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HELLAS VERONA / Canone Inverso

EPIMETEO E PROMETEO


EPIMETEO E PROMETEO

Ci sono una bella e una brutta notizia insieme. Quella bella è che il Verona, 9 punti sopra il Crotone e con il vantaggio dello scontro diretto, non rischia più la retrocessione diretta. Gli scaramantici tocchino pure legno e tutto ciò che di sferico ed organico hanno a disposizione di un metro, ma la squadra di Carboni non ha più la vivacità dello scorso anno e nemmeno la sicurezza che gli proviene dal fattore campo. L’Ezio Scida non è più insomma una palude infestata da coccodrilli e zanzare, ci hanno costruito sopra un ponte che si affronta con ragionevole tranquillità. Tanto è vero che, dopo il successo incredibile sul Napoli, la squadra calabrese ha mostrato grossi limiti di tenuta e scarsa pericolosità offensiva. E poi c’è Soviero, che regala gol a tutti, mentre l’ottimo Pagotto è relegato in panchina… Forse hanno già preso coscienza del proprio destino. La brutta notizia è che, nonostante i 5 punti di vantaggio rispetto la quintultima, non abbiamo ancora scongiurato il pericolo playout. Anzi, siamo sul punto di tornarci sopra. Se non lo avete capito, oggi mi sento molto più Epimeteo che Prometeo.

Chi sono questi qui? Ciascuno di noi, nei momenti difficili, ripropone dentro di sè il mito greco dei due fratelli: Prometeo è ribelle e indomito, romantico e positivo, rappresenta la nostra capacità innata di prevedere il futuro ma non è in grado di leggere il presente; per questo va sempre oltre, è la parte idealista e creatrice di ciascuno di noi, rappresenta la nostra spinta affermativa ad affrontare il futuro nonostante le difficoltà che dovremo incontrare. Prometeo è convinto che il Verona sarà sempre un gradino sopra gli altri, perché è destinato a navigare con il vento in poppa in una eterna zona Goldilocks. Adoro Prometeo!

Epimeteo invece è codardo, negativo e stolto, non sa andare oltre ciò che gli sta davanti e non riesce nemmeno ad ipotizzare che qualcosa possa cambiare in meglio. Per questo rappresenta la paura del futuro, ci porta a prepararci al peggio, a scendere a patti con la sorte, ad accontentarci di quello che capita facendosene una ragione. Lui dice che è il peso dell’esperienza a guidarlo, ma in realtà ripropone l’orrore di ciò che di brutto ha visto una volta ed è convinto che si debba ripetere per forza. La fortuna è un’eccezione, l’imperfezione e la sfiga sono invece compagne appiccicose e fedeli. A prescindere da tutto, chi è in classifica intorno al Verona è «per sua stessa natura» più forte di lui. Odio Epimeteo!

Solo paranoia la mia? Non credo: tutti siamo portati ad essere guidati dall’ispirazione positiva del primo e frenati dai dubbi e dalla miopia del secondo. Del resto, se Goethe, Platone, Esiodo, Eschilo, Shelley e Monti hanno scritto pagine bellissime intorno a questi 2 titani, sul loro rapporto opposto con Zeus (il potere, il destino) e gli uomini ci sarà pure un motivo. Il successo della loro vicenda è dovuta al fatto che ripropongono alla perfezione la potenza, ma anche i limiti e l’insicurezza del genere umano. Le nostre contraddizioni ci accompagnano quotidianamente.

Per alcune settimane ha parlato il mio Prometeo, adesso tocca ad Epimeteo.

LA FASE DI CARICO Nessun allenatore di calcio gradisce giocare 3 partite consecutive nello stesso verso, o tutte in casa o tutte fuori. Poiché la gare casalinghe generano una tensione completamente diversa da quelle in trasferta, la condizione ideale è sempre di alternarle. Al massimo, di tanto in tanto, se ne possono accoppiare alcune. Ma è fondamentale sapere che si può scaricare subito dopo quel certo tipo di stress con uno differente.

