IL CAMPIONATO PIU' BELLO DEL MONDO
dal nostro inviato Massimo
Il pomeriggio sportivo inizia con la Formula 1: al Nurburg Ring Alain Prost precede Alboreto, Piquet, Lauda, Arnoux e Patrese. L’austriaco della McLaren è sempre più vicino al titolo: gli basta conquistare un altro quarto posto per vincere il titolo. Per il campionato, questa è la giornata di Juventus – Milan, finita in parità 1 a 1 (gol di Briaschi e Virdis) e di Inter – Verona. Le grandi, al momento, sono tutte lì. Colpisce la vittoria esterna del Torino a Udine (Serena); la Fiorentina – unica formazione che non ha ancora subito gol dall’inizio del Campionato - schiaccia l’Atalanta rifilandogli 5 reti mentre Roma e Sampdoria pareggiano tra loro su calcio di rigore. Per l’Inter, in leggero ritardo, questa è l’occasione giusta per recuperare punti in classifica e dare un freno alle ambizioni del Verona. Tutti a San Siro dunque, ad assistere a una grande partita.
LE ALCHIMIE DELLA GARA. Non esiste una grande tradizione gialloblù a Milano contro l’Inter: 8 sconfitte e 5 pareggi, 20 gol subiti in tutto e solo 3 segnati. Quando il Verona è riuscito a non perdere, lo ha fatto per lo più grazie a striminziti 0 a 0 e solo una sola volta con un dignitoso 1 a 1 (stagione nel 1982/83, gol di Guidetti). Per il resto solo brutte figure e una caterva di reti incassate nel pieno rispetto del ruolo di vittima sacrificale. Del resto, esiste una grande differenza tra la struttura organizzativa e le potenzialità dei nerazzurri - in termini di bacino di utenza e disponibilità economica - e quella dei gialloblu. Assolutamente confermata anche dagli investimenti fatti in questa stagione dal presidente Pellegrini.
L’Inter, infatti, è stata costruita per vincere tutto. Rinforzata durante l’estate grazie agli arrivi di stranieri di lusso come Brady (Sampdoria) e Rumenigge (Bayer Monaco), può contare anche sulla classe e l’esperienza di Causio (ex Juventus e Udinese) e il temperamento di Mandorlini (Ascoli). In più, ha una vecchia guardia di tutto rispetto composta da giocatori del giro della Nazionale come Zenga, Bergomi, Collovati, Altobelli, Marini e Muraro. Il tecnico Castagner, amante di un calcio coinvolgente e spettacolare, ha a sua disposizione tutta la potenza e la tecnica di cui può aver bisogno.
Sul campo di gioco assistiamo ad un Verona spigliato e sicuro di sè, mentre l'Inter scopre alcune lacune di manovra che, a gioco lungo, risulteranno fatali: tutto poggia sull'asse Brady-Rummenigge, manca però il sostituto di Bagni e la classe di Causio risente dell'età. Tra l'altro, Brady ha un'autonomia limitata e questo si fa sentire di fronte ad un Hellas agguerrito.
Formazione tipo per entrambe le squadre. Bagnoli, in versione di trasferta, utilizza Volpati al posto di Bruni; Ferroni, che risulterà il migliore in campo, ha il difficile compito di limitare Rumenigge; Fontolan se la vede con Altobelli mentre Marangon ha la meglio sul Barone Causio.
Una parola a parte merita, a questo punto, Mauro Ferroni, un giocatore del quale si parla troppo poco. Ma a torto. Piccolo difensore, velocissimo e grintoso. A lui toccano gli attaccanti più tecnici e scattanti. Palla a terra, Mauro non ha rivali. Magari qualcuno lo può superare nel gioco aereo o in potenza. Ma se ha lo spazio giusto per poter recuperare, diventa insuperabile. Rumenigge, un talento incredibile, ha molta esperienza, potenza e classe. Ma qui, oggi, il nostro difensore farà una delle più belle partite della sua carriera. Solo vestendosi da campione infatti avrebbe potuto fermare un talento simile.
