IL CAMPIONATO PIU' BELLO DEL MONDO
dal nostro inviato Massimo
Il giorno della Befana, che coincide con la domenica, richiama alla piena attività il Campionato più bello del mondo. L'Inter riceve la Roma ma non va oltre il pareggio; il Torino accoglie la Fiorentina e subisce la stessa sorte; anche Sampdoria e Juventus impattano tra loro. Insomma tutte le inseguitrici del Verona rallentano appesantite dal riposo natalizio. Il Napoli, al contrario, vince l’inatteso scontro salvezza con l’Udinese, una gara ricca di reti, che, grazie a due calci di rigore, rivitalizza un Maradona piuttosto spento. Finalmente torniamo al Bentegodi, dopo quasi un mese di astinenza, a goderci la partita contro l' Atalanta e a riabbracciare i nostri ragazzi. Comunque vada, è già festa. Forse.
1985, UN'ITALIA IN CAMBIAMENTO Il terribile attentato di dicembre richiama vecchi fantasmi. Il pericolo di un ritorno al clima difficile di un decennio fa è presente, ma stiamo assistendo ad un profondo cambiamento sociale. La politica non è più una priorità per i giovani, stanno emergendo nuove esigenze e nuovi interessi: il nucleare ad esempio (nella duplice versione energetica e militare), la fame del mondo che coinvolge anche le star della musica pop inglese, la ricerca di un look distintivo e il culto dell'immagine che richiama i video musicali. Forse è proprio questo disimpegno a raffreddare il coinvolgimento emotivo delle stragi. Il terrorismo politico o mafioso vengono contestualizzati nel loro ambito di drammatico e non affascinano più, non creano nuovi proseliti. All'eversione e all'impegno politico si vanno sostituendo nuovi interessi più di natura estetica e superficialmente idealistici (che non prevedono necessariamente l'identificazione di vittime e carnefici).
CAMBIANO ANCHE LE PROSPETTIVE SPORTIVE. Veniamo al nostro Verona. L'inizio dell' anno, come un nuovo lavoro, un esame, una nuova avventura sono sempre accompagnati da due sensazioni estreme ed in contrasto tra loro: paura e speranza. La paura affiora per l'ansia di non riuscire, di non farcela: non sappiamo in anticipo neppure gli sforzi e le difficoltà che dovremo affrontare, ma già temiamo l'esito finale. La speranza è invece quella di un cambiamento che migliori la nostra condizione. Ma il significato assoluto di questo “migliore” ci sfugge, al momento è ancora vago ed astratto. Migliore rispetto a cosa?
L'uomo è un animale incontentabile, ha la memoria corta, è viziato, pigro ed ambizioso. Il tifoso, che per sua natura non riconosce alcun genere di razionalità nei propri comportamenti e nelle proprie emozioni, estremizza tutta questa vanità esistenziale. E, di conseguenza, esalta all'inverosimile entrambe le sensazioni.
Fino ad oggi siamo stati abituati a vedere il nostro Verona sempre imbattibile, un gradino sopra le altre, incapace di rallentare la corsa di fronte ai rari pericoli che ha incontrato (Roma e Sampdoria). Ora però dobbiamo convivere anche con queste sensazioni di paura e di speranza che lo porteranno inevitabilmente a commettere errori. A partire da questa gara insomma, assisteremo dunque ad un processo evolutivo graduale ma non più perfettamente ascensionale. Naturalmente ciò sarà merito degli avversari che produrranno il loro massimo sforzo, ma molto dipenderà anche dalle ansie di prestazione della nostra squadra. Non c'è dubbio, insomma, che vedere la situazione dal punto di vista della classifica raggiunta e dall'inedito ruolo di lepre del campionato possa togliere quella serenità e spregiudicatezza che ha consentito di raggiungere proprio questi risultati.
Da gennaio in poi, in definitiva, qualcuno guarderà con occhi diversi il Verona e ogni partita assumerà un significato diverso. Adesso si fa sul serio. E questo renderà tutto ancora più affascinante e incredibile.
