Vale la pena scrivere due righe per una partita di Coppa Italia contro una squadra di Serie C, giocata nel forno del 14 agosto? Probabilmente no, non se ne sente il bisogno. Calcio d'agosto, squadra incompleta, caldo, risultato finale quasi scontato...non siamo un sito di informazione, lasciamo volentieri ad altri l'incombenza.
Quello di cui vogliamo scrivere invece è un evento epocale per noi tifosi «da stadio» , evento per il quale ci permettiamo addirittura di rubare a Dante l'ultimo verso dell'Inferno per il titolo. Sabato sera, 14 agosto 2021, si ritorna a vedere una partita dal vivo e questo segna un ulteriore passo avanti nel ritorno alla vita normale dopo 18 mesi di allontanamento forzato dagli spalti.
Potrete capire l'emozione che ho provato nell'affacciarmi alla balconata d'ingresso e rivedere il campo, gli spalti, giocatori che si riscaldano. Altri come me appena arrivati hanno alzato le mani al cielo, scattato foto e fatto selfie (come quello mio con Andrea Webmaster qui accanto) che immancabilmente saranno finiti sullo stato di whatsapp o su altri social. Anche quella specie di baraccamento di lamiera e alluminio fatto costruire dalla società sopra il parterre ovest per farci chissà cosa sembrava bello. Personalmente non poter più entrare al Bentegodi era una delle cose che più mi sono mancate durante questi mesi e ho vissuto questa lunga costrizione come una lunga e triste propaggine del lockdown. Mancava, eccome se mancava.
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Tornare dentro non è stato facile, ve lo garantisco. Io e i miei figli abbiamo dovuto subire ben sei tentativi di sbarramento da parte di una nutrita (in tutti i sensi) schiera di steward nuovi di fiamma, assoldati per assolvere tutte le formalità del caso. Ancora in coda per entrare c'è stato un primo sbarramento per la misurazione della temperatura, il secondo blocco per la verifica del green pass. Terzo blocco (tradizionale) verifica dei biglietti e documenti. Quarto blocco i tornelli, i quali non leggono il codice a barre con gli addetti che non hanno mai visto un tornello e quindi sono nel panico più dei tifosi che oramai vivono la situazione con tranquilla rassegnazione («non si preoccupi, non funzionano mai, mi faccia entrare lo stesso.»). Quinto blocco, verifica ulteriore dei biglietti e compilazione dell'autocertificazione COVID per i minori di 12 anni. Infine, il più terribile di tutti: sesto blocco con la signora che ti ferma con un «ehi voi, dove andate?» per vedere ancora una volta i biglietti e per dirti che possiamo salire (grazie! ) e che troveremo poi un collega che ci indicherà il nostro posto (grazie ancora! ). Come se ci fosse un estraneo ad indicarti dove si trova il bagno di casa tua, a te, che di notte ci vai senza accendere la luce. Capiamoli, sono novellini questi steward, si fanno le ossa con Verona-Catanzaro, voglio vederli già alla prima di campionato. Lo sforzo sarà simile a quello che dovranno fare i nostri giocatori a riprendere il ritmo della Serie A dopo una partita contro una di Serie C.
Dimenticata la trafila di verifiche, una volta arrivati sugli spalti il clima è quello di sempre. Non ci sono stati particolari verifiche e abbiamo provato a riabituarci all'ambiente. Il processo di riabilitazione è stato ben veicolato dal cuore pulsante della Sud che è entrato molto coreograficamente in blocco ed ha cantato dall'inizio della partita alla fine. Guardando qualche altra partita di Coppa Italia in televisione non abbiamo sentito cantare in nessun altro stadio. E' un messaggio forte e dice che i tifosi del Verona ci sono ancora.
Certo, ci sarà da riabituarsi allo stadio. Quest'anno non ci saranno gli abbonamenti quindi tutti dovremo prendere i biglietti volta per volta, la pay-tv quest'anno costerà meno dell'anno scorso, d'estate c'è caldo, d'autunno piove, d'inverno c'è freddo, a primavera c'è l'allergia, la birra è cara, qualche culo pesa molto di più dell'anno scorso e forse ha preso la forma della poltrona, mentre qualcuno si copre dietro la scusa del green pass che in realtà, visti i numeri crescenti, sarà sempre meno un deterrente.
Attenzione a non perdere l'allenamento.
Se volete che tutto torni come prima ricominciate a fare le cose che facevate prima. Forza Verona.
Valeriano