MINUTO PER MINUTO. Verona in completo giallo con bordi blu e San Siro gremito in ogni ordine di posto per assistere a una gara che promette scintille.
L’Inter parte subito in gran carriera. Ferri da lontano prova una gran botta dopo pochi secondi dall’avvio della gara, ma Garella è attento e para con sicurezza.
Capovolgimento di fronte: Briegel scende sul centrosinistra ma è steso da Baresi. Fanna pennella una punizione per la testa di Elkjaer e strepitosa risposta di Zenga in angolo. Della serie: attento biscione, non siamo mica venuti in gita a Milano!
Al 9’, Garella mette in angolo un bel colpo di testa di Collovati su perfetto cross di Causio.
Si gioca da una parte all’altra del campo a viso aperto. Entrambe le contendenti vogliono superarsi. Piace soprattutto il brio dei veronesi, che non hanno alcuna intenzione di farsi mettere sotto.
Alla mezzora, Altobelli, servito da Rumenigge, svirgola una facile occasione. Meno male!
Al 36’ Briegel fa il vuoto sulla trequarti e serve Di Gennaro: gran sventola da venti metri con Zenga fuori dai pali e palla alta di un soffio.
Al 40’ l’Inter prova a passare: Brady lancia Rumenigge, il tedesco anticipa Ferroni per la prima volta dall’inizio della partita ma Garella c’è e risponde da campione.
Al ritorno in campo, i padroni di casa partono nuovamente in avanti a testa bassa: Rumenigge pesca Altobelli vicinissimo a Garella e prodezza del nostro portiere che lo anticipa di un soffio.
Al 62’ stessa scena: Altobelli di testa chiama in causa ancora Garella e nuova risposta da campione del numero 1 gialloblu.
Al 70’ però il Verona sfiora l’impresa. Di Gennaro alza per Volpati un bellissimo pallone che il mediano schiaccia in rete, Zenga compie un miracolo ribattendo la palla, irrompe Elkjaer che scarica di forza in rete. Ma nuovamente il portierone nerazzurro e anche il palo dicono di no opponendosi al sicuro vantaggio veronese. Incredibile!
Al 79’ l’Inter inserisce forze fresche: entrano Marini e Muraro al posto di Sabato e Altobelli, ma oramai la partita è incanalata nel più classico dei pareggi. Negli ultimi minuti, in casa gialloblu, c’è spazio per Bruni e Turchetta, ma questi cambi servono solo per guadagnare tempo e chiudere in questo modo le ostilità.
Al fischio finale i tifosi applaudono le due formazioni. Buon Inter e gran bel Verona a San Siro!
I SIGNIFICATI DELLA PARTITA. Per la prima volta i gialloblu non segnano – anche se ci sono andati vicini con il palo di Elkjaer – e non vincono. Tuttavia i ragazzi di Bagnoli conservano il primato in classifica in perfetta solitudine. Questo è merito anche del fatto che le grandi sono ancora intorpidite e in ritardo di condizione.
L'equilibrio generale si manifesta anche con le poche reti realizzate: solo 13 reti (di cui 5 a Firenze), una miseria. Il campionato deve ancora ingranare evidentemente e vive in uno stato di attesa. Ma quanto potrà durare? Domenica prossima il calendario metterà di fronte le prime otto della classifica e sarà fondamentale essere pronti. Per quanto ci riguarda, al Bentegodi verrà la Juventus Campione d’Italia.
La gara odierna con l’Inter testimonia che il Verona non è più solo una squadra sbarazzina da prendere con le molle, sa stare in campo e si sa adattare ad ogni tipo di avversario. Oggi, pareggiare a Milano era difficile. Motivi di natura ambientale e lo spessore dell’avversario lasciavano molti dubbi sulla tenuta dei gialloblu. Eppure, in campo le due squadre hanno giocato alla pari.
