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HELLAS VERONA / Scudetto

24 Febbraio 1985: JUVENTUS - VERONA 1 a 1

dal nostro inviato Massimo

Siamo arrivati all'ultimo terzo del Campionato, mancano infatti «solo» 10 partite alla fine. Il Verona, dopo la difficile gara interna con l'Inter va a Torino ospite della Juventus per un altro esame di maturità. Un'altra sfida terribile. Contemporaneamente si gioca Inter – Torino, ovvero la seconda in classifica a 1 punto da noi contro la terza in ritardo di soli 3: seguiremo anche questa gara in contemporanea perchè le sorti dello scudetto si incrociano in questi due stadi. Per il resto, il Milan di Liedholm abbatte sorprendentemente la Roma all'Olimpico con gol di Virdis, e la Sampdoria sgretola la Fiorentina a Firenze 3 a 0 (Salsano e doppietta di Francis). Milan e Fiorentina sono probabilmente le due formazioni più in forma del momento. Noi ci rechiamo a Torino per una partita che si preannuncia molto difficile, ma prima abbiamo un appuntamento molto serio con la storia, una gran brutta storia.

HEYSEL. La stagione agonistica 1984/85 è ricordata negli annali e nel cuore dei tifosi per due i eventi eccezionali che l'hanno contraddistinta: lo scudetto del Verona e la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool con la strage di 39 vittime allo stadio Heysel.

In questo spazio a me dedicato dove trovano spazio anche un pò di costume, storia del calcio e riflessioni di variaa natura trovo indispensabile dedicare qualche riga a una delle pagine più tristi della storia dello sport.

Facciamo un salto temporale in avanti. Siamo al 29 maggio. Dal punto di vista sportivo, Juventus e Liverpool è una finale annunciata: i bianconeri di Trapattoni schierano una delle loro formazioni migliori di sempre, arricchita dalla classe incredibile di Platini, dalla potenza di Boniek e dal fior fiore dei giocatori italiani (Scirea, Tardelli, Paolo Rossi, Cabrini). I reds sono i detentori della Coppa e sono quindi una formazione fortissima ed esperta, assemblati secondo una logica differente da quella più di Manchester United e Arsenal, una autentica multinazionale Commonwealth che assomma il meglio a disposizione: il gallese Rush, gli scozzesi Dalglish, Wark e Nicol, l'inglese Neal e il sudafricano Grobbelaar. E poi c'è Fagan, il mister, una specie di divinità del calcio anglosassone.

24 Febbraio 1985: JUVENTUS - VERONA 1 a 1

Il problema è che questo evento, atteso da tutti, è stato trattato dagli organizzatori nella maniera più superficiale possibile. Inspiegabile la scelta del piccolo stadio Heysel di Bruxelles per una partita che meritava un palcoscenico e un livello di sicurezza completamente diversi. Tra l'altro, fino a questo momento non sono stati presi provvedimenti contro il terribile fenomeno degli hooligans inglesi, quanto di peggio ci possa essere in circolazione. Per non parlare degli interventi impacciati dei soccorsi ritardatari. Una festa dello sport si è trasformata in una tragedia incredibile per colpa dell'improvvisazione e dell'impreparazione. Alla stupidità provocatrice (gli hooligans) si è sommata la stupidità strutturale e logistica.

La storia è nota a molti: il settore Z dello Stadio Heysel destinato ai tifosi juventini è a stretto contatto con la tifoseria inglese, unica separazione una bassa barriera reticolare in ferro. Alle 19,08, poco più di un’ora prima dell’inizio dell’incontro fissato per le 20,15 i supporter inglesi, storditi dalle enormi quantità di birra consumate anche dentro lo stadio, cominciano un fitto lancio di oggetti verso gli italiani posizionati al loro fianco che reagiscono esprimendo la propria rabbia. La reazione, per altro comprensibilissima, ha l’effetto di scatenare la loro parte bestiale. Gli inglesi partono all'attacco e rompono facilmente la rete di separazione. Gli italiani vengono picchiati con spranghe e bastoni, molti dei quali ricavati proprio dalla recinzione distrutta, per essere infine calpestati. Presi dal panico, cercano vie di fuga in tutte le direzioni col risultato di accalcarsi contro il muro di sostegno del settore, il quale, sotto il peso di migliaia di disperati, crolla facendo precipitare al suolo per diversi metri una sull’altra le persone più vicine. È la strage. Un cedimento strutturale ha fatto così precipitare nel vuoto molte persone causandone la morte di ben 39 e il ferimento di varie centinaia.

Tutto l'evento è stato visto in diretta televisiva da milioni di tifosi (e lo sconcerto del cronista Bruno Pizzul) che hanno assistito a crude immagini di battaglia umana, alla catastrofe della caduta, al sangue disperso ovunque, alla confusione generale, al disagio impotente nostro e dei cronisti. Sembrava un film, ma lì c'erano persone vere!

