dal nostro inviato Massimo
Il calcio italiano si ferma davanti a Verona – Inter: alla 4 giornata di ritorno finalmente compare il primo test scudetto della stagione. La cosa sembra piuttosto strana visto che, all'inizio del Campionato, chiunque avrebbe considerato più adatto per questo ruolo il match odierno tra Milan e Juventus, concluso con un emozionante 3 a 2 per i rossoneri, mentre invece le due corazzate hanno ben 5 punti di distacco dal vertice della classifica. Anche la grande Roma crolla a Genova, sconfitta per 3 a 0 dalla Samp e da questa raggiunta al 4° posto mentre invece il Torino si rimette subito in carreggiata battendo l'Udinese 1 a 0 con gol di Schachner: i granata sono adesso distanti 3 punti dalla vetta. L'Inter arriva al Bentegodi con 1 solo punto in meno di classifica e per questo è obbligato a vincere. Dobbiamo spaventarci? Come possiamo interpretare questa gara molto difficile per i gialloblu?
LE ALCHIMIE DELLA GARA. Un errore frequente, in queste circostanze, è quello di affrontare il commento di Verona-Inter da un punto di vista «assoluto» e non da quello «relativo». Così facendo infatti, finiamo inevitabilmente per preoccuparci prima di tutto del differenziale delle due squadre e del possibile esito negativo dell'incontro, per poi sorprenderci nuovamente del miracolo veronese.
Messa così, in senso «assoluto», il Verona non può avere nessuna possibilità contro l'Inter: troppo alta la differenza tecnica, l'esperienza e la tradizione favorevole dei nerazzurri (dal dopoguerra 8 volte capaci di vincere e 3 di pareggiare su 13 confronti diretti al Bentegodi, segnando 21 gol e subendone 13). Parliamoci chiaro, se si fosse giocato alla quarta di andata, in Coppa Italia o in qualunque altra circostanza, questo modo di leggere la gara sarebbe stato corretto e ci avrebbe ovviamente guidato l'approccio. Ma oggi no. Oggi abbiamo un Verona in testa dalla prima giornata di Campionato e un Inter sempre all'inseguimento; abbiamo i gialloblu reduci da due brillanti vittorie consecutive e i milanesi in difficoltà offensiva; abbiamo una squadra fresca e unita (quella di Bagnoli) e una senza né capo né coda e per giunta contestata dai propri tifosi (quella di Castagner). Per la carità, non voglio assolutamente sminuire l'avversario odierno, ma l'Inter affronta i nostri nel suo peggior momento possibile. Certo, potrò anche essere smentito dal campo, i gialloblu potrebbero subire la voglia di riscatto dei nerazzurri e quindi soccombere schiacciati dal loro enorme potenziale, ma sicuramente non partiamo battuti. Anche perché finora il Verona ha dimostrato di avere sempre qualcosa in più del suo avversario.
Proprio per questo motivo, dobbiamo far rientrare l'incontro nell'ambito dello splendido campionato veronese, quindi «relativamente» alle straordinarie condizioni di forza e di sicurezza sinora dimostrate. Condizioni queste che non si sono mai più presentate nella storia.
Del resto, quando nello sport una squadra normale supera una dopo l'altra tutte le difficoltà che gli si frappongono, aumenta la consapevolezza di sé, migliora il suo livello di autostima e livella verso il basso quello degli avversari non verificando più differenze sostanziali con loro. In questo periodo, gente come Elkjaer e Briegel sono appetiti da chiunque, così come Di Gennaro – regista titolare della nazionale – Fanna, Tricella e Galderisi. Potremmo continuare l'elenco, ma non serve. La stessa forza e considerazione di sé, l'hanno avuta in passato anche il Cagliari di Scopigno e Riva e la Lazio di Maestrelli e Chinaglia nei riguardi delle formazioni più accreditate delle loro epoche. E anche in quelle circostanze, le hanno affrontate con il medesimo spirito vincente.
