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Dopo due mesi di silenzio il proprietario del Verona Gianbattista Pastorello è tornato a parlare. Lo ha fatto ieri pomeriggio (la registrazione è andata poi in onda alla sera) negli studi di TeleArena, dove il padrone di casa Tavellin ha organizzato una sorta di «uno contro tutti» tra il «gotha» del giornalismo veronese e lo stesso Pastorello.
Un'intervista particolarmente sentita, nella quale Pastorello ha fatto sfoggio della sua proverbiale abilità comunicativa eludendo di volta in volta le accuse mossegli dagli opinionisti. Nulla di nuovo per la verità. L'ex-presidente si è barricato dietro le ormai note vicende delle continue contestazioni nei suoi confronti e del «mal governo» che ormai da troppo tempo ha preso piede nel mondo del calcio, asservito più a logiche geo-politiche che non sportive. Pastorello si è poi assunto tutte le responsabilità per la difficile situazione attuale, precisando però nel contempo che l'organico è di buon valore, ad eccezione della difesa che verrà puntellata con gli innesti di Angan e Benarrivo, e che il mister è assolutamente all'altezza della situazione come a suo dire hanno attestato anche grandi allenatori come Prandelli e Sacchi. Insomma chi si aspettava un Pastorello critico nei confronti del mister e consapevole della gravità dell'attuale posizione di classifica è rimasto deluso. Per Pastorello sia la squadra che l'allenatore vanno bene, e con i due innesti di gennaio i nostri risaliranno velocemente la china. Vedremo.
In mezzo a questa lunga serie di esternazioni tutto sommato scontate e preventivabili, Pastorello si è reso protagonista di un importante, e per molti inatteso, annuncio, destinato a segnare il futuro del club gialloblu. Il patron vicentino ha infatti promesso che dal primo luglio se ne andrà definitivamente dall'Hellas, accontentando così i tifosi che acclamano la sua partenza. La sua, ha detto, è una decisione irrevocabile (frase per la verità già sentita) e pur di uscire dalla società questa volta è disposto a qualsiasi soluzione anche quella, se fosse necessario, di cedere tutti i giocatori che hanno mercato e lasciare poi la società nelle mani del sindaco e degli imprenditori che ne fossero interessati ad un prezzo (ed un valore) stracciato.
Dichiarazioni di indubbia gravità non solo perchè prospettano per il Verona un futuro sempre più buio (c'è da sperare che si presenti qualcuno altrimenti...) ma anche perchè inevitabilmente avranno ripercussioni negative sui giocatori che per forza di cose cominceranno a pensare fin da ora alle possibili destinazioni future. Dichiarazioni che in un momento così delicato per la squadra ci appaiono francamente molto più gravi ed irresponsabili dello sciopero dei tifosi, tanto criticato dallo stesso Pastorello.
Alla lunga intervista al patron gialloblu e ai possibili scenari che si aprono nel futuro della nostra società ha dedicato un ampio ed interessante articolo il nostro opinionista Massimo. Un articolo pungente come nel suo tradizionale stile, che ovviamente vi invitiamo a leggere.
Nella festa per la celebrazione dello scudetto scende in campo un Verona bloccato, pauroso, timido, inesistente per i primi 40 minuti, succube del Lecce passato meritamente in vantaggio e padrone assoluto del campo. Poi, come capita alle volte nel calcio, Suslov (finora 0 gol e 0 assist per lui) pennella una splendida palla per la testa di Coppola, che fino a quel momento aveva subito la marcatura di Krstovic autore del gol ospite, e pareggia. Nella ripresa le due squadre si sono annullate a vicenda rinviando il responso retrocessione ai prossimi 180 minuti. E' un punto importante questo che, contando anche sulle disgrazie altrui oltre che sui meriti di questa squadra terribilmente fragile, può bastare a salvarci.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Lecce?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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