Nato a: Varese
Il: 10.1.1966
Nazionalità: Italiana
Altezza: 175 cm
Peso: 66 kg
Ruolo: Ala
Palmares: 1 promozione in serie A (Verona 1990/91)
Club Scuola: Varese
IL GIOCATORE
Giorno ventisei del maggio millenovecentonovantuno. Verona ? Udinese, tredicesimo minuto del secondo tempo, Ernesto Calisti scende sulla destra e crossa un pallone al centro. Davide Pellegrini anticipa tutti e fulmineo segna a Giuliano Giuliani il gol dell'1-0. Il Verona di Fascetti è promosso in serie A con tre giornate d'anticipo.
Avremmo potuto cominciare la scheda di Davide Pellegrini con il ben più celebre gol che castigò il Milan nella stagione 89-90. Abbiamo scelto di iniziare, invece, dal culmine della stagione più bella della carriera di Davide a Verona. In quel campionato Pellegrini segna 11 reti risultando il capocannoniere della squadra. Lui non è un attaccante puro, lui giocherebbe sulla fascia ma si divide tra il ruolo di ala e quello di mezza punta perché il fiuto per il gol non gli manca di certo. In quella stagione parte un po' a rilento, poi si sblocca con una tripletta a Barletta e non si ferma più. Un po' come tutto il Verona che da lì in avanti comincerà una lunga serie in perfetta media inglese (vittoria in casa e pareggio in trasferta) che ai tempi dei due punti a vittoria significava media promozione assicurata. Pochi giorni prima che Pellegrini segnasse 3 dei 5 gol rifilati al Barletta, il glorioso AC Hellas Verona veniva dichiarato fallito in un'aula di tribunale. I giocatori avrebbero potuto svincolarsi in tutta tranquillità ed invece, assieme a Fascetti, decisero di fare fronte comune e di lottare per una promozione che in quel momento era cosa tutt'altro che acquisita. Alla fine, il campo diede ragione a quel gruppo di Uomini e dopo venti giorni dalla promozione, arrivò anche la nuova società, il Verona FC dei Mazzi e Ferretto. Davide Pellegrini era uno dei trascinatori di quel gruppo, niente proclami di amore verso la maglia, mai una parola fuori posto, solo corsa, gol e altruismo: giusto per dire, contro la Cremonese, invece di segnare una doppietta manda in gol due volte Pritz. In quella squadra Pellegrini è uno dei reduci della sfortunata retrocessione nell'ultimo anno di Bagnoli. Già, l'annata maledetta 89-90!Anche in quella stagione è stato lui il capocannoniere con 6 reti. Abbiamo già parlato del gol-spettacolo contro il Milan di Sacchi e Van Basten. Vogliamo ricordare anche come fu determinante la rete in casa contro la Sampdoria. Anche in quell'occasione Pellegrini segna la svolta di quel campionato perché da lì inizierà la rincorsa illusoria verso una salvezza che alla fine non arriverà.
Davide Pellegrini resterà in gialloblù per sei stagioni totali con 154 presenze e 26 reti. Dopo la promozione con Fascetti il suo ruolo evolve, arretra il baricentro e lavora sempre di più per la squadra, così il tabellino dei marcatori ne risente. Dopo Fascetti vede Liedholm e Corso, vede Reja e vede Lino Mutti. Mutti però lo vede meno e così arriva l'ora di cambiare aria. Davide prenderà la via per Venezia dove farà ancora un paio di stagioni a buon livello prima di svernare per squadrette di serie C.
L'ALLENATORE
Finita la carriera da calciatore a Fasano, Davide non abbandona la sua Verona e viene chiamato 7 stagioni or sono da Pastorello per allenare nel settore giovanile gialloblù. Davide si fa tutta la trafila dai Giovanissimi fino agli Allievi e nella stagione attuale guida la squadra Berretti, praticamente la formazione che sostituisce la Primavera. Di lui se ne parla bene già da qualche stagione. In particolare nel campionato scorso la formazione Allievi era l'unica che portava a casa risultati apprezzabili facendo da contro altare alla Primavera guidata da Bruniera che collezionava tutt'altri risultati.
Ora la sfida che gli si pone di fronte è di quelle da far tremare le vene ai polsi. Uno spogliatoio abbastanza «ostico» con qualche caporale di troppo, una condizione fisica da fine stagione e uno stato mentale che sfiora la depressione. Aggiungiamoci una classifica deficitaria e una società tanto metereopatica da far invidiare Cellino e Zamparini.
Al momento nessuna esperienza su panchine a livello professionistico. Si consideri però che ci sono carriere che partono con la gavetta nei dilettanti e altre che partono con la gavetta nelle giovanili. Questione d'opportunità. Non tutti hanno la fortuna di chiamarsi Roberto Mancini che può cominciare dalla serie A senza avere il patentino!anche Malesani cominciò più o meno come Pellegrini.
Davide Pellegrini dice di essersi sempre ispirato ai tre grandi maestri che ha avuto: Eriksson, Fascetti e Bagnoli. Tutti personaggi con una spiccata personalità. Una cosa che gli servirà sarà per l'appunto la personalità.
In bocca al lupo!
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