Il problema del Verona è che si è trovato davanti alla necessità di dover giocare un trittico al Bentegodi di una certa difficoltà, con in più l’obbligo di massimizzare i risultati in previsione di uno successivo addirittura diabolico per il valore delle contendenti. Sprecare punti avrebbe causato problemi alla classifica perché Bologna, Juventus e Genoa non solo ci sono superiori ma non possono nemmeno concedere nulla.

Ebbene, se il Rimini era considerato l’avversario più impegnativo dal punto di visto tecnico, il Modena quello più pericoloso a causa della sua precaria classifica. In mezzo, ci sarebbe stata una non-squadra come il Treviso. Ecco perché, sul piano dell’impegno e della tensione agonistica, i picchi delle prestazioni sarebbero stati raggiunti nella prima e nella terza partita, lasciando qualcosa (più di qualcosa, a dire il vero) in quella intermedia.

Ma questo, purtroppo, non è andato così. O meglio, doveva andare in maniera differente: 5 punti in 3 partite casalinghe sono un mezzo fallimento perché vanno letti più correttamente: 5 punti in 6 gare!

Il problema di fondo è sempre lo stesso: il Verona fatica terribilmente a concretizzare, a dominare sul piano del gioco l’avversario, a tirare in porta. Abbiamo il peggiore attacco della categoria, e si vede. Anche quando ha vinto, lo ha fatto per il rotto della cuffia (Cesena, Pescara, Crotone, Vicenza, Rimini). I commenti dei tecnici avversari usciti sconfitti sono stati unanimi in tal senso e pieni di rammarico. Anche se non fa piacere ammetterlo, Epimeteo sostiene che questi sono stati pareggi usciti meglio del previsto, piuttosto che vittorie meritate. Ci siamo goduti i 3 punti in classifica, ma non la certezza di essere anche i più forti in campo. Solo quella di Bari e in casa col Piacenza, ci hanno riempito pancia e classifica.

Tornando ad oggi, ci troviamo con 2 pareggini mediocri ottenuti con Treviso e Modena che non pregiudicano certo il nostro futuro, anzi ci tutelano in caso di classifica avulsa, ma ridimensionano parecchio le nostre speranze di conquistare la salvezza senza passare per i playout. Nulla è compromesso, s’intende, ma siamo nuovamente coinvolti. E’ come se fossimo tornati indietro di un mese e mezzo.

Tutti si rendono conto che la squadra non gira più come in passato: sarà perché non riusciamo a segnare nei minuti finali mascherando alcuni limiti, sarà che fatichiamo a correre con la spigliatezza che dovremmo. Ho l’impressione che adesso stiamo entrando nella fase di calo energetico che aveva programmato Ficcadenti in estate. Ventura fa quello che può cambiando continuamente i giocatori - soprattutto gli esterni offensivi -, sta facendo riposare Mazzola per il finale di campionato, spera nella tenuta della difesa. Tra i giocatori, l’unico che dovrebbe essere sempre impiegato, per l’esperienza che ha e per le capacità realizzativa verificata sul campo, Akagunduz, non gioca mai. O solo gli ultimi 20 minuti. Chissà perché? Certo che sperare che Ferrante, Iunco, Da Silva e Cossu possano riuscire a fare meglio di lui - anche giocando tutti insieme contemporaneamente - è lontano da ogni logica. Se ho in rosa un giocatore che appartiene alla nazionale austriaca e che ha fatto le coppe europee, io prima faccio giocare lui, poi chi gli può stare bene a fianco.

A parte questo, però, non ho rimproveri particolari da fare a Ventura che continua a trascinare il Verona  come un peso morto all’undicesimo risultato utile consecutivo. Il guaio è che con un pareggio prendi 1 punto, con una vittoria ne prendi 3.

LA FASE DI SCARICO  Si chiudesse oggi il Campionato, il Verona sarebbe salvo con 5 punti di vantaggio, mentre Spezia e Modena dovrebbero affrontarsi tra loro per non retrocedere in serie C. Ma il vantaggio accumulato finora dai gialloblu è stato il premio riconosciuto di una faticosa rimonta e dei favori del calendario.

