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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

TORINO-VERONA 2-1

Hellastory: Le Ultimissime

TORINO-VERONA 2-1
TORINO-VERONA 2-1

dal nostro inviato fabio_s

Torino-Verona: una sfida fatta di grande emozioni, sempre e comunque. Sia che si tratti di lotta per lo scudetto, come vent'anni fa, che di lotta per la salvezza, come gli ultimi anni di serie A o per la promozione, come le ultime sfide in serie B. Partite sempre incerte, tirate fino all'ultimo, lo scontro tra due modi simili di intendere il calcio, forse ormai troppo vecchi per sfondare ancora al giorno d'oggi, cuore granata contro cuore gialloblù, ancora una volta per qualcosa d'importante. Il Torino vuole continuare l'inseguimento alla lepre Mantova, viene dal successo sul bel Modena di Pioli e Bucchi. Il Verona non perde da otto partite e in trasferta viaggia come uno schiacciasassi. Stessa differenza reti, le due migliori difese a confronto. Il nostro mister torna da avversario in uno stadio che l'ha visto protagonista da giocatore dopo l'esperienza di Verona. I contenuti di questo Torino Verona sono tantissimi.
L'ingresso allo stadio è emozionante: la curva granata è già attiva, un muro pulsante che percuote tamburi e canta incessantemente. Gli irriducibili gialloblù sono sopra di me con le loro bandiere, il loro striscione «Pastorello Vattene» curiosamente appeso di sbieco, sulla cancellata che divide il loro settore da quello adiacente. Sventolano le bandiere gialloblù, la sfida tra le tifoserie ha inizio, spettacolo nello spettacolo.
Come al solito, arrivo in tempo per il riscaldamento. C'è Jess Van Stratten in porta, si allena col preparatore sui rinvii, il giovane Fornari raccatta palloni oltre la metà campo, è proprio un bambino! Poi entrano sul terreno le squadre. Il trio Fantini-Stellone-Muzzi spaventa, c'è anche Rosina, infelice protagonista dell'infelice girone di ritorno gialloblù lo scorso anno, piccolo, voglioso di rivincita. E c'è Taibi, l'odiato Taibi che ha sempre un conto aperto cona compagine helladina. Le squadre sono concentrate, i minuti passano e rientrano nello spogliatoio per la chiama e quando rientrano sul terreno di gioco, lo stadio urla. C'è grande feeling tra i sostenitori granata e il loro pubblico, si sente il legame tra i due protagonisti del Delle Alpi. Un legame che si sente meno quando di scena c'è la Juventus, ma questo è il Toro, altra tradizione, altra mentalità. Dei tifosi anziani srotolano nel mio settore il loro striscione «Milano Granata - Gigi Meroni», mi sento un pò a casa! La partita inizia ed è subito vibrante.

Torino e Verona sanno giocare a calcio. Il Verona si schiera con Van Stratten e Turati al posto di Pegolo e Gervasoni squalificati, il resto è la solita formazione con Cassani e Bonomi sulle fasce, il trio Munari-Mazzola-Italiano in mezzo al campo e quello mignon Rantier-Ada-Iunco in attacco. Fasi di studio con il Toro subito avanti, i cross dalla sinistra mettono in difficoltà un paio di volte la difesa ma Jess sventa bene un colpo di testa ravvicinato di Stellone e un tiro pericoloso di Fantini. Il Verona controlla, come sempre perfetti i sincronismi tra difesa e centrocampo. Biasi e Turati non concedono nulla a Stellone e Muzzi, Cassani si disimpegna elegantemente offrendo palla ai centrocampisti e Ada si muove su tutto il campo cercando Rantier e Iunco con improvvisi tagli in verticale. Purtroppo, però la manovra dell'Hellas si ferma qui. Iunco e Rantier partono bene, saltano un avversario, magari anche il secondo, ma poi si perdono, cadono a terra per falli insesistenti, scivolano e restano a terra, sbagliano appoggi facili, facili. Si ha l'impressione di un Verona bloccato a contenere l'iniziativa granata che tuttavia fatica a decollare. E la partita rimane sospesa pronta a esplodere ma sempre inchiodata sullo 0-0. Al minuto 23, Munari incorna di testa un cross dalla sinistra: il tiro è tutt'altro che irresistibile, ma una zolla tradisce un distratto Taibi e il Verona passa in ventaggio. Tripudio tra i pochi sostenitori gialloblù, Delle Alpi ammutolito. «Ecco - penso tra me e me - adesso il Toro reagirà e vedremo di che pasta è fatto questo Verona». Ma il Toro non reagisce, o, forse, la pasta di cui è fatto il nostro Hellas è di grande qualità. Spazi chiusi, centrocampo reattivo, Biasi e Turati in costante anticipo sugli avversari. Rosina è spaesato come il peggiore Rosina dello scorso anno, solo Fantini sembra avere una marcia in più, ma si scontra con un muro indistruttibile. Il Verona difende in nove, Ada si muove su tutto il campo, lo si vede dentro la nostra area e un attimo dopo a centrocampo a ricevere palla, Munari blocca tutto. Sul finire del tempo Ada taglia uno splendido suggerimento per Rantier che scatta benissimo in posizione regolare: è solo e può fuggire verso Taibi per il colpo del KO, ma si inventa un cucchiaio alla Totti che, ovviamente, non essendo Rantier Totti, si spegne stancamente sul fondo. Sui miei appunti annoto «Rantier coglione». Nonostante l'errore, c'è un bel Verona da contenimento in campo e si va al riposo sullo 0 a 1 senza troppi patemi.