Hellastory, 07/10/2024
Verona H.-Napoli 3-1 Giornata 2
Ascoli-Verona H. 1-3 Giornata 3
Verona H.-Udinese 1-0 Giornata 5
Verona H.-Juventus 2-0 Giornata 6
Roma-Verona H. 0-0 Giornata 7
Verona H.-Fiorentina 2-1 Giornata 8
Cremonese-Verona H. 0-2 Giornata 9
Verona H.-Sampdoria 0-0 Giornata 10
Torino-Verona H. 1-2 Giornata 11
Verona H.-Milan 0-0 Giornata 12
Lazio-Verona H. 0-1 Giornata 13
Como-Verona H. 0-0 Giornata 14
Verona H.-Atalanta 1-1 Giornata 15
Avellino-Verona H. 2-1 Giornata 16
Napoli-Verona H. 0-0 Giornata 17
Verona H.-Ascoli 2-0 Giornata 18
Udinese-Verona H. 3-5 Giornata 19
Verona H.-Inter 1-1 Giornata 20
Juventus-Verona H. 1-1 Giornata 21
Verona H.-Roma 1-0 Giornata 22
Fiorentina-Verona H. 1-3 Giornata 23
Verona H.-Cremonese 3-0 Giornata 24
Sampdoria-Verona H. 1-1 Giornata 25
Verona H.-Torino 1-2 Giornata 26
Milan-Verona H. 0-0 Giornata 27
Verona H.-Lazio 1-0 Giornata 28
Verona H.-Como 0-0 Giornata 29
Atalanta-Verona H. 1-1 Giornata 30
Verona H.-Avellino 4-2
Milano, 07.10.1984. Serie A, Giornata 4
FC INTERNAZIONALE
Zenga, Bergomi, Baresi I, A.Mandorlini, Collovati, Ferri II, Causio, Sabato (79' Marini G.), Altobelli (79' Muraro C.), Brady, Rummenigge.
ALL. Castagner
Bergomi
AC VERONA HELLAS
C.Garella, M.Ferroni (I), L.Marangon (I), R.Tricella, S.Fontolan (I), H.Briegel, P.Fanna (86' L.Bruni), D.Volpati, G.Galderisi (90' F.Turchetta), A.Di Gennaro, P.Elkjær Larsen.
ALL. O.Bagnoli
S.Fontolan (I)
C.Longhi
della sezione di Roma (RM)
SPETTATORI: paganti 40.561, abbonati 22.644.
ASCOLI – LAZIO | 0 – 0 |
CREMONESE – AVELLINO | 0 – 0 |
FIORENTINA – ATALANTA | 5 – 0 |
JUVENTUS – MILAN | 1 – 1 |
NAPOLI – COMO | 3 – 0 |
ROMA – SAMPDORIA | 1 – 1 |
UDINESE – TORINO | 0 – 1 |
La Classifica:
PT | G | CV | CN | CP | TV | TN | TP | RF | RS | |
VERONA | 7 | 4 | 2 | 0 | 0 | 1 | 1 | 0 | 7 | 2 |
FIORENTINA | 6 | 4 | 1 | 1 | 0 | 1 | 1 | 0 | 6 | 0 |
TORINO | 6 | 4 | 2 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 1 | 2 |
JUVENTUS | 5 | 4 | 1 | 1 | 0 | 0 | 2 | 0 | 6 | 2 |
INTER | 5 | 4 | 1 | 1 | 0 | 0 | 2 | 0 | 4 | 3 |
MILAN | 5 | 4 | 1 | 1 | 0 | 0 | 2 | 0 | 5 | 4 |
SAMPDORIA | 5 | 4 | 2 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 5 | 2 |
ROMA | 4 | 4 | 0 | 2 | 0 | 0 | 2 | 0 | 2 | 2 |
UDINESE | 3 | 4 | 1 | 0 | 1 | 0 | 1 | 1 | 7 | 4 |
COMO | 3 | 4 | 0 | 2 | 0 | 0 | 1 | 1 | 1 | 1 |
CREMONESE | 3 | 4 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 2 | 3 | 4 |
NAPOLI | 3 | 4 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 2 | 5 | 7 |
AVELLINO | 3 | 4 | 0 | 2 | 0 | 0 | 1 | 1 | 1 | 2 |
ATALANTA | 2 | 4 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 2 | 2 | 11 |
LAZIO | 2 | 4 | 0 | 1 | 1 | 0 | 1 | 1 | 1 | 7 |
ASCOLI | 1 | 3 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 2 | 1 | 6 |
IL CAMPIONATO / INSISTE IL VERONA
di Carlo F. Chiesa, dal «Guerin Sportivo» n. 41 del 10-16 ottobre 1984
Nella giornata dei primi scontri diretti al vertice il Milan impone il pareggio alla Juve, mentre il Verona conferma a San Siro contro l’Inter del turbine Rumenigge la legittimità delle sue ambizioni da primato.
