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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

IL PRIMO VERONA IN SERIE A - FRA MITO E REALTA'

IL MERCATO DEL VERONA PER LA SERIE A - PICCIOLI IN BRASILE

Il campionato di serie B è terminato il 18 giugno 1957; l'entusiasmo a Verona è alle stelle.

Mondadori piazza subito il colpo dello straniero, ma si tratta in realtà di uno sconosciuto, il norvegese Finn Gundersen, mezzala dello Skeid Oslo. Nome che desta molta curiosità in città fra i tifosi, ma lascia piuttosto perplessi. In un periodo in cui tutti i club italiani vanno a caccia di talenti svedesi, il Verona si volge al Nord ma in Norvegia, un paese non esattamente dotato di tradizioni calcistiche e di talenti. Nel 1954, nel girone di qualificazione ai Mondiali, la Norvegia ha raccolto appena 2 punti finendo dietro alla Germania Ovest ed alla Saar, la Nazionale del Protettorato delle Saarland che fu in attività fra il 1950 e il 1956. Di Gundersen si sa poco, è un atleta polivalente di 24 anni e lavora come perito tecnico in una ditta di produzione di tubature metalliche. Insomma, un dilettante.

Il regolamento consente alle formazioni di serie A di poter avere in organico uno straniero, un oriundo e un fuori quota, ovvero uno straniero che però giochi in Italia da almeno 5 anni. Come detto, le squadre italiane si indirizzano in Europa (nella maggior parte dei casi in Svezia) per lo straniero, mentre trovano terreno fertile per gli oriundi in Sudamerica, dove migliaia di italiani sono sbarcati ad inizio secolo in cerca di lavoro. All'epoca, le società italiane guardavano più all'Argentina che al Brasile: ecco così gli oriundi Sivori nella Juventus, Angelillo nell'Inter, Cucchiaroni nel Milan, Maschio nel Bologna, Pesaola nel Napoli, tanto per citarne alcuni.

Anche il Verona non può sfuggire a questa tentazione sudamericana e così, un mese dopo la fine del vittorioso campionato di serie B, Angelo Piccioli è in Brasile in cerca di un rinforzo per la squadra. Il nome sul taccuino è quello dell'attaccante di origini italiane Emanuele Del Vecchio in forza alla squadra del Santos. Il 20 luglio 1957 Il Gazzettino fornisce anche alcune cifre al riguardo della trattativa che Piccioli sta conducendo con i dirigenti del Santos per assicurarsi Del Vecchio: si parla di 5 milioni di cruzeiros, pari a circa 44 milioni di lire.

IL PRIMO VERONA IN SERIE A - FRA MITO E REALTA'

Emanuele Del Vecchio con Zito e Altafini con la maglia della Nazionale Brasiliana. Foto da Manchete Esportiva.

La ricerca dell'oriundo non è il solo grattacapo per la dirigenza gialloblu. Il consiglio federale difatti ha cominciato a discutere del progetto di ridurre la massima serie calcistica a sole 16 squadre anziché le attuali 18, cosa che comporterebbe 3 retrocessioni e non più una sola. Il campionato del Verona partirebbe già in salita. Così Il Gazzettino: «tre retrocessioni in effetti sono troppe (...). Sarà molto difficile per il Verona riuscire a tenersi lontano da questa vasta zona di sabbie mobili: del resto il presidente stesso, Giorgio Mondadori, tracciando per grandi linee il programma della compagine per il primo quadriennio di serie A, aveva previsto nelle prime annate il pericolo della retrocessione». Come si può vedere, Mondadori era sicuramente ambizioso se aveva già impostato un programma quadriennale, ma aveva sottovalutato la difficoltà di ambientamento al campionato di serie A.