Il secondo tempo inizia con il Toro all'arrembaggio e il Verona si disunisce, arretra troppo il baricentro. Con il passare dei minuti, l'azione gialloblù si appesantisce, Rosina, Fantini, Muzzi e Stellone guadagnano metri e falli. Il Verona non riesce più a superare la metà campo, ma non capitola, se non dopo quasi mezz'ora. Punizione al limite per fallo dubbio su Muzzi, espulsione di Mazzola insieme a Balestri del Torino e botta terrificante del centravanti romano su cui Van Stratten nulla può. Palla al centro e il Verona è stordito, perde subito palla e sul capovolgimento di fronte Bonomi atterra un attaccante granata in area: è rigore!! Rosina si porta sul dischetto per scacciare in un sol colpo i fantasmi della scorsa stagione e del rigore sbagliato recentemente, ma Jess si supera e devia in angolo alla grande. E' fatta, penso in cuor mio. Manca meno di un quarto d'ora alla fine e il Toro deve subire per forza il contraccolpo. Rosina batte il corner palla in area e ...si consuma il dramma gialloblù proprio un attimo dopo il rigore parato. Biasi è in vantaggio su Stellone, ma una di quelle amnesie che sembravano averlo abbandonato in questa stagione si ripresenta d'improvviso, tocco maldestro e palla nella propria rete. La gara finisce qui, il Verona non è in grado di invertire la rotta in avanti...solo Aurelio entrato al posto di Iunco sembra avere qualche carta da giocare contro i lenti e scarsi tecnicamente difensori del Torino, ma non ci sono occasioni da gol. Sforzini entra nel finale ma può produrre soltanto una bella spizzata di testa che per poco non trova pronto Turati alla deviazione. Viene espulso anche Ficcadenti dall'arbitro Trefoloni, perfetto per tre quarti di gara e poi autore di alcune decisioni difficilmente comprensibili.
La partita finisce dopo 5 minuti di recupero: il risultato può sembrare giusto dato il numero di occasioni prodotto dalle due squadre, ma c'è la netta sensazione di un'occasione sprecata per due minuti di follia, quei due minuti che tante volte ci hanno fregato in passato e che puntualmente ogni tanto si ripresentano. Speriamo di non rimpiangere in futuro questi due minuti di follia come troppe volte ci è successo ultimamente. Concludendo, il Verona visto al Delle Alpi è vivo, concentrato e determinato nei suoi uomini chiave, e anche i rincalzi dimostrano di essere cresciuti molto. Purtroppo, il Verona continua a essere spuntato: il ritornello va avanti ormai da troppo tempo, ma oggi Rantier e Iunco non ne combinano una giusta: dribbling assurdi, appoggi sballati, perdite di tempo inaccettabili.
Tra sette giorni al Bentegodi c'è il Catania, una partita da vincere assolutamente per riprendere il discorso interrotto oggi, senza capitan Mazzola che sarà squalificato. La sconfitta di oggi avrà sicuramente risvolti importanti e arriva probabilmente al momento giusto: deve essere l'incipit della riscossa tra le mura amiche. Un caro saluto a tutti.

