Nato a: Henderson (Arg)
Il: 09.01.1967
Nazionalità: argentina
Altezza: 172 cm
Peso: 68 kg
Ruolo: Ala
Club scuola: -
Nazionale: 48 pres. 15 gol
Claudio Caniggia ha cominciato a giocare da professionista nel 1985 con la maglia del River Plate. Claudio debutta a soli 18 anni e a partire dalla stagione 1986/87 si ritaglia un posto da titolare, mettendosi ben presto in mostra per velocità e dribbling. In tre stagioni colleziona 51 gol con 8 reti. Il suo talento allora viene notato dai dirigenti del Verona, che lo portano in Italia in quella che si appresta ad essere la prima di tante esperienze nel calcio europeo.
Il giovane talento argentino si fa ben presto notare e non solo per il suo look appariscente (con un volto efebico circondato da una foltissima chioma bionda ossigenata): presentato ai tifosi come •«un Fanna coi capelli•», Caniggia mette in mostra doti straordinarie abbinate a una velocità impressionante. Ad ogni falcata sembra quasi sul punto di cadere, salvo poi riuscire miracolosamente a stare in piedi per completare la corsa con invitantissimi cross o conclusioni a rete di rara freddezza. Eccezionale il suo debutto in Coppa Italia con il Torino: in occasione del terzo gol della vittoria (4-0), egli percorre palla al piede tutta la linea laterale sinistra seminando avversari: poi, arrivato alla bandierina del calcio d'angolo, svolta incredibilmente ad angolo retto verso la porta avversaria e, in equilibrio sulla linea di fondo, solo a due passi dal palo mette all'indietro per Pacione un pallone facili facile da trasformare in gol. Alla fine il pubblico gli tributa una meritata ovazione.
Caniggia si disimpegna con onore per tutta la prima parte del campionato decollando più volte per voli promettenti all'attacco. Ma, quando i difensori riescono a prenderlo, subisce solenni randellate, talora impunitew da arbitri poco propensi a proteggerlo. L'ennesima scarpata lo blocca definitivamente a Bologna procurandogli una dolorosa frattura. L'infortunio gli fa perdere praticamente tutto il campionato, dedicandosi con maggior agio a coltivare quelle stupide sregolatezze che ne hanno poi indubbiamente guastato la carriera. E per i tifosi più sarcastici diviene definitivamente •«Claudio Paul Varina•».
Nel 1989/90 Caniggia si trasferisce all'Atalanta, in un affare che porta in riva all'adige lo svedese Robert Prytz, e a Bergamo disputa forse la sua miglior stagione: in campionato è irresistibile: le difese faticano a contenere la sua agilità e rapidità di movimento tanto che l'argentino mette a segno ben 10 reti. L'ottima annata gli vale la convocazione di Italia '90 dove Claudio entra tristemente nella storia del Calcio italiano. Gli azzurri di Vicini, partiti •«con l'obbligo di vincere•», giocano alla grande le prime fasi del torneo e arrivano in scioltezza in semifinale. L'avversario di turno è l'Argentina di Maradona. Anche in questa partita l'Italia domina trovando il gol con il solito Schillaci e sprecando diverse occasioni. A pochi minuti dalla fine la beffa: Caniggia colpisce di testa cogliendo Zenga impreparato e trovando il gol del pareggio. Il resto della storia è stra-noto e vede gli azzurri sconfitti ai rigori. In finale poi il grande deluso, insieme ai suoi compagni, sarà proprio Caniggia.
I due anni successivi Claudio è ancora protagonista con la maglia dell'Atalanta con la quale colleziona un totale di 84 partite e 22 gol. Caniggia è uno dei giocatori più famosi del mondo quando passa nel 1992 alla Roma. Nella capitale una discreta stagione e poi lo scandalo: già noto per il suo discreto feeling con certe sostanze l'argentino viene squalificato in quanto positivo a sostanze stupefacenti. Dopo sette anni nel Serie A l'argentino si trasferisce nel 1994 al Benfica cercando di rispondere a chi lo accusa di essere ormai un giocatore finito. E Caniggia riesce nel suo obiettivo mettendosi in luce come uno degli attaccanti più talentuosi del campionato. Tuttavia, Caniggia già la stagione successiva lascia il Portogallo per andare a giocare con il suo amico Diego Maradona con la maglia del Boca juniors. In argentina rimane, tra varie vicissitudini, fino al 1999 quando ritorna inaspettatamente all'Atalanta in Serie B. Ma Il Caniggia-bis è lontano parente di quello di inizio anni novanta e ben presto l'avventura si conclude senza rimpianti da parte di nessuno.
Nell'estate 2000 Ivano Bonetti annuncia Caniggia come nuovo acquisto del suo Dundee. La notizia viene accolta con molto scetticismo ma l'argentino va oltre ogni più rosea aspettativa. La sua annata è da grande campione e così Caniggia prima strappa un contratto con la squadra più prestigiosa del campionato scozzese, il Glasgow Rangers, e poi conquista addirittura la convocazione di Bielsa per i Mondiali 2002. Una cosa davvero ecezzionale per un giocatore di 35 anni che solo due anni prima era dato da tutti come bollito.
L'esperienza nipponica però si rivela particolarmente sfortunata. L'Argentina esce al primo turno eliminata dalla Svezia e Caniggia, pur senza mai entrare in campo, riesce a farsi espellere per proteste. Per fortuna si riscatta con il club di Glasgow, che trascina con 8 reti alla conquista del titolo e della qualificazione alla Champions League.
Ora, risolto in estate il rapporto con il Glasgow Rangers è alla ricerca di una nuova squadra.
Stagione 2003-04
Ha giocato nel Verona ben 15 stagioni fa e ha vissuto il suo momento di maggior fama quando a Italia 90 segnò il gol del pareggio per la sua Argentina nella semifinale poi vinta ai rigori contro gli azzurri. Caniggia oggi di anni ne ha 37, ma è ancora intatta la sua voglia di correre dietro a un pallone. E siccome oramai non ha più lo smalto per le grandi platee, è andato a giocare in Qatar, in compagnia di parecchie altre vecchie glorie (Batistuta, Effenberg e Hierro su tutti). E la stagione nel piccolo principato arabo si è per lui rivelata estremamente positiva, e non solo per il portafoglio. Claudio ha infatti disputato 18 presenze realizzando 5 gol e, con la sua squadra, ha ottenuto il secondo posto in campionato e ha vinto la più importante Coppa nazionale locale.
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