D'altro canto, anche i giovani del Verona sono sul taccuino delle principali squadre della serie A. In particolare, non è passata inosservata la stagione del portiere Italo Ghizzardi, classe 1937, che è risultato il miglior portiere della stagione di serie B 1956-57, incassando soltanto 29 reti. Ghizzardi si era imposto all'attenzione degli addetti ai lavori sin dall'avvio del campionato, quando ad inizio dicembre, alla decima giornata, aveva subito soltanto 3 reti. A Ghizzardi si interessa in modo particolare il Bologna, il cui presidente Dall'Ara mette sul piatto i giocatori Giorcelli e Greco. Mondadori fa sapere di aver rifiutato anche un'allettante offerta del Milan.

Il 25 luglio 1957 i giornali pubblicano la notizia dell'imminente viaggio in Brasile del segretario veronese Franco Pasini, che andrebbe a raggiungere Piccioli per concludere le trattative che portano all'ingaggio di Del Vecchio. «In questi giorni vari cablogrammi e telefonate sono stati scambiati fra Piccioli e il presidente Giorgio Mondadori attualmente a Milano. La relazione tecnica fatta dall'allenatore deve essere stata considerata soddisfacente da Mondadori se questi ha tempestivamente disposto per la partenza di Franco Pasini.» Così Il Gazzettino del 25 luglio 1957. La cifra di cui si parla ora per l'acquisto di Del Vecchio è attorno ai 20 milioni di lire, segno che evidentemente lo stesso Piccioli è riuscito a preparare il terreno per uno sconto significativo.

Circa un mese prima, l'inviato del Corriere dello Sport, Giuseppe Melillo, parlava della «manovra» Del Vecchio, sospettando che il giocatore stesse cercando di farsi alzare il premio dal Santos utilizzando le voci di un suo imminente trasferimento in Italia. Simpatico il siparietto raccontato da Melillo, avvicinato all'Hotel Commodoro da un portiere che gli chiede se stia trattando il centravanti Del Vecchio. «La radio ha annunciato che un giornalista italiano sta convincendo Del Vecchio a partire per l'Italia». Siamo quasi ai livelli del tentato imbroglio della coppia Giginho – Bergonzoni (Gigi Sammarchi e Andrea Roncato) che fanno passare un autografo di Junior per un contratto, sempre nel film L'Allenatore nel pallone.

Intanto cominciano le cessioni: Sante Begali, il capitano della promozione, viene ingaggiato dal Genoa. Le uniche certezze in ingresso riguardano per ora solo promettenti giovani: il Verona prende difatti Sorio e Massagrande (classe 1939) dal Villafranca. Non sono certo loro i rinforzi su cui costruire la squadra che deve affrontare la serie A.

La partenza di Begali pone un serio dubbio sulla consistenza della cosiddetta «terza linea». Considerato che Basiliani è in prestito dallo Spezia e sembra destinato a tornarvi, l'unico difensore in forza al Verona è pertanto Narciso Donzelli, oltre al giovanissimo Enrico Bertelli. Entrambi i terzini non figurano tuttavia nella lista dei 14 convocati per il raduno in vista del ritiro a Fai della Paganella, segno che non rientrano nei piani di Piccioli per la rosa dei titolari. Il Verona parte quindi per il ritiro senza difensori di ruolo, anche se il 28 luglio, alla vigilia del raduno in città, viene perfezionato lo scambio con il Como che porta il giovane Stefanini II ai lariani e il terzino Dalmazio Cuttica in gialloblu. Fondamentale anche trovare un centromediano con esperienza in serie A. Peppino Cardano ha ben figurato in serie B ma potrà reggere il confronto con i campioni della massima serie?

