dal nostro inviato Marco «Chivers»
Per me è una trasferta piuttosto
strana quella di Treviso e la ragione sta nel fatto che prima del 1997 era dal
1954 che le due squadre non si incontravano. Io nel ’54 sono nato ed ho
iniziato ad andare regolarmente allo stadio nel 1967, ho quindi visto il
Treviso per la prima volta a 43 anni; per me la squadra di calcio «Treviso» non
esisteva proprio, apparteneva a quel «calcio minore» verso il quale noi tifosi
gialloblù abbiamo sempre rivolto uno sguardo piuttosto distaccato. L’importante
realtà economica della «Marca» ha fatto si che in quegli ultimi anni del XX
secolo le squadre cittadine si presentassero tutte ai vertici dei rispettivi
sport, nel rugby, nel basket, nella pallavolo anche con successi internazionali
e con impianti sportivi spesso all’avanguardia; l’arrivo tra i professionisti,
in serie B, della squadra di calcio li trovò impreparati. Infatti la prima
partita Treviso – Verona dei tempi moderni venne giocata all’impianto di
Monigo, il tempio del rugby, in attesa dei lavori di adeguamento dell’«Omobono
Tenni», a due passi dal delizioso centro città, pulito e ordinato, ricco di
osterie (consiglio enologico assolutamente personale: Incrocio Manzoni, grande
bianco, Venegazzù, grandissimo rosso) - e trattorie dove vale la pena di
andare anche facendo una semplice gita domenicale, se si va a vedere una mostra
alla Casa dei Carraresi oppure a vedere uno spettacolo nel piccolo e bellissimo
Teatro Comunale, una vera e propria bomboniera con un’ottima acustica.
Per la cronaca quella partita
venne persa negli ultimi minuti con un gol dell’ex Fiorio; era il triste Verona
di Cagni e non era ancora il Verona - che sarebbe diventato via via sempre più
triste - di Pastorello.
L’«Omobono Tenni» è difficile
definirlo stadio, per noi abituati alle dimensioni e alla modernità (anche se
ormai un po’ démodé) del Bentegodi; il «Tenni» è «il campo» e noi ci
arriviamo con un po’ di anticipo; notiamo subito come i trevigiani se la stiano
prendendo comoda, e anche «i ragazzi dalle sciarpe gialloblù» non sono ancora
arrivati tutti; gli altoparlanti, tra una pubblicità e l’altra, diffondono una
canzoncina alla melassa, che più o meno fa così: «si alza un grido
all’improvviso / chiaro, forte, favoloso, / mano nella mano col Treviso / gioca
come in paradiso / gioca il calcio del sorriso»; dai valà... dai valà... dai
valà... direbbe uno dei nostri idoli!
Finalmente arrivano i pullman,
quasi nel momento in cui le squadre entrano in campo, mentre i trevigiani
evidentemente non se la sono presa comoda, proprio non sono interessati; scarse
presenza nelle due tribune, in curva non sono molti di più di noi, che saremo
circa 300. Il Verona scende in campo con quella che attualmente può essere
ritenuta la formazione tipo, col recupero di Sibilano in difesa, Iunco e Cossu
sugli esterni della boa Nieto; centrocampo che non prevede la presenza di
Italiano, che però è almeno in panchina. Del Treviso conosco il portiere
Avramov (precedenti non troppo edificanti in maglia strisciata biancorossa), i
difensori Viali e Lorenzi, i centrocampisti Baseggio e Giuliatto, le punte
Beghetto e Fava; punte pericolose, guai a lasciare loro mezzo metro. I padroni
di casa iniziano la partita piuttosto compassati, scavalcando il centrocampo
con lunghi lanci per cercare l’intesa con qualche scambio dei due terminali
offensivi. Il rientrante Sibilano, pur presente in molte situazioni, dimostra di
non essere al 100%, ma per fortuna gli attacchi trevigiani sono piuttosto
sterili e ben ribattuti da veloci contropiedi gialloblù, con Pulzetti che ha
l’argento vivo addosso, il solito Iunco generoso e pasticcione, un Cossu che
pare più ispirato, ed un centrocampo ordinato con Mazzola e Guarente; proprio
Guarente ha una buona occasione su spunto di Pulzetti, ma il suo sinistro,
mezzo tiro mezzo cross, viene bloccato da Avramov; nel frattempo Beghetto si
stira e viene sostituito da Russotto e a Fava viene annullato un gol, pare per
fuorigioco, ma a noi da dietro la porta è sembrata evidente una spinta ai danni
di Turati; fatto sta che senza tante proteste si va verso il finale di tempo;
una verticalizzazione improvvisa di Cossu verso Nieto, un po’ in ritardo
nell’occasione, prende in contropiede il difensore di casa che sbaglia
clamorosamente l’intervento lanciando Nieto in un corridoio libero sulla
destra, sguardo al centro per vedere Iunco che arriva arrembante, tocco preciso
e palla in rete per la gioia di tifosi, panchina e squadra gialloblù. Il primo
tempo si chiude senza ulteriori sussulti.
