E dire che il sito ufficiale della Sambo, ieri pomeriggio, non prometteva niente di buono: “Biglietti nominativi, iniziata la prevendita. Visto il numeroso pubblico previsto la Società ha deciso di effettuare la prevendita per la prima... (leggi tutto). Leggendo tutto, si capiva che “prima” era riferito all'edizione della Datacol Cup. Ma nel frattempo, chiunque dotato di un minimo buonsenso, si era già immaginato che la frase continuasse così “per la prima volta nella storia del calcio, si vendono biglietti nominativi (!) per un'amichevole (ciamèmola pure CUP) giocata nella notte di San Lorenzo alle porte di casa.”. Se già nel pomeriggio la domanda sul senso del biglietto nominativo era tambureggiante, figurarsi alle 20.15 quando, a pochi minuti dall'inizio della gara, la fila all'unico botteghino del Tizian arrivava sul cavalcavia della tangenziale... Fra i tifosi in ordinata coda serpeggiava il malumore, visto che l'avanzamento della fila non prometteva niente di buono. Io già stavo chiedendomi se sarei riuscito a battere il record di Verona - Crotone edizione 8 ottobre 2006 quando, dopo quasi un'ora di assalto ai botteghini, riuscii a farmi stampare il biglietto alle 15:37, ovvero 37 minuti dopo l'inizio, e arrivai in tribuna al fischio di fine primo tempo. Nel frattempo proliferavano le voci di straforo su un presunto “happy hour” per accedere alla tribuna nord senza biglietto, oppure senza nominativo, senza carta d'identità e senza tessera del tifoso. Alla fine prevaleva il buonsenso e, dopo che la gara era iniziata da 5 minuti, venivano aperti i cancelli facendo entrare tutti: dapprima senza pagare poi, per un impeto di qualche funzionario, pagando “in nero” senza ricevere il titolo di ingresso. Insomma, al Tizian ieri sera si è visto di tutto: gente che è entrata col biglietto nominativo, gente che è entrata senza pagare, gente che ha pagato ma non ha avuto il biglietto, e gente che si è assiepata sul muretto approfittando di un camion come scaletta. Purtroppo occorre anche notare che, sfiancati dall'inutile attesa, diversi tifosi, con bambini al seguito, hanno rinunciato e sono andati a casa. Poteva tutto questo essere evitato? E, soprattutto, che senso ha imporre il biglietto nominativo se poi si aprono i portoni? A queste domande non troveremo mai risposta.
In quanto alla partita, non c'è molto da commentare. Mandorlini ha, come si suol dire, mischiato le carte, tenendo in panca i probabili titolari. Per 20 minuti, fino al pregevole gol di Le Noci in rovesciata, l'Hellas ha tenuto il campo da padrone e la Sambo è parsa perfino intimorita. Poi, col passare dei minuti, i ritmi si sono inevitabilmente abbassati e anche i rossoblu hanno trovato modo di entrare in cronaca con un bel tiro dell'ex laziale Manfredini ottimamente deviato da Nicolas oltre la traversa. Nella ripresa, se possibile, i ritmi sono rallentati ulteriormente, fino circa al 20° minuto, quando il mister ha operato diversi cambi inserendo Rafael, Dianda, Ceccarelli, Scaglia, Esposito, Ferreira, Jorginho, Gomez e Berrettoni. Quest'ultimo è stato cercato con insistenza sul filo del fuorigioco in diverse azioni, e ha propiziato il raddoppio di Ferreira, che ha approfittato di un intervento non impeccabile del portiere della Sambo. Per il resto, si è visto poco, e sono stati i padroni di casa a sfiorare la rete della bandiera, specie con un tiro dell'ex Orfei, ben indirizzato ma non potente, sul quale Rafael ha mostrato di non aver ruggine nei riflessi. In linea generale, è sembrato che, giocata ad allargare verso Berrettoni a parte, il Verona non avesse molte altre soluzioni offensive. Vero è che Orfei e compagni di reparto giocavano molto alti, però nessuno dei centrocampisti gialloblu ha mai provato un inserimento senza palla, né tantomeno si è mai vista una conclusione da fuori, se si escludono un tiro di Galli nel primo tempo e una ciabattata di Pichlmann nella ripresa. Ma è solo calcio d'agosto, e quindi meglio rinviare ogni giudizio. Anche domenica sarà solo calcio d'agosto, ma si inizia a far sul serio. Buon viaggio, vecchio Hellas!
Paolo