Solo dopo ore di tormento e raccapriccio, le due squadre sono entrate in campo obbligate a giocare. Per la cronaca, la Juventus ha vinto 1 a 0 grazie a un calcio di rigore realizzato da Platini e regalato dall'arbitro Daina (il fallo su Boniek è avvenuto circa 3 metri fuori area) a parziale compensazione. Questo è quanto dichiarato in un'intervista da Michel Platini: «L'atmosfera era irreale... L'UEFA ci consegnò la coppa negli spogliatoi e soltanto io e un paio di compagni tornammo in campo per mostrarla ai tifosi»

E' giusto che accadano cose del genere? Come può una festa dello sport trasformarsi in tragedia? Chiudo qui e passo ad altro.

24 Febbraio 1985: JUVENTUS - VERONA 1 a 1

LE ALCHIMIE DELLA GARA La Juventus gira a quota 22, 6 punti in meno del Verona. In linea teorica il distacco non è abissale, ma davanti ai bianconeri sono schierate altre 5 formazioni a inseguire i gialloblù. Troppe. Però la Juventus ha una ricchezza di investimenti e di talento da dover sempre giustificare il suo impegno fino in fondo, per questo si dice che «non muore mai». Il Verona non può aspettarsi una partita comoda, tutt'altro.

Tra l'altro, i precedenti sono disarmanti: su 13 gare disputate dal dopoguerra, 11 volte ha vinto la Juventus e solo in 2 occasioni abbiamo assistito a un miracoloso pareggio veronese.

Gli uomini di Trapattoni schierano la formazione migliore, quella con 3 punte (Briaschi, Rossi e Boniek) e mezzo (Platini), più la solita esperta difesa, in verità un po' messa in discussione durante questa stagione (20 reti subite sono troppe). Solo Tacconi, reduce da un infortunio, lascia il suo posto al suo vice Bodini tra i pali. In panchina 3 personaggi piuttosto noti dalle nostre parti: Pioli, Prandelli e Vignola. Una corazzata.

Il Verona invece ha i suoi problemi di formazione. Senza Ferroni e Sacchetti infortunati e Briegel squalificato, Bagnoli deve laurearsi in architettura e matematica per far quadrare i conti. Sentite cosa si inventa: il mister chiama a raccolta i fratelli Marangon piazzando il giovane Fabio a coprire la fascia destra e il più esperto (e bravo) Luciano a sinistra. In area accentra Volpati e Fontolan intorno a capitan Tricella. A centrocampo chiede a Di Gennaro di frenare in prima battuta le discese di Boniek che parte da lontano e pertanto ha bisogno di un altro giocatore che sappia tenere palla: fuori Donà e dentro nuovamente Bruni. Fanna fa da spola alternandosi ora sulla fascia sinistra e ora su quella destra e davanti Elkjaer e Galderisi si sobbarcano il ruolo di guastatori. Tirando le somme e con i parametri moderni a noi più noti, il Verona si schiera con un 5-3-2. In panchina, oltre ai soliti Spuri, Donà e Turchetta, il Primavera «veterano» Terracciano e il suo giovane compagno della Primavera Matteoni.

MINUTO PER MINUTO La Juventus parte subito a testa bassa, molto determinata a vincere la partita. Dopo 11 minuti scatto di Cabrini sulla fascia sinistra, centro teso per Paolo Rossi che grazia Garella calciando al volo alto.

Attenzione, qui Milano: Torino subito in vantaggio! Ripeto Torino in vantaggio: Corradini, sganciatosi dalle retrovie conclude in rete su azione confusa in area di rigore! Siamo al 13' minuto. A te a Torino.

Gran bella notizia, non c'è che dire! Ma la Juve non molla: proprio al 13' minuto Tardelli si incunea in area e calcia un diagonale perfetto, Garella ci mette il piede e devia in angolo. Che pericolo!

Passano i minuti e i bianconeri sono sempre più padroni del campo: al 22' Tardelli sfugge nuovamente al controllo di Bruni e ripete il tiro di prima: ancora una volta l'incredibile piedone di Garella salva il risultato! Dopo 3' ci prova Cabrini e Garella diventa Garellik. Il nostro centrocampo, inesistente, non riesce a contenere le sfuriate dei padroni di casa che sembrano passare da un momento all'altro.

Interrompo da Milano: pareggio di Collovati di testa! Grande incornata dello stopper e Martina battuto! Inter 1, Torino 1. E' una gran bella partita giocata a viso aperto..

Il pareggio nerazzurro e gli urli di Bagnoli scuotono i gialloblù, del resto il ritmo imposto alla gara è così elevato che c'è bisogno di una pausa anche per loro. Il Verona, che ha arretrato anche Elkjaer a centrocampo, adesso controlla meglio e conclude il primo tempo sullo 0 a 0. Certo che, se non cambia qualcosa, non sarà facile uscire indenni da Torino.

24 Febbraio 1985: JUVENTUS - VERONA 1 a 1

Dopo 3 minuti dall'inizio della ripresa punizione di Cabrini: Garella è battuto ma lo sostituisce il palo! Oggi il Verona ha risorse innaturali.

Nell'arco di un paio di minuti, tra il 50' e il 55', l'arbitro Bergamo annulla 2 reti, la prima a Tricella (è la seconda volta che gli succede in questa stagione) per gioco fermo e la seconda a Boniek per fuorigioco. I gialloblù sono però un po' più sciolti e provano qualche sortita offensiva. Al 61' Bodini anticipa per un soffio Galderisi. Ma la Juventus è un'altra cosa.

