A Verona il 12 settembre 1982 fa ancora caldo. Sotto il balcone di Giulietta gli ultimi tedeschi in gita si fanno fotografare mentre toccano il seno della bella Capuleti, si aggirano tra gli arcovoli dell'Arena e consumano gelati da passeggio, alzando gli occhi verso le bellezze senza tempo della città oltre cui, per dirla con Shakespeare, non vi è che «dolore e disperazione».
Qualche chilometro più in là, in periferia, nell'arena intitolata al decano dello sport veronese, Marcantonio Bentegodi, gli spalti sono gremiti a sfiorare il tutto esaurito. Qualche settimana prima di festeggiare la 3^ coppa del mondo, Verona aveva salutato anche il ritorno dell'Hellas in serie A, dopo 3 campionati nell'inferno della B in cui la gloriosa squadra gialloblu aveva rischiato anche di finire in C. Al primo anno sulla panchina del Verona, Osvaldo Bagnoli aveva centrato l'obiettivo vincendo il campionato cadetto e dando alla squadra un gioco piacevole ed efficace. Ma la serie A sarebbe stata un'altra cosa. Candidate allo scudetto la Juventus di Trapattoni, detentrice del titolo, già forte dell'impianto della nazionale azzurra vittoriosa a Madrid e ulteriormente rinforzata dagli arrivi del polacco Boniek e del francese Platini, la Roma di Bruno Conti e Falcao, compagine che gioca a memoria applicando la «zona pura» di Liedholm e, infine, l'Inter di Altobelli e Muller. Nonostante una campagna acquisti che porta nella città scaligera giocatori di tutto rispetto, la stampa relega il Verona neo-promosso nella fascia della squadre a rischio. Tra i nuovi arrivati ne spiccano senz'altro tre: Pietro Fanna, che ha vinto gli ultimi due campionati con la maglia della Juve, ala dai polmoni d'acciaio e dai piedi buoni, ma anche discontinua e poco avvezza al gol; il roccioso stopper polacco Wladislaw Zmuda, reduce dal terzo posto con la nazionale ai mondiali di Spagna (in realtà Zmuda si infortunò in precampionato e fu sostituito da Spinosi che si tenne la maglia di titolare tutto l'anno) e Josè Guimaraes Dirceu, mezzapunta brasiliana dotata di grande classe e di un sinistro al fulmicotone, proveniente dall'Atletico Madrid. Bagnoli non lo conosce, ha chiesto un nazionale argentino, Ardiles, ma le finanze della società scaligera non possono permetterselo, la dirigenza si orienta quindi verso Dirceu, non più giovanissimo (30 anni) ma comunque in grado di aumentare il tasso tecnico della squadra. Per il Verona neopromosso non ci può essere un inizio di campionato peggiore: nelle prime 3 giornate l'Hellas dovrà giocare proprio contro le 3 candidate al titolo! Così, nell'afoso pomeriggio del 12 settembre 1982, alla 1^ giornata di campionato, il Verona si trova ad affrontare l'Inter tra le mura amiche del Bentegodi. I gialloblu di Bagnoli giocano a ritmo alterno, subiscono due gol nei primi 20 minuti, dimezzano le distanze, ma non riescono a pareggiare una partita che alla fine, sul piano del gioco, li vede prevalere rispetto ai più titolati avversari. Più o meno la stessa solfa alla 2^ giornata quando la squadra di Bagnoli, ospite della Roma all'Olimpico, gioca addirittura meglio dei giallorossi, avvicinandosi in più occasioni al gol e colpendo una traversa con Volpati; purtroppo un inutile fallo di Garella su Falcao (al 90º) regala il rigore della vittoria alla Roma.
