tecnico, dal tiro proibito. In particolare la stagione 1955-56 lo vide viaggiare all'incredibile media di 1 gol a partita per un totale di 29 reti che gli valse, primo e unico veronese della storia, il titolo di capocannoniere della Serie A.
Rimase a Bologna fino al 1960 per un totale di 7 stagioni e 105 reti in campionato. Nel 1960-61 giocò a Napoli ma le migliori soddisfazioni le colse a fine carriera, vincendo nel Milan di Rocco lo scudetto e la Coppa dei Campioni e trovando pure qualche saltuario impiego come difensore centrale, seguendo le invenzioni del grande stratega triestino.
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