LE ALCHIMIE DELLA GARA. L'Atalanta è una bella squadra, ostica e aggressiva come vogliono il suo direttore sportivo Franco Landri (vecchia conoscenza gialloblu) e il mister Nedo Sonetti. L'obiettivo fondamentale è quello di fare sempre e comunque bella figura, e ci riusciranno anche al Bentegodi. Ben rinforzata durante l'estate, sono arrivati giocatori di sicuro affidamento per disputare un campionato tranquillo come il portiere Piotti dal Milan, Osti dall'Avellino e due nazionali svedesi del valore di Stromberg (fortissimo e indimenticato a Bergamo) e Larsson. E poi c'è il famoso vivaio nerazzurro che produce sempre giocatori di talento, basta citare i qui presenti Pacione, Magrin e Donadoni.
I nerazzurri vengono a Verona forti anche di due ex: lo stopper Carmine Gentile (88 presenze e 2 gol) e il furetto Sauro Fattori (28 gare e 4 gol), suo collega durante la stagione del 1981/82 in serie B. Ma consiglio di seguire anche i vari Pacione, Soldà e Magrin che in futuro vestiranno con onore la casacca gialloblù.
Bagnoli recupera Bruni che prende il suo posto come interno destro ma non può contare ancora su Ferroni ed Elkjaer sempre infortunati. Per questo motivo sceglie la solita formazione con un Volpati terzino destro, un centrocampo folto composto da Bruni – Di Gennaro – Sacchetti - Briegel e avanza Fanna a fianco di Galderisi. Con un settore mediano di questa portata, il panzer tedesco è libero di inserirsi come terza punta a suo piacimento. Confermata anche la panchina con i soliti Spuri, Fabio Marangon, Donà, Terracciano e Turchetta. Insomma nessuna novità.
Arbitra il signor Paparesta di Bari e, se non sbaglio, è la prima volta che lo incontriamo in questa stagione.
MINUTO PER MINUTO. Oggi fa molto freddo a Verona, il respiro si condensa; anche gli stravizi delle feste non aiutano. L'Atalanta (maglia bianca e pantaloncini blu) non si interessa di tutto ciò e parte sparata: non c'è rispetto per gli 8 punti di classifica che distanziano le due squadre e nemmeno per il fattore campo. Ma sono fatti così i bergamaschi, non mollano mai. Nei primi 6 minuti della partita è un assalto continuo alla porta gialloblù e gli ospiti si procurano la bellezza di 4 corner consecutivi.
Al 9' il Verona reagisce prima con una conclusione di Galderisi e poi con Bruni ma in entrambe le occasioni Piotti non corre pericoli.
Piano piano l'Hellas viene fuori e decide di cambiare la partita: il centrocampo assume il controllo del gioco e in più occasioni crea palle gol per Fanna, Di Gennaro e Galderisi. L'Atalanta, da par suo, mostra qualche crepa difensiva: occorre assolutamente sfruttare il momento favorevole!
Infatti, al 35' i gialloblu passano meritatamente in vantaggio: da Marangon a Di Gennaro a Bruni e grande fendente della mezzala imparabile per Piotti! Per Bruni è il suo primo gol della stagione. Sarà anche l'ultimo.
Il Verona adesso insiste e Galderisi per poco non raddoppia.
Finisce il tempo giocato in maniera non eccezionale ma meritatamente in vantaggio. Nella ripresa si parte subito con un'altra scorribanda veronese nell'area ospite e parata miracolosa di Piotti su Briegel. Dall'altra parte, Garella risponde da campione su Stromberg.
Questa occasione incoraggia gli uomini di Sonetti che toglie un opaco Magnocavallo per il talentuoso Donadoni e crea così i presupposti per l'assalto bergamasco che, minuto dopo minuto, si sempre più intraprendente. Al 65' Garella si oppone ai tiri di Magrin, Pacione e Donadoni. Adesso è la nostra difesa a soffrire.
Sonetti capisce che può farcela perché il Verona capolista sta soffrendo: al 75' toglie Perico, un mediano con propensione difensiva e inserisce un nuovo attaccante, l'ex gialloblu Fattori. D'altra parte Bagnoli percepisce le difficoltà della squadra e immette Donà al posto dello stremato Di Gennaro per rinforzare il pressing a centrocampo. Ma dopo poco gli ospiti meritatamente pareggiano: Pacione beffa con una girata Garella che si tuffa goffamente e in grave ritardo. Ci sono recriminazioni però perché i gialloblù lamentano il fatto che l’azione del gol di Pacione sia partita da un fallo non fischiato. Niente da fare, siamo sull'1 a 1.
