Alla vigilia della trasferta a Firenze, in programma all'11^ giornata, il Verona di Bagnoli è secondo in classifica a pari punti con la Juventus, un punto sotto la Roma capolista.
La Fiorentina non passa un buon momento ed è più vicina alla zona calda della retrocessione che a quella dell'alta classifica. Tuttavia la compagine viola è un organico di tutto rispetto. Il Verona però si presenta al Franchi senza nessun timore reverenziale e al '20 Volpati porta in vantaggio i gialloblu che conducono un ottimo primo tempo. Nella ripresa la Fiorentina si butta sotto e riesce ad acciuffare il pareggio con un tiro da lontano che beffa garella. Pareggia anche la Roma, mentre la Juve perde ad Ascoli e a far compagnia al Verona al secondo posto sale l'Inter vittorioso sull'Avellino.
La domenica seguente il campionato si ferma per fare posto alla nazionale. Mancano due partite alla fine dell'anno, il Verona le giocherà in casa contro il Torino e il Cesena. Alla 12^ giornata, contro i granata, l'Hellas si impone di misura con un gol di Volpati al ‘6 conservando il 2° posto in solitaria ad un punto dalla Roma.
Nell'ultima partita del 1982, alla 13^ giornata, contro il Cesena, il Verona non riesce ad ottenere la vittoria che lo riporterebbe in vetta a fianco della Roma. I bianconeri romagnoli vanno addirittura in vantaggio con Schachner e ci vuole un calcio di rigore, realizzato da Penzo, per rimediare una partita in cui la squadra di Bagnoli sembra irriconoscibile, certo non si può essere sempre al meglio, e una partita storta può capitare. Ma la realtà è un'altra e verrà fuori sempre di più nella seconda parte del campionato: il Verona gioca perfettamente di rimessa e contro le "grandi", o comunque contro squadre che cercano di imporre il proprio gioco, i gialloblu sanno sfruttare alla perfezione gli spazi, cosa che non riesce contro squadre che si chiudono in difesa, come per l'appunto quelle che lottano per la salvezza. Comunque l'anno finisce con l'Hellas sugli scudi, a contendere alla Roma la palma di squadra del momento.
Siamo quasi a metà campionato e le prestazioni negative di Juve e Inter non fanno altro che dare speranza a quanti, in tutta Italia, sperano che la squadra di Bagnoli continuerà ad essere l'anti-Roma. Di scudetto però se ne parla poco, anzi, a Verona non se ne parla per niente, anche se la crescita di interesse attorno al vecchio Hellas è tangibile e facilmente quantificabile negli incassi del Bentegodi e nel numero dei supporters che girano l'Italia al seguito della squadra. La voce di Roberto Puliero che la domenica pomeriggio dai "microfoni gialloblu di Radio Adige" racconta le gesta della truppa di Bagnoli, diventa familiare in ogni angolo della città e della provincia. Bagnoli è spesso ospite nelle trasmissioni sportive delle TV private locali e conquista tutti con la sua umiltà, la sua semplicità, la sua espressione così normale da farlo sembrare quasi un marziano nel mondo esclusivo del calcio che conta. Ma in genere tutti i visi dei giocatori del Verona diventano familiari: quello da ragazzino di Tricella, quello già segnato di Fanna che dimostra qualche anno in più, quello contornato dai lunghi riccioli da "bajoso" di Dirceu; quello maturo del bomber Nico Penzo da Chioggia, che non ha ancora trent'anni ma è sposato con tre figli, quello furbo di Volpati che studia medicina, quello accattivante del rubacuori Marangon, quello da maniscalco coriaceo di Oddi e poi via via tutti gli altri, che si presentano alle interviste stupiti da tanta pubblicità. Insomma l'Hellas festeggia il capodanno in un clima che nemmeno il più ottimista dei tifosi avrebbe osato immaginare.
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Il 2 gennaio 1983, 14^ giornata, si riprende. Il Verona è di scena a Napoli. I biancazzuri sono in piena crisi, appaiati al Catanzaro sul fondo della classifica. La doppietta di Fanna ha l'effetto di un eruzione del Vesuvio e il Napoli rimane da solo in fondo alla classifica. Anche la Roma continua a vincere mentre Inter e Juve pareggiano e, matematicamente, non possono ambire al titolo simbolico di "Campione d'inverno" che sarà una questione privata tra i gialloblu di Bagnoli e i giallorossi di Liedholm.