LA QUARTA GIORNATA doveva sciogliere i primi enigmi, con scontri di vertice a Milano e Torino, e invece molti nodi sono rimasti ulteriormente aggrovigliati: i nulla di fatto delle due supersfide, tuttavia, lungi dal deludere sul piano spettacolare, hanno invece dimostrato, pur nella povertà degli esiti numerici, di che pasta sono fatte le grandi autentiche. Sul terreno del Meazza Inter e Verona si sono affrontate scontrandosi a muso duro, procedendo vigorosamente a ondate contrapposte, spumeggiando entrambe ringhiose e pronte a colpire al minimo segno di cedimento dell'avversario. Rovesciamenti di fronte, occasioni da rete da una parte e dall'altra hanno a lungo ribollito nel catino di San Siro, scoprendo pregi e difetti delle due illustri antagoniste. Il Verona esce moralmente vincitore, se non altro per aver conquistato un punto sui percorsi di una trasferta terribile, e certo per aver confermato di essere squadra dura da battere, proprio per la difficoltà di scorgerne eventuali punti deboli. Ci ha provato a lungo Rummenigge, a snidarli ovunque potessero trovarsi: un Kalle schiumante e rabbioso su ogni pallone, pronto a infilarsi in ogni angolo di partita per trame un risalto di gioco, un'occasione in più con cui incrinare la crosta di un pareggio cui non voleva, non ha mai voluto arrendersi. Ma non sono bastati il coraggio, la grinta, la classe dardeggiante del campione tedesco per scalfire il diamante del blocco arretrato veronese. Una difesa che fa quadrato attorno allo strepitoso Garella, sgranando il rosario di meccanismi implacabili, di umili campioni dalla grinta inossidabile: Ferroni in particolare ha fatto assaggiare ai morsi dell'affamato Kalle la ruvida applicazione e la puntigliosa efficacia del difensore medio di scuola italiana, notoriamente il più forte del mondo. A far diga nel mezzo, quel mostro di Briegel, instancabile nel ciabatta re a destra e a manca spezzando e ricucendo, fino a demolire a poco a poco con la continua erosione dei suoi interventi asfissianti le velleità del centrocampo nerazzurto.
L'INTER. Di fronte ad un Verona ormai spigliato e audace anche in trasferta, l'Inter ha sciolto a poco a poco i propri entusiasmi iniziali, scoprendo le lacune di manovra che a gioco lungo sono risultate fatali: la squadra poggia su una difesa di granito, nella quale luccicano le scintillanti sicurezze di marcatori inflessibili (tra cui Ferri é addirittura superbo), ma la manovra denuncia debolezze organiche, tradisce esitazioni decisive. Che l'asse Brady-Rummenigge dovesse costituire la trave portante del gioco nerazzurro, era scontato alla vigilia: meno prevedi bile era invece che la manovra finisse con l'appoggiarsi quasi esclusivamente sui due assi stranieri. Il centrocampo gira intorno alla voragine lasciata dalla partenza di Bagni: Mandorlini non dispone al momento della bussola che gli consenta di trovare i giusti orientamenti del gioco, la sua mentalità ancora a metà del guado tra i conosciuti canoni del difensore d'attacco e quelli completamente nuovi del mediano offensivo lo esclude dal vivo della manovra, lo lascia perennemente indietro, solo di rado e casualmente in grado di incidere sugli sviluppi delle azioni. Sabato sembra uscito stravolto dalla esperienza olimpica, Causio fiammeggia a tratti ma a lungo andare l'età gli appesantisce i riflessi: le sfiancanti rincorse lo emarginano dai momenti decisivi, costringendolo a frequenti pause per rifiatare. Se si aggiunge che Brady può contare attualmente su un'autonomia atletica non superiore ai sessantacinque minuti, appare chiaro il quadro di una formazione che soffre di deficienze precise, che potrebbero diventare croniche, anche per mancanza di un'ala destra di ruolo capace di scheggiare dal fondo i cross per le teste delle due torri avanzate.