La «stella» del raduno è, manco a dirlo, il norvegese Finn Gundersen, su cui si concentra la curiosità dei tifosi e degli addetti ai lavori. Il primo straniero del Verona nella storia della serie A spicca, nelle foto scattate al raduno in sede, per eleganza. Gli atleti gialloblu sono alloggiati all'Albergo Dolomiti, e svolgono la preparazione sul campo della colonia alpina di passo Santel, concessa in uso dall'ENPAS su interessamento del ministro veronese di Grazia e Giustizia, Guido Gonella. La struttura, utilizzata per anni come colonia alpina dei ragazzi, è oggi proprietà dell'INPS ed è dismessa. La località trentina offre la possibilità di effettuare passeggiate nei boschi di abete; per quanto riguarda la parte tecnica, il Verona si potrà avvalere del campetto da calcio di cui è dotata la struttura per le colonie giovanili. In quanto al «divertimento», sembra invece che l'unico svago concesso ai giocatori gialloblu sia leggere i volumi della collana Medusa della Mondadori che il presidente del Verona ha inviato alla sala lettura dell'Hotel Dolomiti.

IL PRIMO VERONA IN SERIE A - FRA MITO E REALTA'

La colonia ENPAS sede del ritiro del Verona a Fai della Paganella così come si presenta oggi, dopo la dismissione.

A fine luglio la trattativa per Del Vecchio si complica e Pasini prolunga la sua permanenza in Brasile. Così, alla vigilia della partenza del primo gruppo di convocati per il ritiro di Fai della Paganella, il quotidiano L'Arena riferisce di un cambio di obiettivo. Le richieste del Santos FBC e di Del Vecchio sono eccessive, il Verona sta cercando di ingaggiare un non meglio precisato «giovane oriundo italiano, soprannominato «Fernando», del Boca Juniors, che costerebbe solo 16 milioni di lire, più l'eventuale ingaggio». Notizia che sembra la classica boutade per prendere tempo dopo aver visto sfumare all'ultimo Del Vecchio. Non c'è peraltro traccia di alcun Fernando nella rosa del Boca Juniors di quegli anni. Per la cronaca, un giocatore del Boca Juniors in trasferimento in Italia in quei giorni c'è, e si tratta di Juan Antonio Valentin Angelillo, attaccante che farà la fortuna dell'Inter, in grado di segnare ben 33 reti in altrettante partite nel campionato di serie A 1958-59.

Il quotidiano veronese annuncia inoltre l'acquisto di altri 2 giocatori sconosciuti, e di cui non abbiamo alcuna traccia, almeno stando al ruolo e alle squadre di appartenenza: il mediano Farinelli del Bagheria e il terzino sinistro Bortolotti della Pro Patria. Un Bortolotti c'è, ma in forza al Bari, e gioca attaccante. L'Arena azzarda pure la possibile formazione titolare per il prossimo campionato: Ghizzardi, Stefanini I, Bortolotti, Farinelli, Cardano, Larini, Galassini, «Fernando», Maccacaro, Gundersen, Bassetti. Fa sorridere che, a poco più di un mese dall'avvio del campionato, ci siano nella presunta formazione titolare ben 3 calciatori di cui non esistono notizie certe.

È arrivato comunque il momento per Piccioli di rientrare in Italia per prendere il comando degli allenamenti, e secondo L'Arena esiste ancora la possibilità che con lui viaggi Del Vecchio, ... il giocatore del Santos si era irrigidito su alcune clausole di indole finanziaria».

Il primo agosto 1957 un primo gruppo di 9 calciatori sale a Fai della Paganella: Gaiga, Ghizzardi, Stefanini, Frasi, Maccacaro, Gundersen, Carantini, Poli, Ronzio. Al netto di Carantini, Gaiga, Ronzio che sono giovani rincalzi, e di Luigi Poli che - seppur non più giovanissimo - ha giocato solo 3 partite l'anno precedente, si capisce che il primo manipolo è formato da solo 5 possibili titolari e quindi il Verona è ancora lontano dall'iniziare la vera e propria preparazione per il campionato. Tanto più se si considera che Piccioli è ancora di rientro dal Sud America, e ad accompagnare i calciatori per il momento ci sono il prof. Bovi, istruttore atletico, e l'immancabile massaggiatore «Trivela» Forante appena rientrato a Verona da un corso per massaggiatori svoltosi a Firenze. In attesa dell'arrivo di mister Piccioli, l'istruttore Bovi sottopone gli atleti a passeggiate in montagna nel mattino e a sedute di «cultura fisica» nel pomeriggio. L'allenatore in seconda Guido Tavellin parte per il ritiro il giorno 2 agosto 1957 insieme al nuovo acquisto Cuttica, e agli «aventiniani» Ghiandi e Cardano, che nel frattempo hanno trovato l'accordo economico con il presidente Mondadori. Ancora incerto il futuro di Bassetti che, oltre a non aver trovato l'accordo economico, è messo sul piatto dalla dirigenza veronese nel tentativo di arrivare a Ferrarese del Taranto. La società pugliese vuole però solo contanti e non è disponibile allo scambio.

