Mauro Ferroni
Terzino - 1.70 m
Con l'Hellas: 153 presenze e 0 gol
Tifosi gialloblù e avversari gli coniarono il nomignolo di "doberman", per la ferrea guardia che Mauro Ferroni esercitava sugli attaccanti assegnatigli da Bagnoli in custodia. E' forse uno dei giocatori che il tecnico prediligeva maggiormente, antipersonaggio, una punta di timidezza, serio, educato e riflessivo..
Arrivò in punta di piedi a Verona nell'estate del 1983 dopo ben otto stagioni nella Sampdoria. Mastino implacabile, malgrado il fisico ridotto, il campionato dello scudetto non lo vide protagonista al 100%: un brutto infortunio lo tenne lontano dai campi di gioco per qualche mese.
Recuperò, si rifece di nuovo male, lottò, vinse la sfortuna e si rigettò nella mischia giusto in tempo per la volata finale verso lo scudetto, mettendo a disposizione della squadra il suo prezioso e onesto contributo.
Carattere schivo e introverso, Ferroni non era il simpaticone del gruppo ma sicuramente va ricordato come un professionista serio, sempre pronto a combattere con il coltello fra i denti e sempre tra gli ultimi ad arrendersi.
Nonostante fosse il classico "terzino massaggia caviglie" si distingueva per l'esemplare correttezza: annullava l'avversario permettendo allo stesso di uscire dal campo con le proprie gambe! E di quei tempi, con gente come Brio, Gentile, Bruscolotti, Bogoni e compagnia bella, per gli attaccanti farsi marcare da gentiluomini come Ferroni era senza dubbio un onore.
Memorabili le sue sfide con Altobelli, Rumenigge, ma anche Platini, come immortalato nella foto accanto.
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