Della fatica, che adesso stiamo pagando, ho già parlato. Adesso tocca al calendario.

Al di là di quello che desideriamo, che non serve molto ai fini pratici, le prossime 3 avversarie restituiranno completamente il vantaggio avuto sinora, concedendo teoricamente 9 punti ai nostri avversari diretti. E’ chiaro che tutti ci auguriamo di approfittare della confusione che regna oggi a Bologna, oppure di fare uno sgambetto a Del Piero e compagni, o di far venire una sincope a Pastorello nel «suo» Ferraris, ma nessuno potrebbe prendersela più di tanto se dovessimo subire 3 sconfitte consecutive nei prossimi 15 giorni. D’altra parte, non riesco nemmeno ad ipotizzare che, chi ci segue in classifica, possa approfittarne a tal punto da essere capace di conquistare 3 successi consecutivi. Preferisco pertanto mantenermi prudente in un verso e nell’altro, ipotizzando di fermarci a quota 38 e, con lo stesso metro, concedere solo qualche punto ai nostri avversari diretti. Lo stretto necessario.

Questo è il punto chiave: al di là di quello che riusciremo a conquistare nelle prossime 3 gare, quanti ne recupereranno su di noi i nostri avversari diretti? Come saremo messi dopo questo ciclo terribile? E’ inevitabile che la nostra fase di scarico genererà nuovi equilibri in zona playout. Ma quali?

  • Lo Spezia affronterà Triestina in casa, Crotone e Pescara fuori, per cui recupererà ai gialloblu 5 punti ad essere tirchio, cioè senza ipotizzare prestazioni eccezionali in trasferta da parte degli uomini di Soda. Ciò significa che anche loro si troveranno con noi a 38 punti in classifica, ma con il vantaggio nello scontro diretto.
  • Il Modena, al contrario, avrà una sola trasferta (Treviso) e 2 partite casalinghe non impossibili (Bari e Brescia). Ad essere prudenti anche la squadra di Mutti riprenderà 5 punti al Verona per girare a quota 38. Manterremo il vantaggio sullo scontro diretto, ma il lavoro del tecnico comincia a farsi sentire nel momento clou della stagione e poi hanno in formazione alcuni giocatori (Pinardi, Colacone, Bruno) che a noi farebbero tanto comodo.

In sintesi, dopo la trasferta di Genoa saremo costretti a verificare che la lotta per la zona playout sarà nuovamente apertissima e tale da coinvolgere Hellas, Spezia e Modena. Ma credo che neppure Treviso, Triestina e Bari possono sentirsi completamente tranquilli di questo passo. Un gruppo pazzesco, che deciderà chi eliminare allo spareggio solo sulla base delle ultime 6 partite della stagione e dei confronti diretti.

Sarà il caso di attendere una quindicina di giorni per appurare se i miei calcoli sono stati corretti o meno, in ogni caso mi aspetto un sostanziale accorciamento della classifica a nostro danno e una notevole boccata di ossigeno da parte dei nostri avversari diretti.

Siamo entrati in una fase molto critica. Non solo per i turni di Campionato, ma anche per come siamo messi fisicamente. E’ molto importante, a questo punto, la tenuta del Verona nelle prossime 3 gare. Insomma, se saremo costretti a lasciare punti alle squadre in lotta per la promozione in A, questo dovrà avvenire dando sempre battaglia. Epimeteo non è in grado di dare suggerimenti in merito, ma Prometeo non ha dubbi: guai al Verona se dovesse cedere stimoli, concentrazione e agonismo. Non riuscirebbe più a recuperarli dopo perché si farebbe prendere dall’ansia della classifica divenuta nuovamente difficile e dalla paura di non farcela.

E’ necessario dunque non mollare mai. Non solo per tentare l’impresa impossibile di conquistare punti inimmaginabili, ma soprattutto per mantenersi vivo. Ferito, sicuramente disperato, ma ancora vivo.

Massimo

Hellastory, 18/04/2007
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BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Genoa?



H.Verona    Genoa


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Frese M.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Serdar S.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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