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Succede sempre, ogni calciomercato. Un giocatore parte, uno arriva. Qualcuno ha lasciato il segno, qualche altro no. Chi è rimasto pochi mesi, chi un paio di stagioni, qualcuno più longevo arriva a quattro o cinque. Qualcuno siamo felici di non vederlo più mentre per altri un po' ci dispiace
Questa è la normalità a cui siamo abituati.
Poi invece capita una volta ogni vent'anni, o forse anche trenta, il caso eccezionale, come quello di Rafael, il nostro portiere oramai “storico”. Quello che è arrivato in sordina in quel Verona post-nucleare della prima stagione di serie C. Chi è questo brasiliano che quell'imbelle di Cannella ci ha messo in porta, ci chiedevamo esterrefatti. Perché un brasiliano sconosciuto dovrebbe venire in Italia per giocare in serie C? Non ci sono italiani da prendere? I brasiliani portieri poi sono tutti scarsi. Domande senza risposta. La stagione sappiamo bene com'è andata con sto portiere indecifrabile, un vero gatto paratutto tra i pali e una vera sciagura quando era il momento di uscire. Alti e bassi continui tanto che alla fine della stagione potevamo tranquillamente anche perderlo che nessuno avrebbe aperto bocca. E invece è rimasto, come il Verona, ad annaspare nel liquame.
Abbiamo dovuto attendere la stagione 2010-11 per vedere qualcosa di diverso (come per tutto il Verona). La stagione della promozione in serie B ha segnato una prima svolta nella crescita di Rafael. Più sicuro, ancora più reattivo, qualche uscita in più nonostante ancora qualche errore di troppo. Estremamente decisivo durante i play off. Un vero e proprio “Eroe di Salerno”.
Nei due anni di B la crescita continua, lenta ma inesorabile, proprio come quella della squadra. Poi l'apoteosi nel primo anno di serie A quando per la paura dell'impatto con la massima serie per la prima volta ha dovuto fare i conti con un “rivale” di tutto rispetto (sulla carta) nel ruolo di secondo portiere. Nessun problema, rivale messo subito nell'angolo e grandi prestazioni ad accompagnare l'ottimo campionato 2013-14 tanto che non sarebbe stato uno scandalo se fosse stato convocato nella rosa del Brasile ai mondiali.
L'anno scorso cominciarono i problemi, ce lo ricordiamo bene. Rafael non è più così sicuro, gli errori cominciano a farsi più frequenti, la difesa e il centrocampo non lo supportano come dovrebbero, eppure il campionato inizia alla grande con il rigore parato a Torino. Poi un infortunio misterioso o forse problemi con Mandorlini staff e spogliatoio, non si sa. Fatto sta che per la prima volta in 8 stagioni deve cedere per un periodo il posto al vice Benussi. Quando rientra sembra stordito, 10 gol in quattro giorni a Torino non aiutano di certo. Poi verso la fine si riprende, un po' come tutto il Verona.
Arriviamo a questo maledetto campionato. I problemi di inizio stagione sono gli stessi che abbiamo adesso. Si balla in ogni reparto e Rafael segue, come sempre, l'andamento della squadra.
Poi, a Frosinone, una presa aerea facile e forse qualcuno da dietro lo disturba mentre salta, lui scende, alza il gomito e tocca il mento di un avversario. Espulso (nell'ennesima) partita chiave della stagione. L'ultimo momento di pazzia di un giocatore che per nove anni ha scritto la storia del Verona nel periodo più buio dal 1903 e nella risalita più formidabile di sempre.
Se ne va mestamente, così come è arrivato. Forse non merita tutte le colpe che gli sono state addossate qust'anno, non ha più colpe di tanti altri compagni. Come sempre lui ha seguito pari passo l'andamento del Verona. Quando il Verona giocava bene lui giocava bene, quando giocava male lui giocava male ma qualche miracolo l'ha sempre fatto.
I mille miracoli sotto porta oppure il ricordo della pazzia palla al piede contro la Ternana oppure ancora il tentativo di segnare dalla sua area nello spareggio di Busto basteranno a cancellare quest'ultima onta e a ricordarci quanto di buono ci ha lasciato in nove anni in gialloblù? Riguardatevi qualche filmato su youtube.
Rafael De Andrade Bittencourt Pinheiro, 9 stagioni, 2 promozioni, 314 presenze, primo portiere in quanto a presenze della nostra storia, quarto gialloblù in assoluto e primo tra tutti gli stranieri.
Oggi dimentichiamo i suoi difetti e lo salutiamo.
Ciao oci da mato!
Valeriano
[Leggi la scheda di De Andrade Bittencourt Pinheiro Rafael]
Hellastory, 26/01/2016