Nel frattempo, il Verona chiude l'accordo con un esperto giocatore, Francesco Rosetta, che aveva da poco ottenuto la «lista premio» dalla Fiorentina dopo diversi anni di onorata carriera con la formazione toscana. Rosetta, alla soglia dei 35 anni (è nato il 9 ottobre 1922), rappresenta l'elemento di esperienza che può fare da chioccia ai giovani del Verona. In carriera, oltre ad aver vestito la casacca della Nazionale, ha vinto due scudetti, uno con il Torino di Valentino Mazzola nel primo campionato del dopoguerra (1946-47) e uno con la Fiorentina, nel 1955-56. Dopo Gunnar Nordahl della Roma (classe 1921) e Nils Liedholm del Milan (che è nato un giorno prima di lui), Rosetta sarà il calciatore più anziano del campionato italiano.

Angelo Piccioli raggiunge infine il ritiro di Fai della Paganella il 5 agosto 1957 e si mette subito al lavoro con il gruppo, tutto da plasmare e, invero, ancora piuttosto provvisorio. Quando Piccioli sale in ritiro con la squadra mancano solo 3 giorni alla chiusura delle liste e l'impressione è che il Verona abbia ancora tanto lavoro da fare per rinforzarsi. La pista Del Vecchio è ormai definitivamente accantonata, pare anche per l'inserimento della Roma che, fiduciosa sulla pratica di Dino Da Costa che dovrebbe avere il passaporto italiano, spera di liberare il posto per un oriundo in rosa. Il Verona vira sul mercato italiano alla ricerca di una mezzala, e il nome a sorpresa è quello di Egisto Pandolfini, reduce da una buona stagione con l'Inter con 28 presenze e 7 reti. Ma la notizia del giorno è che il Verona avrebbe sondato un altro oriundo brasiliano, il promettente diciannovenne «Mazzola» Altafini (soprannominato Mazzola per una vaga somiglianza con il capitano del leggendario Torino scomparso a Superga), la cui valutazione però è addirittura di 90 milioni di lire. Va bene che le spese per il lungo soggiorno sudamericano di Piccioli prima e di Pasini poi non possono rimanere senza costrutto, ma è impensabile che Giorgio Mondadori sia disposto a svenarsi per Altafini, e difatti l'operazione sarebbe casomai da fare insieme alla Fiorentina, alle prese con il caso Julinho che non pare intenzionato a rientrare a Firenze. E' probabilmente con riferimento a questo periodo, nel quale il Verona si guardava attorno in Brasile, che nasce la «leggenda» di Pelè ad un passo dal Verona. Il grande Roberto Puliero ha immortalato questa leggenda nella poesia Podeino averghe Pelè.

All'ultimo giorno di mercato, ecco infine i «colpi» della dirigenza gialloblu: viene perfezionato l'acquisto di Auro Basiliani, terzino che nella stagione 1956-57 era in prestito dallo Spezia, e vengono ingaggiati Mario Tesconi dal Venezia e il giovane Osvaldo Bagnoli dal Milan. Bagnoli arriva direttamente da Valdagno dove era già in ritiro con i rossoneri. Al Venezia, in cambio del mediano Tesconi, Mondadori cede uno degli artefici della promozione, Franco Frasi, oltre al prestito del giovane Carantini, che non farà più ritorno a Verona se non da avversario, prima con la maglia del Venezia e poi con quella del Lanerossi Vicenza con cui disputerà ben 9 campionati di serie A.

