Nato a: Genova
Il: 14.01.1948
Nazionalità: italiana
Altezza: -
Peso: -
Ruolo: Allenatore
Palmares: -
Debutto da allenatore: Sampdoria
L'unica cosa certa è che si è preso una gran bella gatta da pelare. Giampiero Ventura, accettando di sostituire l'esonerato Ficcadenti alla guida del Verona, si è infatti sobbarcato non solo una situazione di classifica assolutamente disperata, ma anche un contesto ambientale quantomeno diffidente nei suoi confronti. Giusto o sbagliato che fosse l'esonero del Ficca, è fuor di dubbio che gran parte della tifoseria si è schierata dalla parte del tecnico marchigiano ed attende ora al varco il nuovo mister. Ed allora anche con questa diffidenza, oltre alla ormai proverbiale penuria tecnica della rosa a disposizione, dovrà fare i conti l'esperto Ventura, chiamato a vincere l'ennesima sfida della sua carriera. Ci riuscirà?
Ventura è un allenatore di lungo corso, si potrebbe dire della vecchia generazione: classe 1948, il suo debutto da mister risale addirittura al lontano 1976, nelle giovanili della Sampdoria. All'epoca Giampiero ha solo 28 anni ma deve fare i conti con un mal di schiena cronico che ne ha compromesso la pur modesta carriera (spesa interamente tra serie C e D, con l'unica gloria di 3 presenze nella nazionale dilettanti) e lo ha precocemente indirizzato, vista la sua passione per il pallone, alla strada pressochè inevitabile della panchina. A partire da quell'anno inizia così quella che può considerarsi la prima fase della sua carriera da allenatore, in cui matura le prime esperienze senza comunque iniziare davvero a fare sul serio. Diplomato all'Isef, Ventura insegna ginnastica in una scuola della sua Genova, cosicchè l'attività sul campo da calcio rappresenta per lui più un hobby che una vera professione. D'altra parte, i tre anni nella giovanili della Samp e le successive esperienze nell'Interregionale, in C2 ed in C1 costituiscono un lungo tirocinio con una sola grande soddisfazione (la promozione in C2 all'Entella nel 1984-85) e tre cocenti delusioni consecutive (tra Spezia e Centese dal 1986 al 1989).
La svolta a questo incerto avvio di carriera arriva nel 1989 quando il vecchio amico Mario Frustalupi, gran cervellone della Sampdoria dei tempi antichi, lo invita alla Pistoiese, nell'Interregionale, di cui è direttore sportivo. La scintilla, finalmente, scocca: «L'esperienza con Frustalupi - riporta lo stesso Ventura - segnò un cambiamento decisivo. Con lui, reduce dalla grande avventura con Maestrelli nella Lazio dello scudetto, scoprii il vero calcio, l'importanza di certi movimenti sul campo e soprattutto la teoria di base: tutto passa attraverso la disponibilità della gente che lavora con te. E' la prima cosa in assoluto: più importante dello spessore tecnico del giocatore, della sua forza fisica, delle capacità tattiche. Prendete ad esempio Sacchi: è stato un formidabile innovatore, ha dato un volto nuovo al calcio sino al momento in cui ha contato sulla disponibiltà dei calciatori. Quando gli è venuta meno, Arrigo è stato messo alla berlina come l'ultimo dei Mohicani».
Proprio da Pistoia inizia allora la seconda fase della carriera di Ventura, quella della grande ascesa: con i toscani arriva la promozione nel 1990-91 ed un ottimo quarto posto in C2 l'anno successivo. Nel 1992-93 Giampiero va al Giarre, in C1, dove conclude a sorpresa ancora quarto. Ventura ha ormai attirato su di sè le attenzioni di numerosi presidenti e nel 1993 lo chiama Zamparini, al Venezia in serie B. Il coach genovese guida i suoi al sesto posto nel primo campionato, mentre vive in maniera decisamente più travagliata quello successivo quando, vittima dei furori dell'attuale presidente del Palermo, finisce per essere esonerato, riassunto e poi di nuovo licenziato. Si tratta comunque di una battuta d'arresto momentanea. Nel 1995-96 infatti Ventura riparte dal Lecce in C1 e stravince il campionato con un 3-5-2 spumeggiante. L'anno successivo è di nuovo promozione, sempre al Lecce, questa volta con un terzo posto in Serie B. In estate Cellino fa pazzie per averlo e lo convince a venire nel suo Cagliari. La squadra di partenza è buona e Ventura ancora una volta non sbaglia, conquistando la sua terza promozione di fila e vincendo a fine anno il prestigioso Guerin d'oro.
Giampiero è ormai pronto per i palcoscenici della A ed il campionato 1998-99 lo conferma: il Cagliari finisce infatti dodicesimo, salvandosi senza alcun patema. Ventura è all'apice della propria carriera, tanto da potersi permettere in estate di andare ad allenare la sua amata Sampdoria, ingloriosamente finita in Serie B e desiderosa di tornare al più presto tra i grandi. Questa volta, però, l'impresa non riesce: la squadra blucerchiata lotta sino all'ultimo per la promozione ma deve infine cedere per un solo, dannato punto al Napoli il quarto ed ultimo posto rimasto a disposizione. Per Ventura è la delusione più cocente della carriera (ancor più perchè subita alla guida della squadra del cuore), ma anche la fine della sua fase più gloriosa. Dal 2000, infatti, si susseguono esperienze sicuramente non facili, ma perlopiù deludenti: nel 2001-02 conclude solo 14° in A con l'Udinese, le due seguenti stagioni lo vedono fallire il tentativo di rilancio del Cagliari finito nel frattempo di nuovo in B, mentre nel 2004-05 arriva l'esonero alla 19° giornata dal Napoli quando i biancoazzurri, partiti strafavoriti in C1, si trovano solo al sesto posto. Infine, lo scorso anno viene chiamato a stagione in corso dal presidente del Messina Franza al posto di Mutti nel disperato tentativo di salvare la squadra siciliana, ma, nonostante una discreta partenza, i giallorossi falliscono l'obiettivo.
E' con questo bagaglio recente di incertezze e delusioni che l'esperto Ventura si appresta ora a vivere la nuova, difficilissima, avventura in gialloblu. Provare oggi a delineare quale potrà essere il suo impatto con la squadra scaligera appare estremamente arduo, ma rimane comunque l'impressione che, se proprio si doveva cambiare, il duo Arvedi-Cannella si sia affidato ad uno dei migliori uomini rimasti sulla piazza. Allenatore molto attento alla gestione umana e mentale dello spogliatoio ed assai duttile tatticamente (preferisce la difesa a 3 ma non disdegna il 4-4-2), Ventura ha saputo regalare durante la sua carriera sprazzi di ottimo calcio e risultati nel complesso più che apprezzabili. Molto dipenderà, come lui stesso ha ricordato in più occasioni, dalla fiducia che saprà ottenere dai suoi giocatori e più in generale dall'ambiente. Oltrechè, ovviamente, dai rinforzi che la dirigenza saprà mettergli a disposizione in gennaio. Se non altro - ed è l'unica cosa che ci sembra al momento giusto fare - va premiata la sua disponibilità a rimettersi in gioco in una piazza prestigiosa ma in grande difficoltà: buon lavoro mister Ventura!
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