Al minuto 88, Soldà finisce a terra, il guardalinee chiama l'arbitro Paparesta e gli spiega la scaramuccia tra il difensore nerazzurro e Galderisi. Risultato: rosso per entrambi. E questo è peggio del pareggio visto che la prossima partita, ad Avellino, il Verona sarà privo di entrambi i suoi attaccanti titolari, Elkjaer infortunato e Nanu squalificato.
IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA Nessuno di noi lascia il Bentegodi soddisfatto. Non solo perché non ci fa piacere subire il gol del (contestato ma obiettivamente meritato) pareggio a 5 minuti dalla fine, ma anche perché il Verona oggi non ci è piaciuto: discontinuo nella manovra, fragile nella fase di contenimento, prevedibile in attacco. Qualcuno accusa l'assenza di giocatori importanti, qualcun altro la pausa natalizia, qualcuno infine comincia a gufare che questo il valore effettivo della squadra di Bagnoli e che ha già fatto troppa strada per le sue potenzialità.
Se analizziamo le cose con una maggiore serenità dobbiamo ammettere che già a Como avevamo patito un calo di condizione. E quando concedi ai lariani e ai bergamaschi 1 punto ciascuno, in effetti qualcosa sta succedendo. Il Verona ha sempre 2 punti di vantaggio su Torino e Inter ed è sempre imbattuto dall'inizio del campionato. Però oggi sono suonati alcuni campanelli d'allarme che vanno presi in considerazione. Panchina troppo corta? Pressione dovuto alla classifica? Vedremo.
Ci attendono ora 2 trasferte consecutive ad Avellino e a Napoli, campi difficilissimi. Insomma, il 1985 è iniziato in salita, speriamo davvero che si raddrizzi in fretta.
Ecco, questo è proprio quello che un bravo tifoso non dovrebbe mai fare: non comprende che le prospettive cambiano partita dopo partita, che gli avversari esistono e che la tua squadra del cuore è umana. I tifosi sono così: insaziabili e miopi. Eccitabili per tutto: gioia o disperazione che sia.
Hellastory, 06/01/2025
G.Galderisi abbandona il campo dopo l'espulsione
Verona Hellas-Atalanta 1-1, 06.01.1985
Fonte: Guerin Sportivo
Verona H.-Napoli 3-1 Giornata 2
Ascoli-Verona H. 1-3 Giornata 3
Verona H.-Udinese 1-0 Giornata 4
Inter-Verona H. 0-0 Giornata 5
Verona H.-Juventus 2-0 Giornata 6
Roma-Verona H. 0-0 Giornata 7
Verona H.-Fiorentina 2-1 Giornata 8
Cremonese-Verona H. 0-2 Giornata 9
Verona H.-Sampdoria 0-0 Giornata 10
Torino-Verona H. 1-2 Giornata 11
Verona H.-Milan 0-0 Giornata 12
Lazio-Verona H. 0-1 Giornata 13
Como-Verona H. 0-0 Giornata 15
Avellino-Verona H. 2-1 Giornata 16
Napoli-Verona H. 0-0 Giornata 17
Verona H.-Ascoli 2-0 Giornata 18
Udinese-Verona H. 3-5 Giornata 19
Verona H.-Inter 1-1 Giornata 20
Juventus-Verona H. 1-1 Giornata 21
Verona H.-Roma 1-0 Giornata 22
Fiorentina-Verona H. 1-3 Giornata 23
Verona H.-Cremonese 3-0 Giornata 24
Sampdoria-Verona H. 1-1 Giornata 25
Verona H.-Torino 1-2 Giornata 26
Milan-Verona H. 0-0 Giornata 27
Verona H.-Lazio 1-0 Giornata 28
Verona H.-Como 0-0 Giornata 29
Atalanta-Verona H. 1-1 Giornata 30
Verona H.-Avellino 4-2
Verona, 06.01.1985. Serie A, Giornata 14
AC VERONA HELLAS
35' L.Bruni
C.Garella, D.Volpati, L.Marangon (I), R.Tricella, S.Fontolan (I), H.Briegel, P.Fanna, L.Bruni, G.Galderisi, A.Di Gennaro (83' D.Donà), L.Sacchetti.
ALL. O.Bagnoli
S.Fontolan (I)
89' G.Galderisi
ATALANTA BERGAMASCA CALCIO
86' M.Pacione
Piotti, Osti, C.Gentile, Perico (75' S.Fattori), R.Soldà, Magnocavallo (54' Donadoni), Stromberg, Vella, M.Magrin, Agostinelli, M.Pacione.