Alla chiusura delle liste il Verona ha in organico 23 giocatori: i portieri Ghizzardi, Sasso e Piccoli, i terzini Cuttica, Basiliani, Donzelli e Bertelli, i mediani Stefanini, Rosetta, Cardano, Larini, Amicarelli, Tesconi e Gaiga, e gli attaccanti Bagnoli, Galassini, Ghiandi, Maccacaro, Gundersen, Bassetti, Poli, Ronzio e Meggiorini. C'è ancora la possibilità di impreziosire la rosa con un oriundo fino al 31 dicembre. Franco Pasini è rimasto in Brasile e appare chiaro che non tornerà a mani vuote anche se il mercato sudamericano appare tutt'altro che facile. Lo conferma Il Gazzettino del 18 agosto 1957: «Chi sia tale giocatore non è dato sapere. Tramontata l'operazione Del Vecchio e, a quanto sembra, abbandonata anche quella che doveva svilupparsi in accordo con la Fiorentina per l'ingaggio del prestigioso Mazzola, pare che il Verona si sia orientato su un'ala che gode buona fama in Brasile».

E la telenovela oriundo è in effetti destinata a risolversi – almeno in apparenza, per motivi che vedremo più avanti – esattamente il giorno dopo. Il 19 agosto 1957, alle prime ore del mattino, di rientro dal Brasile, sul treno in arrivo da Milano, alla stazione di Verona arriva Franco Pasini con l'oriundo Dejayr Mazzoni. Nato nel 1933 a Rio De Janeiro da genitori italiani originari di Pisa, Dejayr risiede nel quartiere di Copacabana con la moglie sposata da appena cinque mesi. Dopo aver giocato per 7 anni con il Vasco Da Gama, si è trasferito nel 1956 nel Fluminense, da cui il Verona lo ha prelevato infine al termine di questa bizzarra estate di mercato. È lui l'uomo destinato a fare sognare in grande i tifosi del Verona?

IL PRIMO VERONA IN SERIE A - FRA MITO E REALTA'

Dejayr Mazzoni brinda con il segretario gialloblu Franco Pasini al suo arrivo a Verona. E' il 19 agosto 1957. Foto tratta da Il Gazzettino.

Hellastory, 30/11/2022

I PERDENTI


L'inferno è vuoto, tutti i diavoli sono qui a Verona adesso, camuffando un po' Shakespeare. È proprio così, infatti l'evidenza dei risultati (e relative prestazioni) sta esponendo il Verona in una situazione davvero complicata, che l'assurdo ritiro punitivo non solo non ha risolto, ma addirittura amplificato. Noi ci troviamo di fronte 1) ad un allenatore delegittimato dai suoi giocatori che scendono in campo e gli giocano contro dopo aver preparato la gara con l'Empoli in «una delle migliori settimane da quando sono qui ...» 2) giocatori senza dignità, del resto un terzo è in prestito e non verrà riscattato, un altro terzo ha già la valigia in mano (non ne possiamo davvero più), l'ultimo terzo (i pochi decenti che rimangono) partono sempre dalla panchina nella speranza di recuperare 3 o 4 gol di scarto oppure di fermare l'emorragia (mi vengono in mente i vari Ghilardi, Harroui, Kastanos ma forse c'è qualcun altro che meriterebbe più considerazione) 3) una società imbambolata, indecisa, incapace di prendere decisioni. In tutto questo, ci sono poi questi americani? Perché qui bisogna pagare stipendi, fisco e prendere almeno 6-7 giocatori veri per potersi salvare.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Parma-H.Verona?



Parma    H.Verona


Belahyane R.

Coppola D.

Daniliuc F.

Dawidowicz P.

Duda O.

Ghilardi D.

Harroui A.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Silva D.

Suslov T.

Tchatchoua J.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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