Nato a: Marghera (Ve)
Il: 14.01.1979
Nazionalità: italiano
Altezza: 180 cm
Peso: 70 kg
Ruolo: Centrocampista
Club Scuola: Venezia
Palmares: 1 promozione in C1 (Sandonà 1998-99), 1 promozione in A (Palermo 2003-04)
Arrivato a Verona in prestito dal Palermo (squadra che ne detiene il cartellino), Evans Soligo rappresenta insieme a De Simone e Pizzinat la «nouvelle vague» del centrocampo scaligero, all’interno della quale Ficcadenti dovrà trovare un’alternativa a Mazzola e, compito assai più arduo, un degno sostituto di Italiano. E Soligo è forse dei tre il giocatore che potenzialmente più si avvicina all’ex-bandiera gialloblu. Centrocampista centrale dalle buone doti atletiche e di corsa, Soligo possiede pure una tecnica discreta, anche se di Italiano non ha nè la personalità nè la capacità di tagliare il campo con lanci lunghi ed improvvisi. Il suo utilizzo, insomma, sarebbe comunque una soluzione di ripiego. Molto poi dipenderà dallo spirito con cui il 26enne veneziano affronterà l’avventura in gialloblu; in particolare a Trieste, dove a rimpiangerlo sono forse solo le ragazzine, i tifosi gli hanno più volte rimproverato la mancanza di impegno e grinta, qualità minime indispensabili per guadagnarsi rispetto e stima nell’ambiente gialloblu. Se Soligo saprà mettere da parte certi indisponenti atteggiamenti da modello e vivrà la nuova avventura come un’occasione da non buttare, la sua presenza tornerà certamente utile alla squadra, altrimenti il suo acquisto rischia di diventare insignificante. In questo fondamentale potrà rivelarsi il lavoro di Ficcadenti, ottimo forgiatore di uomini tutta grinta e determinazione.
Fatta questa doverosa premessa, c’è da dire che Soligo è comunque un calciatore non privo di talento. Se, come detto, a Trieste in molti non si rammaricano per la sua partenza, altri sottolineano che proprio da quando Soligo ha smesso di giocare (nel mese di gennaio ha disputato una sola gara, mentre prima era titolare inamovibile), la Triestina ha smesso di fare punti (1 solo in 5 partite). E anche scorrendo la sua carriera si possono trovare indicazioni confortanti.
Cresciuto nel Venezia, Soligo vive la sua prima stagione tra i professionisti al Sandonà nel 1998/99. Giunto in prestito, il diciannovenne veneziano disputa da titolare l’intero campionato (concluso dalla squadra al terzo posto), togliendosi poi la soddisfazione di realizzare la rete decisiva nella doppia sfida delle semifinali play-off, tappa fondamentale per la promozione in C1 raggiunta poi con la vittoria per 1-0 in finale contro la Triestina. L’anno successivo Soligo passa, sempre in prestito dal Venezia, alla Spal dove si conferma disputando un buon campionato, conclusosi per la sua squadra con l’ottavo posto a quattro punti dalla zona play-off. Arrivano poi due stagioni al Lumezzane, sempre in C1, con Soligo chiamato ancora una volta a ricoprire il ruolo di indiscusso titolare in una squadra di medio-alta classifica.
Nel 2002 Zamparini, ex-proprietario del Venezia, acquista il Palermo e con un’operazione senza precedenti trasferisce in pratica tutta la squadra lagunare in terra siciliana. Tra questi c’è anche Soligo che però a Palermo non trova spazio per cui finisce per tornare, in prestito, proprio al Venezia. Inizialmente poco considerato da Bellotto, Evans si guadagna con il passare delle giornate la stima dell’allenatore finendo per diventare una delle colonne portanti della formazione arncioneroverde. A fine campionato nelle 18 partite disputate (16 da titolare) può vantare una media voto di 6,11, inferiore, tra i compagni di squadra, solamente a quelle del portiere Soviero e del compagno di reparto Amerini. Ed è così che per la stagione 2003-04 Soligo si guadagna un posto in rosa nel super-Palermo allestito da Zamparini. Chiuso a centrocampo da talenti quali Zauli, Corini, Mutarelli, Brienza, Gasbarroni, Vannucchi e, da gennaio, i gemelli Filippini, Soligo trova pochissimo spazio. Tuttavia quando viene chiamato in causa non delude collezionando 9 presenze e 368 minuti di gioco (media voto di 6,21) in campionato e non sfigurando nelle gare in diretta Tv contro la Roma in Coppa Italia.
Stagione 2004-05
Più o meno vale lo stesso discorso fatto per i vari Mancinelli, De Simone e Pizzinat. Pastorello evidentemente pensava di poter riuscire a sostituire la qualità (Italiano) con la quantità (di gioco e di giocatori). Missione fallita. Ficcadenti le ha provate tutte inserendo a turno le quattro cartucce messegli a disposizione, ma il gioco dell’Hellas non è più decollato. Un'indicazione questa, assolutamente da tenere conto per il prossimo anno.
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