Pagelle

Van Stratten 7: il migliore in assoluto, che dire di un portiere che esordisce su un campo difficile come Torino, dove aveva preso tre pappine lo scorso anno, dovendo sostituire Pegolo che è in forma strepitosa. Tutto il bene possibile, soprattutto se dà sicurezza ai compagni, non spreca un pallone sui rinvii e para tutto, il parabile e il non parabile. Se Pegolo dovesse partire, questo ragazzone Australiano non lo farebbe certo rimpiangere.
Cassani 6: elegante, perfetto in difesa ma mai protagonista in avanti. Le attenuanti ci sono (chi va a prendere i suoi cross?) ma da lui ci si attende molto di più in costruzione del gioco.
Bonomi 5: parte grintoso come al solito questo difensore timido che ha saputo conquistare i tifosi in breve tempo. Ma nel secondo tempo si spegne troppo presto, causa ingenuamente il rigore, manca di personalità.
Biasi 5.5: un voto in meno per l'autorete che frustra una prova attenta e generosa come al solito, in costante anticipo sia di testa che di piede su Stellone.
Turati 6.5: mi è piaciuto, ha tenuto a bada Muzzi e le sue provocazioni per tutta la parita. Causa la punizione da cui nascono il gol e l'espulsione di Mazzola, ma il fallo è dubbio. In costante crescita.
Munari 6.5: Hannibal the Cannibal bagna finalmente un'altra prova generosa con un gol, fortunoso e alla fine purtroppo meno importante di quello che sarebbe potuto essere. Ma il ragazzo c'è, recupera palloni su palloni, commette fallo quando e dove deve farlo, fà ripartire l'azione. Un acquisto importante su cui investire per il futuro?
Mazzola 5.5: il capitano lotta e sbuffa come sempre, ma è meno lucido dell'anno scorso, le primavere sono tante e le battaglie ancora di più. Mezzo voto in meno per l'espulsione, che speriamo gli consenta di recuperare un pò di energie grazie all'imminente squalifica.
Italiano 6: svolge il compitino, senza infamia e senza lode, qualche bel lancio dei suoi, ma molti lanci sballati e passaggi affrettati, mai un'impressione di tiro. Non è decisivo e deve tornare ad esserlo, altrimenti è un giocatore normale. Positivo il fatto che abbia riguadagnato i gradi di vice-capitano, segno che nello spogliatoio è tornato a esistere.
Iunco 4.5: Inutile e dannoso, mi spiace doverlo ammettere visto che stravedo per lui. Dribbling inutili, mai pericoloso e ostinata e fastidiosa ricerca della simulazione. Si perde in un bicchier d'acqua e fa arrabbiare Ada per l'ennesima palla non data. Eppure, non si può fare a meno di lui.
Ada 6: parte bene ma si perde con il passare dei minuti. Qualche bel taglio in verticale, un costante movimento che lo porta dalla propria area di rigore fino a quella avversaria senza soluzione di continuità. Ma anche lui non va mai al tiro, non si avvicina mai alla porta di Taibi. Sembra un pò stanco.
Rantier 4: come il «gemello del non gol», con l'aggravante del cucchiaio.
Aurelio 6: di stima perchè quando entra non può fare molto ma almeno ci prova. Una bella fuga sulla sinistra conclusa da un insidioso cross rasoterra per il centravanti fantasma. Poi non riceve un pallone che sia uno, ma è vivo. Forse bisognerebbe cominciare a lanciarlo dal primo minuto
Mancinelli e Sforzini: S. V.
Ficcadenti 6: ce l'aveva quasi fatta a prendere il toro per le corna, ma non è stato impeccabile come al solito. Forse, sullo 0-1, sarebbe stato meglio far entrare prima Sforzini e Aurelio al posto di Rantier e Iunco per bloccare di più i difensori del Torino. L'espulsione non l'ho capita proprio: cosa avrà fatto di così terribile?.
Curva 6.5: pur nell'improponibile confronto numerico con i sostenitori granata, i gialloblù si sono sentiti spesso con i loro incitamenti e visti con il loro incessante sventolio di bandiere. Prova superata anche per quanto riguarda i buh: due giocatori neri in campo e nessuna offesa al loro indirizzo. Stiamo crescendo.

Hellastory, 20/11/2005

ZANETTI, ABBIAMO UN PROBLEMA DIETRO?


Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.

[continua]

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