TORINO. Se il Verona ha superato l'esame di laurea del primato, la Juve pare concedersi solo a tratti, quasi ritenga non preoccupante l'attuale ritardo su una tabella di marcia formato-scudetto: il Milan d'altronde è un complesso che Liedholm sta' riuscendo nel miracolo di ricostruire su basi completamente nuove, senza fargli pagare lo scotto del noviziato. Anche a Torino la ragnatela rosso nera, in cui si è impaniata spesso e volentieri l'azione degli uomini avanzati di Trapattoni, ha avvolto a poco a poco la gara fino a stritolarla: meritato è giunto nel finale il pareggio dell'ex Virdis, complice un «assist» harakiri del rientrante Brio. Ma per i giochi scudetto ecco che s'affaccia anche la candidatura a sorpresa del Torino: nel gran calderone di testa d'altronde la compagine granata ha tutti i mezzi per restare a lungo, visto che i ritrovati equilibri difensivi (il ritorno di Galbiati è stato salutare) offrono un solido appoggio alle invenzioni della coppia Junior-Dossena: e in fase avanzata Serena si dimostra sempre più l'uomo nuovo del campionato, abituatosi a colpi da k.o. che giungono con una puntualità disarmante.
I GOL D'ORO. È stata anche la giornata dei gol d'autore, con sette reti straniere a confermare soprattutto la bontà di alcuni tra gli acquisti di grido che hanno incendiato l'estate. A Firenze il rientro di De Sisti porta una ventata nuova, con il ritorno al modulo a due punte e, non sarà un caso, ad una vittoria finalmente convincente, sulle ali di un modulo offensivo che può vantare interpreti straordinari. Al fantascientifico pallonetto di Socrates risponde da Napoli il primo acuto su azione di Diego Maradona: finalmente sorretto da un centrocampo organico (con De Vecchi prezioso tessitore) il «pibe» è in grado di sprigionare le scintille del suo inarrivabile talento. Il San Paolo torna finalmente a esplodere, e forse la squadra di Marchesi ha ritrovato le carte per sedersi al tavolo del torneo con ambizioni d'alto rango. Chi invece continua a cercarsi è la Roma, incappata peraltro nella sfortuna di un rigore-ombra, ma tuttora stranamente avara di soluzioni da rete. Per un Giannini che cresce nelle scomode vesti di vice-Falcao, restano i dubbi di una formula offensiva ancora non delineata definitivamente (Pruzzo, Iorio, Graziani: tre big per 2 maglie). E intanto la Samp procede al passo misurato che impone Bersellini, uomo poco incline alle avventure e a cercare fuori casa più del pareggio, ma certo candidato non da trascurare per la volata finale.
DUBBI. In totale, solo tredici reti, una miseria. Che succede al campionato? Un torneo che sbuffa, s’inceppa, riparte e poi s’arresta: sembra quasi un motore ingolfato da troppi campioni, una vettura oberata da sollecitazione eccessive. L’impressione è in effetti quella di un ingorgo di motivi, di valori assoluti, di grandezze addirittura cubitali da far confluire negli angusti canali di una stagione che si preannunciava irripetibile e non può adesso correre il rischio di tradirsi anzitempo, rovinando tra le secche della routine o di verdetti prematuri. Le superfavorite si danno di gomito, tentano ad ogni piè sospinto l’impennata risolutrice, ma si ritrovano in una compagnia che non è mai stata così folta: gli spazi si fanno d’improvviso insufficienti, gli spiragli si chiudono inesorabilmente e molti risultati vanno in bianco. Si spiegano così le isolate vendemmie di gol, liberatorie di umori che urgono sotto la cenere e nient’altro attendono che di sprigionarsi con furia, e nello stesso tempo la lunga sequela di pareggi: che così spesso inchiodano le grandi alle responsabilità di un torneo da battaglia, che non guarda in faccia a nessuno e non cede a gerarchie prestabilite. Così, tanto per cercare di schiarirsi le idee, domenica prossima il campionato decide di tagliar corto con dubbi e interrogativi, e mette di fronte le prime otto della classifica. Chissà che a gioco lungo non finisca con lo sgretolarsi anche il muro finora impenetrabile dei pareggi d’alto bordo.