Greco ha iniziato a riscaldarsi
da una decina di minuti, nell’intervallo a lui si unisce Italiano che sembra
forzare i tempi di preparazione, forse entrerà da subito.
E’ stato un 1° tempo giocato a
bassi ritmi e forse in questo siamo stati favoriti, ottimo il pressing di
Pulzetti, Cossu e Iunco, scarsa la spinta sulle fasce anche se nell’unica
occasione in cui si è presentato in avanti Pedrelli ha scodellato un pallone
prezioso che ha creato qualche imbarazzo alla difesa biancazzurra. Non si può
dire che il vantaggio sia meritatissimo, ma in fondo il Treviso non ha avuto
alcuna occasione anche se da l’impressione di poterci mettere in difficoltà con
i cross dalla fasce; quindi bene così.
Inizia il 2° tempo senza cambi ed
il primo quarto d’ora è scoppiettante; iniziano i padroni di casa che vanno al
tiro pericolosamente un paio di volte, ma per una decina di minuti le folate di
Cossu e Iunco replicano alla grande creando grande apprensione nella difesa di
casa; Iunco di testa su punizione di Cossu sfiora la traversa, poi è Nieto a
crearsi due bellissime occasioni, frustrate da buoni interventi di Avramov; nel
frattempo Mazzola zoppicante viene rimpiazzato da Italiano, salutato
speranzosamente dai butei. Nel Treviso entra Vascak che subito va al tiro a
colpo sicuro dal dischetto del rigore dopo un’incursione sulla destra di
Russotto; Luca-para-Pegolo si supera e con un balzo felino manda oltre la
traversa; entra Greco per Nieto ed anche lui ha subito una bella occasione in
contropiede, si infila in un corridoio centrale, rientra sul suo piede, il sinistro,
e tira da limite ma svirgola e l’occasione sfuma. Da questo momento in poi
(siamo circa al 20’) il Verona non si vede più. Sale in cattedra Baseggio (che
fino ad allora aveva avuto poco spazio in cui muoversi, alla faccia di chi
critica la prestazione di Mazzola) che riesce sempre ad eludere la «guardia» di
Italiano, Russotto sulla destra sfonda sempre ed il povero Teodorani (già
piuttosto impreciso anche nel 1° tempo con qualcuna delle sue solite giocate
«creative») non riesce a fermarlo una volta che sia una, nemmeno fallosamente;
entrano in area palloni pericolosissimi e per fortuna che la mira dei trevisani
non è ottimale e che i nostri centrali tutto sommato si battono come leoni; ma
non riusciamo più a tenere la palla lontana dalla nostra metà campo; alla
mezzora Ficcadenti consolida il centrocampo facendo entrare Mancinelli al posto
di Cossu ma la mossa tattica viene vanificata dall’infortunio di Teodorani (che
si fa male nel tentativo di commettere un fallo sull’imprendibile Russotto) che
ci lascia in 10 con Pulzetti (come a Vicenza) a fare il terzino sinistro.
