Giuseppe Galderisi
Attaccante - 1.68 m
Con l'Hellas: 151 presenze e 45 gol
Chi può essere il miglior "piccoletto" della storia gialloblu se non lui, "Nanu" Galderisi, che dalla bassa statura ha tratto il proprio soprannome identificativo? Piccolo, nero e pieno di grinta: Galderisi era un pocket-bomber,un cannoniere tascabile, che sapeva sfruttare la sua taglia ridotta per sgusciare con astuzia e rapidità tra le difese avversarie, ma che all'occorrenza riusciva anche a trasformarsi in "torre", specie nella stagione dello scudetto, quando seppe mettere a segno molti gol di testa.
Galderisi mostrò già nella sua prima stagione gialloblu tutte le sue qualità: 7 gol in campionato e le "notti magiche" in Europa (tra cui quella, indimenticabile, di Belgrado, con la sua doppietta a sconfiggere la Stella Rossa). La stagione 1984/85 fu quella dello scudetto con Nanu decisivo come non mai: con Elkjaer compagno d'attacco riusciva a sfruttare stupendamente i varchi aperti dal danese, trasformandosi in autentico mattatore. Il bottino finale fu di undici reti tra le quali sono da ricordare la doppietta a Firenze, il gol del vantaggio con la Juventus al Bentegodi e quello segnato all'Avellino nel giorno della grande festa finale. Il campionato successivo Galderisi disputò un'altra buona annata condita da sei reti e soprattutto dalla convocazione per i mondiali del Messico insieme ai compagni di squadra Di Gennaro e Tricella. L'esperienza con l'Italia risultò purtroppo da dimenticare: dopo aver stentato nel girone iniziale la nazionale venne fatta fuori dalla Francia di Platini e Galderisi in 325' di gioco non riuscì mai a centrare la rete. Conosciuto ormai a livello mondiale Nanu lasciò Verona per approdare al Milan: si era all'alba del ciclo di Sacchi che porterà la squadra rossonera a dominare la scena calcistica mondiale. Una stagione deludente (solo 3 gol) impedì però all'attaccante campano di prendere parte a questi successi. L'anno successivo si ritrovò addirittura in B con la maglia della Lazio per una promozione sofferta. Giuseppe nell'estate 1988 ritornò al Verona e l' annata risultò tutto sommato positiva: con le sue 4 reti contribuì ad un soddisfacente undicesimo posto per la squadra gialloblu giunta ormai al tramonto dell'era Bagnoli. Ritornato al Milan non riuscì a trovare spazio tanto che ad ottobre finì al Padova in serie B, dove divenne una bandiera (collezionando 197 presenze e 46 gol) prima di trasferirsi, a partire dal 1996, negli USA prima come calciatore poi come collaboratore di Zenga nei New England Revolution.
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