ZANETTI, ABBIAMO UN PROBLEMA DIETRO?
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Devi essere iscritto per visualizzare i dati dell'Almanacco del giorno |
Prima Categoria 1911/12
Prima Categoria 1912/13
Prima Categoria 1913/14
Prima Categoria 1914/15
Prima Categoria 1915 1916 1917 1918 1919/20
Prima Categoria 1920/21
Prima Categoria 1921/22
Campionato CCI 1922/23
Lega Nord 1923/24
Lega Nord 1924/25
Lega Nord 1925/26
Lega Nord 1926/27
Campionato Nazionale 1927/28
Campionato Nazionale 1928/29
Campionato Nazionale 1929/30
Serie B 1930/31
Serie B 1931/32
Serie B 1932/33
Serie B 1933/34
Serie B 1934/35
Serie B 1935/36
Serie B 1936/37
Serie B 1937/38
Serie B 1938/39
Serie B 1939/40
Serie B 1940/41
Serie B 1941/42
Serie C 1942/43
Serie C 1943/44
Campionato Alta Italia 1944 1945/46
Campionato Alta Italia 1946/47
Serie B 1947/48
Serie B 1948/49
Serie B 1949/50
Serie B 1950/51
Serie B 1951/52
Serie B 1952/53
Serie B 1953/54
Serie B 1954/55
Serie B 1955/56
Serie B 1956/57
Serie B 1957/58
Serie A 1958/59
Serie B 1959/60
Serie B 1960/61
Serie B 1961/62
Serie B 1962/63
Serie B 1963/64
Serie B 1964/65
Serie B 1965/66
Serie B 1966/67
Serie B 1967/68
Serie B 1968/69
Serie A 1969/70
Serie A 1970/71
Serie A 1971/72
Serie A 1972/73
Serie A 1973/74
Serie A 1974/75
Serie B 1975/76
Serie A 1976/77
Serie A 1977/78
Serie A 1978/79
Serie A 1979/80
Serie B 1980/81
Serie B 1981/82
Serie B 1982/83
Serie A 1983/84
Serie A 1984/85
Serie A 1985/86
Serie A 1986/87
Serie A 1987/88
Serie A 1988/89
Serie A 1989/90
Serie A 1990/91
Serie B 1991/92
Serie A 1992/93
Serie B 1993/94
Serie B 1994/95
Serie B 1995/96
Serie B 1996/97
Serie A 1997/98
Serie B 1998/99
Serie B 1999/00
Serie A 2000/01
Serie A 2001/02
Serie A 2002/03
Serie B 2003/04
Serie B 2004/05
Serie B 2005/06
Serie B 2006/07
Serie B 2007/08
Serie C 2008/09
Serie C 2009/10
Serie C 2010/11
Serie C 2011/12
Serie B 2012/13
Serie B 2013/14
Serie A 2014/15
Serie A 2015/16
Serie A 2016/17
Serie B 2017/18
Serie A 2018/19
Serie B 2019/20
Serie A 2020/21
Serie A 2021/22
Serie A 2022/23
Serie A 2023/24
Serie A 2024/25
Serie A
HELLASTORY.net è online dall'11 maggio 2001
( 8560 giorni)
Ogni contenuto è liberamente riproducibile con l'obbligo di citare la fonte. Per qualunque informazione contattateci. Leggi la nostra Informativa Privacy. [hellastory.net] - {ts '2024-10-15 19:30:11'} - {ts '2024-10-16 02:30:11'} [browser] |