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Alla 3^ giornata il trittico di partite da brivido si chiude contro la Juve al Bentegodi. Lo stadio manco a dirlo è stipato ai limiti della capienza e i tifosi gialloblu sembrano addirittura una minoranza rispetto a quelli bianconeri. Ma alla fine dell'incontro si sentirà solo la marcia trionfale dell'Aida, scandita dalle Brigate Gialloblu, a coronare la prima vittoria in serie A del Verona di Bagnoli. Dopo un primo tempo in cui la Juve mette paura, colpendo anche un palo con Boniek, l'Hellas gioca una ripresa strepitosa e va in gol con Fanna e Tricella; il gol di Paolo Rossi a tempo scaduto non serve a riaprire la partita. Con la 4^ giornata arriva la seconda vittoria dell'Hellas, la prima in trasferta: a Genova, contro i grifoni rossoblu, si vince grazie ad un'autorete del genoano Testoni all'85º. Con il 3-0 al Bentegodi sull'Avellino alla 5^ giornata, il Verona approda alla parte alta della classifica, a pari punti con Inter e Juve. 6^ giornata: l'Hellas è di scena a Pisa e coglie la 4^ vittoria consecutiva. I gialloblu si impongono per 1-0 grazie al gol del solito Penzo, raggiungendo il secondo posto in classifica (sia pure in coabitazione con Sampdoria e Torino) a due punti dalla Roma in fuga. La città comincia a scaldarsi, ma le 4 vittorie consecutive dell'Hellas non odorano ancora di miracolo. A fare notizia infatti non è solo la squadra di Bagnoli, ma tutte le tre neopromosse (Sampdoria e Pisa oltre naturalmente all'Hellas) che hanno iniziato il campionato alla grande. Ci vorrà comunque solo un'altra settimana prima che si possa parlare del Verona in termini «storici». Alla 7^ giornata infatti, al Bentegodi arriva il Catanzaro. Il Verona vince per 3-1 grazie a una doppietta di Penzo e al gol di Dirceu; la tranquillità con cui la squadra si impone è disarmante. Si tratta della 5^ vittoria consecutiva dell'Hellas. Le notizie che arrivano dagli altri campi cominciano a contornare un miracolo: la Juve batte la Roma, Inter e Torino pareggiano, la Sampdoria è addirittura sconfitta. La voce di Paolo Valenti, a 90º minuto, annuncia che il Verona è primo in classifica a pari punti con la Roma! È il 24 ottobre 1982 e per la prima volta nella sua storia l'Hellas guarda tutti dall'alto in basso. La città finalmente si mobilita e anche l'Italia dei media comincia ad interessarsi alla squadra di Bagnoli, ma si parla ancora di «sorpresa a termine», non certo di una realtà in grado di affiancarsi alle grandi nella lotta allo scudetto. In occasione della trasferta di Udine, alla 8^ giornata, sono almeno 6.000 i veronesi che invadono il Friuli. L'autostrada sembra un unico serpentone di pulmann ed auto che espongono sciarpe e bandiere gialloblu. L'Udinese di Ferrari non è squadra da sottovalutare: in classifica ha solo due punti in meno della coppia di testa. I tifosi gialloblu sperano nella 6^ vittoria consecutiva ma la partita si chiude a reti inviolate. Si tratta però di un incontro bellissimo, ricco di capovolgimenti di fronte e di occasioni da gol. Alla fine il pareggio sembra il risultato più giusto anche se rimarrà famosa una punizione di Edinho: la palla colpisce il palo interno alla destra di Garella, corre lungo la linea di porta, rimbalza sul palo sinistro e finisce nelle mani del portierone gialloblu! La Roma intanto schiaccia il Pisa e si riprende il primo posto in solitaria. Alla 9^ giornata il Verona è di scena ad Ascoli dove, alla fine di un incontro combattutissimo e avvincente, si impone per 3-2 grazie alle reti di Fanna, Oddi e Penzo. La Roma impatta a Udine e l'Hellas la raggiunge di nuovo al primo posto; la Juve segue a un punto. Una settimana dopo, 10^ giornata, al Bentegodi arriva il Cagliari, penultimo, e tutto fa pensare che il Verona vincerà e terrà la testa della classifica. Invece, la squadra di Bagnoli si fa raggiungere per ben due volte e pareggia contro un avversario di certo non trascendentale, qualcuno cerca già di ridimensionare l'Hellas che, comunque, rimane ad un solo punto dalla vetta. Nel frattempo la Roma affonda la Fiorentina e la Juve si impone nel derby. Siamo ad un terzo del campionato e i primi bilanci rientrano nel novero delle previsioni: la Roma è la favorita per la vittoria finale, la Juve viene subito dopo e qualche possibilità sembra averla anche l'Inter. Per il Verona si parla di rivelazione, della squadra che esprime il gioco migliore (dopo la Roma di Liedholm s'intende), ma durerà? È quello che si chiedono anche i veronesi che però non si sbilanciano: la parola scudetto non viene assolutamente pronunciata, qualcuno parla di zona UEFA ma lo fa con tono sommesso, timoroso di rompere qualche tabù scaramantico. Al solito Bagnoli è il più umile di tutti e fa notare che è addirittura presto anche per parlare di salvezza, visto che a quella matematica mancano ancora 12 punti. Ma Bagnoli è certamente il primo a sapere che la sua squadra gioca bene, anzi benissimo. Davanti a Garella (forse l'unico ad avere vistosi alti e bassi in questa prima fase di campionato), Tricella gioca con la sicurezza di un veterano, Spinosi e Oddi si occupano della marcatura sciorinando prestazioni sempre all'altezza, sulle fascie dominano Marangon a sinistra e Fanna a destra (ma il buon Pietro macina chilometri a tutto campo e diventa il vero motore della squadra), a centrocampo, oltre ad uno stupefacente Volpati, vero e proprio jolly (è un mediano ma all'occorrenza fa il terzino, la mezzapunta e segna pure qualche gol), Sacchetti dimostra di avere grinta e piedi buoni, mentre Di Gennaro e Dirceu dettano i tempi delle azioni, finalizzate da un Nico Penzo che segna con una regolarità straordinaria: l'Hellas di Bagnoli è un meccanismo perfetto. Verona e il Verona cominciano ad essere sempre più presenti sui giornali, ma l'attenzione maggiore attorno ai giallublu scaligeri raggiungerà il culmine nella fase centrale del campionato quando l'Hellas diventerà a tutti gli effetti l'anti-Roma.
Davide
Nella foto, tratta da www.almanaccogiallorosso.it, Dirceu e Falcao