Scirea spreca da pochi passi un gol già fatto e poi, al 74' passa meritamente in vantaggio con un'incornata di Briaschi colpevolmente lasciato solo dalla nostra difesa: Juventus 1 Verona 0. A questo punto, l'Inter pareggiando in casa ci ha raggiunto in testa alla classifica.

Palla al centro e Verona subito in attacco alla ricerca del disperato pareggio. Proprio come a Udine, dopo soli 120 secondi, Di Gennaro intercetta un pallone a Platini, prende la mira e saetta da fuori area all'incrocio dei pali. Niente da fare per Bodini: Juventus 1, Verona 1! Il più bel gol della sua grande carriera.

Attenzione da Milano: rigore per l'Inter! Questa è una grande occasione per i nerazzurri! Altobelli contro Martina, siamo al 77' minuto e la partita è a una svolta. Parte Altobelli, innervosito dalla pantomima del portiere, calcia piano e centrale. Martina si tuffa e respinge! Incredibile, Altobelli ha sbagliato il calcio di rigore che poteva essere la svolta del campionato! Torino salvo e, permettetemi, Verona pure!

Incredibile! Troppe emozioni tutte insieme! Ragazzi, non è un film, è la storia vera di questo Campionato pazzesco!

A questo punto Di Gennaro e Tricella urlano con forza ai compagni: «Di qui non si passa!» La Juve prova a giocare la carta Vignola e Bagnoli prende immediatamente le sue contromosse cambiando un esausto Fabio Marangon (bella prova, la sua) con il rozzo Donà che riceve una missione delicatissima: riempilo di falli e fallo arrabbiare. E' la cosa che mi riesce meglio, mister! Un pitbull contro una gazzella.

Ma la Juventus è stanca. La partita si chiude qui, nessuno riesce ad arrivare più nell'area di rigore gialloblù. Anche a Milano la partita finisce 1 a 1 tra i fischi del pubblico. L'Inter ha sprecato la sua grande occasione per raggiungere il Verona.

IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA Il 1985, secondo il calendario del calcio italiano, è l'anno del mastino!

Oggi, nella disperazione della partita e nella fragilità dell'impianto gialloblù, componenti straordinarie hanno condizionato l'esito dell'incontro e forse dell'intero campionato: i magici piedoni di Garella nel primo tempo, il palo nel secondo, l'errore di Altobelli su calcio di rigore a Milano, l'errore di Platini e la magia di Di Gennaro.

Osvaldo Bagnoli, molti anni dopo, a una domanda fatta da un giornalista su quale fosse il momento esatto in cui ha pensato di poter vincere lo scudetto, ha risposto con il sorriso tra le labbra: «Dopo la partita di Torino con la Juventus».

Ne prendiamo atto. E vivremo le 9 partite che rimangono con questo nuovo spirito.

Hellastory, 24/02/2005
Serie A 1984/85 | 20a giornata | 24/2/1985
JUVENTUS FC
JUVENTUS FC
1
  AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
1
74' Briaschi marcatori 76' A.Di Gennaro
L.Bodini, L.Favero, Cabrini, Bonini (68' S.Pioli), Brio, Scirea, Briaschi, Tardelli, P.Rossi, Platini, Boniek (68' B.Vignola).   C.Garella; S.Fontolan (I), L.Marangon (I), F.Marangon (II) (77' D.Donà), R.Tricella; L.Bruni, A.Di Gennaro, D.Volpati; P.Elkjær Larsen, P.Fanna (89' F.Turchetta), G.Galderisi
Trapattoni ALL O.Bagnoli
- ammoniti P.Elkjær Larsen, R.Tricella

Arbitro
P.Bergamo (Livorno - LI)
Note
SPETTATORI: paganti 28.924, abbonati 16.875. I GOL. 1-0: cross di Scirea e Briachi segna di testa; 1-1: errore di Platini, palla a Di Gennaro che fulmina Bodini da fuori area.



ADESSO VIENE IL BELLO


Il Verona chiude il ciclo terribile (Atalanta, Milan, Fiorentina, Juventus e Bologna) conquistando 3 punti, e non è poco. Aggiungo che, dopo la pessima gestione della gara interna contro l'Atalanta, abbiamo assistito a una squadra più compatta e messa meglio in campo. Sicuramente più dignitosa. Merito del rientro di Duda, dell'inserimento di Valentini (una spanna sopra i nostri difensori) e dell'abbandono del modulo a 2 punte che toglieva un giocatore a centrocampo, indebolendolo di fatto. Fa piacere, inoltre, vedere un gruppo che lotta e cerca di rimanere in partita fino alla fine. Questo gli ha permesso di battere la Fiorentina e di reggere dignitosamente a Milano e Torino, finché ha potuto. Fino a quando, cioè, una giocata di livello superiore ha rotto l'equilibrio.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Bologna?



H.Verona    Bologna


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Niasse C.

Sarr A.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Tengstedt C.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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