In attesa delle pagelle di Matteo, implacabili come le elezioni di midterm negli Stati Uniti, prepariamoci al girone di ritorno con una breve analisi dei pazzi numeri dell'Hellas Verona nel girone di andata 2024-25.
Il nostro webmaster Andrea, in sede di pronostico per la gara con l'Udinese, è stato infallibile: «Quarant'anni fa all'ultima di andata arrivò la prima sconfitta; quest'anno arriverà il primo pareggio». Così è stato. Primo pareggio alla 19ma partita di campionato.
A scanso di equivoci, è un record per il Verona: mai un pareggio si era fatto tanto attendere. In precedenza, i campionati in cui il Verona aveva atteso più a lungo un risultato di parità erano stati due: stagione 1975-76, allenatore Valcareggi, e stagione 1991-92, allenatore Fascetti.
In entrambe le occasioni il primo pareggio stagionale arrivò alla nona giornata, rispettivamente in casa contro la Lazio (2-2, il 14 dicembre 1975) e a Parma (1-1, il 3 novembre 1991).
Da notare che nei 34 campionati di serie A disputati dal Verona, in ben 18 occasioni il primo pareggio è arrivato entro la terza giornata di campionato. Un classico è il primo pareggio stagionale contro il Bologna: è già successo per ben 6 volte nella storia gialloblù, incluse le ultime due stagioni 2022-23 e 2023-24. Ben 5 volte invece il primo pareggio stagionale è arrivato con la Roma (sarebbero anche qui 6 se non fosse per la vittoria a tavolino del 2019-20 grazie al caso Diawara), e non è proprio di buon auspicio perché in 3 di questi campionati siamo finiti in serie B.
Da quando, nella stagione 1994-95, venne introdotta la regola dei 3 punti a vittoria, questa è probabilmente la stagione in cui ne apprezziamo maggiormente i vantaggi, se mai di vantaggi si può parlare. Fare pochi pareggi non significa necessariamente che le cose vadano bene: anzi, possono anche andare decisamente peggio, come testimonia il fatto che il minor numero di pareggi è stato raccolto dalla sgangherata armata di Pecchia nel 2017-18: solo 4, e tutti nel girone di andata. Nel ritorno, il modestissimo bottino di sole 4 vittorie e 15 sconfitte ci condusse direttamente in serie B.
Il record di pareggi spetta invece alla gestione Bagnoli nel campionato 1988-89: ben 19 su 34 partite (56%).
L'originale ruolino di marcia del Verona in questo campionato ci restituisce delle statistiche negative come poche altre volte avevamo registrato a fine del girone di andata:
- Peggior difesa del campionato con 42 gol subiti (precedente peggior risultato: 39 reti subite nel 2017-18, nella già citata gestione Pecchia)
- Seconda peggior differenza reti, -18, alle spalle del solo Lecce a -20 (peggior risultato di sempre -21 ancora con Pecchia)
- Maggior numero di sconfitte, 12 (peggior risultato di sempre 13 sconfitte nella stagione 2022-23 della gestione Cioffi – Bocchetti - Zaffaroni)
Ci ha tenuto a galla il fatto di non pareggiare (quasi) mai e di vincere quelle poche partite in cui siamo di fatto scesi in campo sul serio. Sarebbe assurdo non apprezzare i 19 punti con cui chiudiamo il girone di andata, che sono il miglior punteggio degli ultimi 3 campionati. Fra le altre poche note positive il ritorno alla vittoria a Genova dopo ben 35 anni, un roboante 3-0 all'ambizioso Napoli all'esordio, la vittoria in casa di un buon Bologna.
D'altro canto, perdiamo troppo spesso, e talvolta in maniera rovinosa. Alcune sconfitte sono maturate già nei primi 45 minuti rendendo una formalità la ripresa: possiamo dire che i nostri gialloblù sono di fatto fra gli atleti più riposati della serie A.
Se ci fosse ancora la regola dei 2 punti a vittoria, il Verona avrebbe oggi 13 punti. Il Como, seppur con una gara in meno, ci sarebbero davanti di un punto. Cagliari e Lecce avrebbero i nostri stessi punti: insomma, anziché essere 2 punti sopra la linea di galleggiamento, oggi saremmo terzultimi, seppur in compagnia di altre 2 squadre.
Quindi verrebbe da dire: «Evviva la regola dei 3 punti!»
Ma c'è anche un aspetto da non sottovalutare: le 6 vittorie ci hanno portato un sacco di punti in cascina, molti di più di squadre che pur hanno perso meno di noi. Ma il pareggio va assolutamente inserito in una dieta bilanciata: va messo in tavola almeno in quelle partite scorbutiche, contro le avversarie dirette, in cui si capisce che non è possibile vincere. Perdere gli scontri diretti è delittuoso. Sarebbe bastato difatti strappare un punto a scelta in una delle trasferte di Cagliari o Lecce per avere oggi 5 punti di vantaggio sulla terzultima invece che solo 2. Ma a far male sono anche e ovviamente le debacle casalinghe contro Monza e Empoli.
Nell'ultimo mese, nonostante una situazione tutt'altro che chiara in società e alla conduzione tecnica, la squadra sembra aver trovato un'identità. Sette punti in quattro partite, con la sola sconfitta di misura contro il Milan, e un abbozzo di solidità difensiva (solo 3 gol subiti nelle ultime 3 gare) fanno ben sperare.
Buon girone di ritorno a tutti!
Paolo