Alla 15^ giornata, quindi, si assegna il titolo d'inverno. Al Bentegodi arriva la Sampdoria che, dopo un avvio di campionato brillante, si è assestata nelle posizioni di centro classifica. Al 1° minuto, quando ancora buona parte del campo è avvolto dai fumogeni, il Verona è già in gol con Penzo. Anche la Roma va in vantaggio a Torino ma all'inizio del secondo tempo i granata pareggiano: se i risultati non cambiano Roma e Verona sono campioni d'inverno ex-aequo. Invece qualcosa cambia: al '62 la Sampdoria pareggia con Renica (tra l'altro veronese purosangue) che coglie Garella impreparato con un tiro da lontano. La Roma festeggia il titolo d'inverno ma sente il fiato del Verona sul collo a un solo punto dalla vetta, mentre Inter e Juve sono staccate rispettivamente di 3 e 4 punti. L'Hellas diventa ufficialmente l'antagonista principale della squadra di Liedholm e già monta l'attesa per l'imminente scontro diretto al Bentegodi.
Prima però il Verona dovrà vedersela a San Siro contro l'Inter. La sfida contro i nerazzuri, alla 16^ giornata, non è certo da prendere sottogamba. Il Verona sfodera un primo tempo praticamente perfetto, si porta in vantaggio con Guidetti al ‘9 e, nonostante un calo nella ripresa, sfiora il sogno della prima vittoria a San Siro fino all'80°, quando Bergomi pareggia. La Roma purtroppo batte di misura il Cagliari e alla vigilia dello scontro diretto ha 2 punti di vantaggio.
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Il 23 gennaio 1983, 17^ giornata, tutti i riflettori sono puntati su un Bentegodi stracolmo. Verona–Roma è un'inedita sfida scudetto. Ben più di mezza Italia tifa gialloblu. Tifano Verona gli juventini e gli interisti fiduciosi in un impresa dei gialloblu che possa fermare la Roma e in generale tifano Verona tutti i milioni di calciofili italiani, contagiati dalla simpatia della matricola di Bagnoli e dal suo gioco pulito ed efficace. Ne viene fuori una partita non bellissima, ma sicuramente tesa ed avvincente, aperta a tutte le soluzioni. Iorio porta in vantaggio la Roma al '27 e Penzo riacciuffa il pareggio due minuti dopo, nella ripresa Sella, subentrato a Penzo, sbaglia clamorosamente il gol della vittoria. Il pareggio accontenta la Roma che conserva 2 punti di vantaggio sul Verona, 4 sull'Inter e 5 sulla Juve: mancano ancora 13 partite ma si ha l'impressione che, a questo punto, solo i giallorossi possano perdere uno scudetto già virtualmente in tasca. Il Verona intanto porta a 15 i risultati utili consecutivi ma sembra aver perso un po' di freschezza.
Alla 18^ giornata, contro la Juve, l'Hellas pareggia a reti bianche portando a casa l'ennesimo risultato prestigioso, ma purtroppo la Roma, vittoriosa sulla Sampdoria, allunga ulteriormente la sua fuga, e l'Inter si porta ad un solo punto dai gialloblu. La vittoria manca ormai da 4 giornate ed è evidente che nel giocattolo di Bagnoli qualcosa si è inceppato.
Contro il Genoa in casa, alla 19^ giornata, si ripete quello che era già successo contro il Cagliari e il Cesena: il Verona soffre la mancanza di spazi e non riesce ad imporre il proprio gioco, il Genoa, dal canto suo, gioca di rimessa e si porta addirittura in vantaggio per 2-0! Ci vuole il grande cuore della truppa di Bagnoli per acciuffare il pareggio nei minuti finali. Pareggiano anche Roma, Inter e Juventus e la situazione in vetta resta inalterata. Bagnoli sa perfettamente che la sua squadra ha quasi finito la birra: 17 risultati utili consecutivi costano fatica e concentrazione. Il calo è inevitabile. Tra l'altro il Verona non è più una sorpresa, e gli avversari sono ben consci di dover adottare contromisure efficaci. Lui del resto, l'Osvaldo, l'ha sempre detto di non farsi illusioni: il Verona era partito per salvarsi e ad 11 giornate dalla fine si trova al secondo posto e gli manca un solo punto per la salvezza matematica! Purtroppo però i tifosi si sono abituati al successo, e la debacle al Partenio, contro l'Avellino, alla 20^ giornata, è davvero un brutto colpo.
Il Verona rimedia la sconfitta più pesante del campionato nella giornata in cui la Roma ipoteca lo scudetto portando il vantaggio sui gialloblu a 5 punti e sulla coppia Inter – Juventus a 6. L'Hellas mantiene il secondo posto ma è sempre più palese che la squadra scaligera non è più quella brillante di inizio campionato. Mancano ancora 10 partite, di scudetto non si parlava prima e non se ne parla neanche adesso, ma la zona UEFA sembra ancora un obiettivo possibile.
Davide