Pegolo sempre sugli scudi anche se l’intervento forse più bello è ininfluente
perché l’arbitro aveva già fischiato una scorrettezza. Poi arriva il pareggio,
a pochissimo dalla fine, un po’ strano, palla lunga dentro, il difensore Valdes
tocca in qualche modo, la palla picchia il palo e finisce dentro. A dire la
verità dalla nostra curva non s’è molto capita la dinamica del gol (rivisto poi
in tv), colpa anche dei tabelloni pubblicitari dietro la porta che impediscono
una visuale buona; fatto sta che la palla è dentro e i trevigiani in
superiorità numerica ora si affrettano perché capiscono che siamo alle corde.
Ed infatti nei minuti che restano, + 4’ di recupero, cercano di gettare il cuore
oltre l’ostacolo e creano pure una palla gol fermata da uno dei nostri
(Italiano, forse) quasi sulla linea a portiere battuto. Finché l’arbitro
Herberg di Messina (un po’ come dire... Scognamiglio di Bressanone....) mette
fine alla partita.
In macchina tornando a Verona
commentiamo la partita cercando di essere realisti: benissimo Pegolo, una
sicurezza confermata, della difesa non male i centrali, malotto sulle fasce
dove si spinge poco e si contrasta superficialmente specialmente sulla
sinistra, a centrocampo sufficienti Guarente e Pulzetti, Mazzola ha funzionato
nel suo lavoro di cagnaccio finché è stato in campo rimpiazzato da un Italiano
deludente, mai propositivo nei confronti dei compagni che dalle fasce lo
cercavano per rilanciare il gioco, sempre in ritardo e mai pronto all’idea
immediata, senza voler fare accuse, ma credo che sia la sua prestazione
sottotono ad aver costretto il Verona a non uscire più dal guscio nell’ultima
ventina di minuti; dal mio punto di vista si è giocato le ultime possibilità di
tornare titolare, a meno di infortuni e squalifiche di altri; in attacco il
solito Iunco, come già detto, che però ha il merito di essere puntuale sotto
porta, Cossu meglio del solito, probabilmente non ha completa autonomia, Nieto
meglio di sempre, oggi gli è mancato davvero solo il gol, ha fatto l’azione e
l’assist del gol, si è creato un paio di belle occasioni non andate a buon fine
non per demeriti propri, quando ha iniziato a soffrire il ritmo che si era
alzato è stato sostituito. Ultimo commento su Ficcadenti: ha messo la squadra
bene nel 1° tempo e le cose sono andate come voleva lui; nel secondo tempo
credo sia stato obbligato a sostituire Mazzola con Italiano e lì abbiamo pagato
(che Mazzola non corra come Pulzetti è evidente, ma c’è qualcuno che pensa che
Italiano corra di più?) nel peso specifico dei contrasti a centrocampo e nel
pressing sugli avversari e non siamo più riusciti a rubare palloni per
rilanciare il nostro gioco; l’ingresso di Greco – schierato in una posizione di
trequartista dietro a Iunco e Cossu larghi - al posto di Nieto credo debba
essere visto come il tentativo di accorciare la distanza tra attacco e il
baricentro del nostro centrocampo nel quale Italiano avrebbe dovuto giostrare
per trovare appoggio, non riuscendoci mai; all’ingresso di Mancinelli forse
Iunco era più in debito di Cossu, ma è più punta del tamburino sardo ed anche
più veloce, sostituendo lui si sarebbe rischiato ancor di più di essere
irrimediabilmente schiacciati, cosa che è comunque avvenuta a causa dell’infortunio
di Teodorani che ha condizionato il finale e per poco ci scappa la beffa. Forse
essere un po’ più parsimoniosi nell’effettuare le sostituzioni potrebbe essere
una buona cosa, sempre che non ci siano situazioni di emergenza.
Risultato giusto, non c’è dubbio,
ma ci resta l’amaro in bocca perché ormai ci stavamo illudendo di poter portare
via i 3 punti. Peccato, soprattutto perché non siamo riusciti a chiudere la
partita nella prima parte del 2° tempo quando grazie anche allo sbilanciamento
del Treviso abbiamo avuto le nostre belle occasioni. E comunque la classifica è
meglio non guardarla!!!
E adesso sotto con gli
squadroni!!!