C'è un altro aspetto fondamentale da tenere presente: l'Inter soffre in trasferta. Basti pensare che finora ha vinto 1 sola gara lontano da San Siro, a Cremona (bello sforzo!) quando si è imposto per 2 a 1, poi ha pareggiato 6 volte e perso 1. Troppo poco per pretendere di conquistare uno scudetto. Anche perché questo comportamento è addirittura opposto a quello del Verona che per ben 5 volte è stato micidiale fuori casa (Ascoli, Cremonese, Torino, Lazio e Udinese). Diverso invece è il comportamento dei gialloblu quando giocano nel terreno amico perché devono contrastare formazioni molto più attente e chiuse, che vengono per giocare essenzialmente di rimessa, costringendoli a subire qualche pareggio (Milan, Sampdoria, Atalanta).
In pratica, l'Inter che viene a Verona per vincere deve andare due volte contro natura: la sua, quella cioè di una squadra che ha difficoltà ad imporsi in trasferta; e quella del Verona, una squadra che non molla mai niente a nessuno, soprattutto al Bentegodi.
C'è da aggiungere infine che entrambe le contendenti si temono a vicenda: mancano ancora 11 partite da giocare, ma perdere oggi creerebbe un gravissimo problema per entrambe.
L'Inter si schiera al gran completo, il Verona no: oltre al solito Ferroni, Bagnoli ha perso per infortunio anche Sacchetti, grande protagonista di una tribolata stagione. Ma la cosa più strana è la scelta che fa il mister del suo sostituto: Donà, un modesto mediano di spinta un po' discontinuo e tecnicamente involuto, arrivato a Verona dopo alcune discrete stagioni in serie C1 con Treviso, Vicenza e Bologna per consentire il recupero fisico di Sacchetti. Donà non è un giocatore di categoria, lo si vede benissimo per come sta in campo, e dopo questa stagione disputerà qualche altro campionato in giro per l'Italia senza essere mai un protagonista. I suoi momenti di gloria, infatti, sono legati essenzialmente alle rare apparizioni di questo campionato e a questa partita in particolare dove gioca da titolare. Per lui sarà un'opportunità davvero unica. Ma perché Donà e non Bruni? La risposta sta nella marcatura di Brady, splendida fonte di gioco nerazzurra, giocatore improponibile per il piccolo toscano. Quindi, oggi vedremo un Donà alla Volpati: Verona in 10 in campo e – possibilmente – anche Inter in 10.
Queste sono le complicate alchimie della gara. Diffidando da chi è sorpreso e timoroso per l'esito del confronto odierno, ci rechiamo allo stadio molto coperti. Perché questo pomeriggio si giocherà a scacchi più che a pallone, si faranno particolari accordi di non belligeranza e ho l'impressione che non ci emozioneremo affatto. Una partita tra due grandi squadre, insomma. Questo è il mio pronostico.
MINUTO PER MINUTO. Bentegodi stracolmo di tifosi e media, l'Inter comincia subito ad abbaiare: Garella, dopo 8 minuti, ha già controllato con sicurezza i tentativi di Altobelli e di Rumenigge. Poi la gara si stabilizza e le due squadre si affrontano a metà campo.
Al 21' Marangon smuove le acque con una staffilata di poco al lato. Al 28' minuto Elkjaer scalda le nostre mani con una spettacolare girata al volo di poco alta sopra la traversa: stupendo anche lo stop di petto e il precedente assist di Galderisi. Il Verona c'è e tiene perfettamente il campo.
Al 34' minuto, cross del capitano e incornata di Elkjaer: Zenga si salva con l'aiuto di Ferri. I gialloblu vogliono vincere, altro che timori reverenziali! Passano 2 minuti e ancora Marangon lancia alla perfezione Galderisi, scatto del Nanu, dribbling su Zenga, ma respinge a porta vuota Beppe Baresi. Con la mano?
L'Inter adesso è perfino in crisi. Ma quando una squadra di questo spessore subisce, passa inevitabilmente in vantaggio: Mandorlini serve Brady, lancio per Altobelli che ha un rimpallo favorevole su Fontolan, il centravanti della nazionale tira una staffilata che fa secco Garella. Verona 0 e Inter 1, è il sorpasso dei nerazzurri!