ALL. Sonetti
C.Gentile, Agostinelli
89' R.Soldà
R.Paparesta
della sezione di Bari (BA)
SPETTATORI: paganti 15.150, abbonati 17.553. I GOL. 1-0: lanciato da Di Gennaro, Bruni insacca dal limite; 1-1: Stromberg sfugge a Briegel e traversa al centro per Pacione che anticipa Garella.
COMO – AVELLINO | 2 – 1 |
CREMONESE – ASCOLI | 2 – 0 |
INTER – ROMA | 0 – 0 |
LAZIO – MILAN | 0 – 1 (Recuperata in seguito) |
NAPOLI – UDINESE | 4 – 3 |
SAMPDORIA – JUVENTUS | 1 – 1 |
TORINO – FIORENTINA | 2 – 2 |
La Classifica:
PT | G | CV | CN | CP | TV | TN | TP | RF | RS | |
VERONA | 22 | 14 | 4 | 3 | 0 | 4 | 3 | 0 | 17 | 5 |
TORINO | 20 | 14 | 5 | 2 | 1 | 3 | 2 | 1 | 23 | 12 |
INTER | 20 | 14 | 6 | 2 | 0 | 1 | 4 | 1 | 16 | 9 |
SAMPDORIA | 18 | 14 | 5 | 3 | 0 | 1 | 3 | 2 | 15 | 10 |
ROMA | 17 | 14 | 3 | 4 | 0 | 1 | 5 | 1 | 13 | 10 |
MILAN | 15 | 14 | 3 | 2 | 1 | 2 | 5 | 1 | 12 | 12 |
JUVENTUS | 15 | 14 | 2 | 3 | 1 | 1 | 4 | 2 | 18 | 14 |
ATALANTA | 14 | 14 | 3 | 4 | 0 | 0 | 4 | 3 | 12 | 19 |
FIORENTINA | 14 | 14 | 2 | 4 | 0 | 1 | 4 | 3 | 19 | 14 |
COMO | 13 | 14 | 4 | 4 | 0 | 0 | 1 | 5 | 10 | 13 |
AVELLINO | 12 | 14 | 3 | 3 | 1 | 0 | 3 | 4 | 13 | 13 |
NAPOLI | 11 | 14 | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 5 | 14 | 19 |
LAZIO | 9 | 14 | 2 | 2 | 3 | 0 | 3 | 4 | 9 | 18 |
UDINESE | 9 | 14 | 3 | 2 | 2 | 0 | 1 | 6 | 18 | 23 |
ASCOLI | 7 | 14 | 0 | 4 | 2 | 0 | 3 | 5 | 6 | 17 |
CREMONESE | 6 | 14 | 2 | 2 | 3 | 0 | 0 | 7 | 11 | 20 |
IL VERONA E' UN ASSET
Ogni passaggio di proprietà rappresenta per il tifoso la chiusura di un'epoca. Si perdono i riferimenti emotivi, si aprono nuove speranze, si teme sempre un po' anche per la competenza dei nuovi arrivati. Poi c'è il giudizio storico della (lunga) parentesi settiana definito dai suoi risultati sportivi, dalla permanenza in serie A, dallo spettacolo calcistico offerto (in termini di giocatori che lo hanno espresso e dei tecnici che lo hanno preparato), dall'immagine complessiva che ha ritratto il Verona sotto il suo comando. In tutto questo c'è soprattutto una stagione aperta e una salvezza da conquistare. Insomma, all'assalto del tifoso convergono tutta una marea di sensazioni nuove che eccitano ancora di più lo stato d'animo. Più una, alla quale non eravamo abituati: il passaggio da una proprietà individuale ad un fondo di investimento americano (private equity). Mettiamo subito in chiaro un punto: ogni passaggio di proprietà, a prescindere da quello che accadrà in seguito, è sempre un'ottima notizia. È sufficiente realizzare da una parte che il vecchio ha alzato bandiera bianca di fronte alla gestione del quotidiano, sempre più difficile da sostenere, e alla difficoltà di assicurare un futuro in linea con gli anni passati, soprattutto in un periodo economico caratterizzato dall'aumento dei costi e stressato dal Covid prima e dagli alti tassi di interesse poi. Dall'altra, il nuovo arriva con la certezza di fare bene portando con sé nuove risorse, entusiasmo e voglia di fare. Uscire al momento giusto poi aiuta tutti, tifosi compresi.
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