Nato a: Verona
Il: 12.06.1959
Nazionalità: italiana
Altezza: 172 cm
Peso: 62 kg
Ruolo: Mezzala di punta
Palmares: 1 scudetto (Juventus 1983-84), 1 coppa delle Coppe (Juventus 1983-84), 1 coppa dei Campioni (Juventus 1984-85), 1 Supercoppa Europea (Juventus 1984-85)
Club Scuola: Hellas Verona
Beniamino Vignola nasce a Verona nel 1959. Fin da piccolo entra nelle giovanili della squadra della sua città, mettendosi in mostra per le grandi doti tecniche che ne fanno una grande promessa nonostante il fisico minuto e poco atletico. Nel 1978/79 Il piccolo Beniamino viene finalmente chiamato ad esordire nella massima serie e lo fa dimostrandosi subito all'altezza. Già al suo esordio contro il Perugia Beniamino lascia stupefatti spettatori e avversari per il piede fatato e l'aspetto fanciullesco.
L'anno successivo in serie B, a soli 20 anni, si conquista un posto da titolare. Memorabile la seconda giornata di quel campionato: Vignola entra nel secondo tempo al posto del •«vecchio•» Mascetti e risolve da solo la partita col Pisa con due straordinarie staffilate dal limite. E' un Verona giovane quello plasmato da mister Veneranda e Vignola ne è il rappresentante più fulgido. Unico anziano è Adriano Fedele, cui viene affidato il compito di svezzare il golden boy del calcio veronese e di guidarlo senza timori fra i calcioni e le insidie dei campacci della cadetteria. Il copione è sempre lo stesso. Quando qualche avversario malintenzionato osa maltrattare Beniamino, il buon Adriano con atteggiamento da arbitro lo fa girare per memorizzarne il numero, e alla prima occasione gli dimostra con un sintetico intervento l'assoluta sconvenienza delle cattive maniere. •«E tu- aggiunge poi al suo pupillo- se vedo che hai paura e torni indietro, attento che ti pesto io!•». Per tre quarti di campionato la giovane formazione si comporta benissimo, arrivando a lottare a testa alta per la promozione. Poi la superiore esperienza delle avversarie, qualche calo di rendimento, un po' di maretta nello spogliatoio, strani gol subiti al novantesimo frenano sul più bello la marcia della squadra, che deve infine abbandonare i sogni di gloria.
A Vignola la serie B sta stretta e quando in estate arriva l'offerta dell'Avellino i dirigenti lo lasciano andare senza fare troppa resistenza. Beniamino merita la massima serie e lo conferma in Irpinia. In tre stagioni si segnala come uno dei giovani italiani di maggior talento (vanta 6 presenze e 3 gol con l'under21) mettendo a segno 16 gol in 88 gare. Ma il meglio, per lui, deve ancora venire. La sua classe fa gola anche alla Juventus, che nell'estate 1983, lo ingaggia affidandogli il ruolo di vice-Platini. La stagione 1983-84 è da incorniciare. Vignola riesce subito ad imporsi in una squadra fortissima, composta dai vari Scirea, Tardelli, Cabrini, Rossi, Boniek e Platini, tanto per citarne alcuni. Alla fine è scudetto al primo colpo, vinto anche grazie ad alcune sue prodezze, come il rigore decisivo contro la Fiorentina e una fantastica doppietta contro l'Udinese partendo dalla panchina, proprio nel momento clou della stagione. La ciliegina sulla torta la mette però in Svizzera. Si gioca la finale di Coppa delle Coppe e contro il Porto, Beniamino scende in campo da titolare, con la maglia numero 7. E dopo 13 minuti mette la sua firma sulla partita. Un gol decisivo che, unito a quello di Zibì Boniek, regala alla Juve il secondo trofeo continentale della sua storia. E' il momento migliore della sua carriera ma i successi per Vignola non finiscono quella sera. L'anno successivo, nella stagione dello scudetto del suo Verona, Beniamino conquista, senza giocare, la Supercoppa Europea contro il Liverpool e partecipa, entrando a due minuti dalla fine, alla tragica finale di Coppa dei Campioni vinta dalla Juventus ancora contro il Liverpool allo stadio Heysel.
Nell'estate 1985 Vignola torna a Verona: il suo acquisto, avvenuto a pochi giorni dalla fine del mercato per tacitare i tifosi irrequieti dopo le partenze di Garella, Fanna e Marangon, si rivela inutile. Il talento di Vignola è intatto ma in quel ruolo l'Hellas è già sufficientemente coperto, tanto che Beniamino si trova a passare la maggior parte delle gare in panchina, chiudendo il campionato con sole 19 presenze e 2 reti all'attivo. L'anno successivo il veronese torna alla Juventus dove inizia per lui una precoce parabola discendente. Dopo due stagioni da comprimario passa nell'autunno del 1988 all'Empoli, in Serie B. La retrocessione a fine anno lo allontana definitivamente, a soli trent'anni, dal calcio che conta. Uno sfortunato epilogo per la carriera del calciatore veronese più vincente dai tempi di Mario Corso.
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