I nostri non ci stanno a perdere, sanno che il risultato è bugiardo e si lanciano subito all'assalto: dopo soli 3 minuti Bergomi falcia Galderisi in area di rigore e Briegel da ottima posizione calcia al lato. Rigore! Un boato di disappunto da parte di tutti i sostenitori gialloblu. Il Verona ha condotto le danze per 2/3 del primo tempo, meritava 2 calci di rigore ed è stato punito da un bel tiro nato però da uno sfortunato rimpallo. E' giusto? L'arbitro Agnolin dice che è così che devono andare le cose! Signori, non ho capito niente di questa stramaledetta partita!
Al ritorno in campo dopo l'intervallo, le due squadre si presentano con le medesime formazioni. Il Verona attacca subito: dopo 3 minuti Di Gennaro serve un pallone in area a mezza altezza, Briegel si avvita e incorna di precisione battendo Zenga! Alè! 1 a 1 e Verona di nuovo in testa da solo!
A questo punto ti aspetti la reazione nerazzurra, mentre invece gli ospiti scompaiono definitivamente. Allora ci provano gli uomini di Bagnoli con una punizione di Fanna (65'), un tiraccio di Elkjaer (74') e una sventola di Di Gennaro (84') da fuori area, tutti facile preda di Zenga. E' solo routine, però, anche i nostri non forzano. La partita si chiude in questo modo con il comodo risultato di parità, dopo un secondo tempo sostanzialmente inutile se non per riequilibrare il punteggio.
Pensandoci bene, questa Inter non ci potrà mettere molta paura in futuro se continua a giocare in questo modo.
I SIGNIFICATI DELLA PARTITA. Verona e Inter decidono quindi di non farsi troppo male a vicenda e lasciando le cose intatte come prima. Donà tiene a sufficienza le consegne e tutti i ragazzi di Bagnoli si mostrano efficienti e pronti. Tra l'altro, il pareggio odierno agevola i gialloblu che mantengono così 1 punto di vantaggio sugli inseguitori chiamati, nelle prossime 10 partite, a giocare ben 6 volte lontano da san Siro. E questo non li favorisce certo visto il DNA casalingo dei nerazzurri.
C'è però una cosa che voglio sottolineare adesso e lo faccio alzando la voce: non mi piace il modo in cui si stanno mettendo le cose. Oggi, l'arbitro Agnolin (proprio lui, l'amico del giaguaro) ci ha negato 2 calci di rigore nettissimi e ha ammonito Briegel che, diffidato, salterà la prossima delicatissima partita contro la Juventus; domenica scorsa ad Udine, Casarin di Milano (ovvio!) ha annullato inspiegabilmente il gol del 4 a 0 a Tricella cambiando momentaneamente le sorti dell'incontro; il signor Mattei di Macerata, a dicembre, annullò un gol sacrosanto a Di Gennaro durante Verona – Milan. Mettetela come volete, oggi il Verona avrebbe 2 punti in più in classifica e sarebbe in piena fuga solitaria. Ma dove vogliamo arrivare? Il Verona, protagonista assoluto per 2/3 del Campionato adesso mette paura proprio a tutti, anche al Palazzo. Ah, se ci fosse stato Hellastory a quei tempi, cosa mai sarebbe venuto giù…
Intanto adesso ci aspetta un'altra settimana di polemiche e di tensione. Del resto siamo in mezzo al ballo e non possiamo fare altro che ballare.
Domenica prossima secondo round scudetto: gialloblu senza Sacchetti, Ferroni e Briegel a Torino in casa della Juventus, alla sua ultima chiamata scudetto. Nel frattempo l'Inter, che non è messa meglio di noi, riceve il Torino, un avversario molto tosto. Ci sarebbero da seguire anche la partita dell'Olimpico nella quale la Roma riceve lo scatenato Milan dell'ex Liedholm e la frizzante Sampdoria che va Firenze. Non esageriamo adesso, ma è chiaro che di carne al fuoco ce ne è così tanta da consigliarvi di programmare in anticipo il nostro consueto appuntamento del giovedì.