Sono
262 i veronesi che hanno vestito la gloriosa maglia dell'Hellas
Verona nei suoi 113 anni di storia, sin da quel lontano ottobre 1903
in cui al Liceo "Scipione Maffei" fu fondata l'Associazione
Calcio Verona associandole il nome di "Hellas" su suggerimento
del professore di greco Decio Corubolo.
Sembrano
tanti, ma se andiamo poi a vedere quanti veronesi hanno giocato in
serie A con il Verona, il numero si riduce drasticamente a 37. Questo
perché, inevitabilmente, i veronesi abbondano in squadra negli anni
"degli albori" del calcio, mentre la squadra gialloblu arriva per
la prima volta nella massima serie solamente nella stagione 1957-58,
quando il calcio ha già assunto un'altra fisionomia territoriale. Sembrano lontani anni luce i richiami alla autarchia
calcistica che il regime fascista cerca di propagandare negli anni
Venti. Riportiamo questo "appello" di "Regime Fascista" in
presentazione del campionato di calcio 1928-29:
"Le
squadre di foot ball nelle grandi città scendono in competizione con
uomini forti, requisiti, o meglio rubacchiati, in questa o quella
città; qualche squadra ha addirittura, fra i suoi componenti, uomini
comperati nell'Uruguay, nel Paraguay, ed altrove. (...) Le gare di
campionato non vengono disputate fra provincie e provincie? Ed allora
perché non si prescrive tassativamente che tutte le squadre in
competizione debbano essere composte da uomini della stessa
provincia? E' giusto e serio che domani la squadra di Caltanissetta
– tanto per citare una città – vinca con dei giocatori di Cuneo
e viceversa?"
Il
cosiddetto "commercio sportivo" non poteva certo essere arrestato
solo per volere politico, ed era naturale che con il passare degli
anni e l'allargamento del professionismo, il fenomeno di
reclutamento di giocatori da fuori provincia, quando non dall'estero,
diventasse pratica diffusa. Ciò nonostante, o forse proprio per
questo motivo, suscitano particolare fascino le storie di calciatori
che riescono ad affermarsi con la squadra della loro provincia.
Dei
37 calciatori veronesi che hanno indossato la maglia del Verona in
serie A, non sono poi molti quelli che sono riusciti a farlo con
successo e in maniera continuativa per anni. Tante sono le storie di
giocatori arrivati in serie A col Verona per poche partite, o
addirittura per una gara soltanto, come è capitato ad esempio a
diversi ragazzi del vivaio nella sfortunata stagione 1978-79.
Fra
i veronesi che hanno "assaggiato" la serie A con il Verona per
poche gare c'è anche Dino Gobbi, classe 1949, difensore nato nella
Bassa, a Cerea per l'esattezza. "Ma già all'età di 3 anni mi
trasferii a Verona con la famiglia" ci racconta Gobbi, mentre
sfogliamo insieme a lui l'album delle foto e dei ricordi.
Dino
Gobbi ha condiviso lo stesso destino con un altro giocatore
originario della Bassa Veronese proveniente dal settore giovanile
gialloblu, ovvero Fausto Nosè: per entrambi il debutto in serie A
con la maglia del Verona è avvenuto infatti il 14 febbraio 1971, in
occasione di Juventus – Verona 2-1. Nosè giocò titolare con la
maglia numero 10, mentre Gobbi entrò nella ripresa a sostituire
D'Amato.
Gobbi
ha avuto il merito e la fortuna di giocare nella squadra Primavera
che ha vinto il campionato nazionale per squadre di serie B per 2
anni consecutivi, nelle stagioni 1966-67 e 1967-68.
"Ci
tengo che la gente ricordi queste vittorie del Verona." prosegue
Gobbi "Un paio di stagioni orsono, quando il Chievo vinse il
campionato Primavera, qualcuno della stampa affermò che era la prima
volta che il titolo finiva a Verona. Non è proprio così. Con tutto
il rispetto per l'impresa del Chievo, mi sembra giusto dire che i
primi siamo stati noi."
Precisazione
doverosa. Basta peraltro andare nel sito ufficiale della Lega di
Serie A per vedere che effettivamente il Verona figura con due
successi.
Ma
andiamo con ordine e sentiamo dalla voce diretta di Dino Gobbi come
sono andate le cose...
Paolo