dal nostro inviato sceggio
Trasferta basilare per le sorti gialloblu: in 2000 a Cesena per sostenere una squadra mai così affannata nella ricerca di una salvezza quantomai improbabile alla vigilia di Natale. A Cesena non è Natale ma l'inizio di Giugno e, in barba a tutte le previsioni meteorologiche (che davano coperto su mezzo nord Italia), la giornata minaccia sole e gran caldo fin dalle prime ore del mattino e l'aria fresca diffonde grande ottimismo. La notte precedente riesco a dormire nonostante l'agitazione. E' la mia prima vera trasferta da vivere insieme a tifosi abituati, che ne hanno già viste molte. I miei sentimenti si accavallano l'uno all'altro: c'è quello che anima il cuore gialloblù e che pensa solo al Verona, c'è quello che teme un possibile accenno di nonnismo, c'è quello che pensa che comunque vada sarà un'esperienza che giudicherò alla fine di questo resoconto.
Ho la fortuna di potermi avviare al «Manuzzi» assieme a tifosi caldi e sanguigni: gli «Spiaggiati» (che in effetti mancano di qualche unità a quanto mi vien detto, ma il gruppo sembra solido). Ritrovo in zona Porta Nuova intorno alle 9:30, in totale nove (più il sottoscritto) distribuiti su due macchine. Dopo una sommaria spiegazione dell'organizzazione culinaria del viaggio (presenti una settantina di panini, un centinaio di birre, svariati affettati, una soppressona, utensili indispensabili e per ultima, una cassa di acqua frizzante poco utile).
La mia macchina è composta da autista (sano per tutta la trasferta), «Hellassacheizuga» sul lato del passeggero, «The Snake» e Cristian oltre a me (nell'altra macchina, tra gli altri, «Lorenzo» e «Nicles»).
PRONTI VIA....stop!
Ci si ferma per fare colazione in zona Borgo Roma. I commenti su un paio di anziani, già barcollanti nelle ore mattutine della domenica, si sprecano. Ma è già il momento di ripartire, e questa volta seriamente.Si imbocca la Verona SUD direzione «Cezzena». Il morale è alto, la vittoria sembra sicura. Si comincia ad entrare in clima partita, le birre però sono rimaste nel bagagliaio e l'unica cosa potabile è una bottiglia da un litro e mezzo di bitter/campari (intorno ai 25-26°) preparata per l'occasione. Alcuni evitano perchè il contenuto è particolarmente amaro altri si immolano perchè proprio quella peculiarità evita la sete(o la prolunga?). Il caldo già intorno alle 10:45 si fa sentire (non ci mollerà fino a quando torneremo a casa per una doccia ristoratrice) e l'aria condizionata è necessaria. Tra Mantova e Bologna si parla degli argomenti più disparati: dalle nutrie ai falchi che vivono nella zona(ci accompagneranno fino al ritorno); altri argomenti saranno ingiurie verso le donne-colleghe e commenti sulla famiglia che si lascia a casa per lo più con serenità.
L'incertezza in macchina sulla strada da percorrere regna sovrana. Una fermata ad un autogrill nei pressi di Bologna si rende quindi necessaria. Con nostro grande stupore notiamo una grande presenza di tifosi gialloblu, tra questi Aquilante, Canegrandis, Chivers, Nez67, Lorenzo_Mi. Si fa mezzogiorno passato e quindi la fame prende il sopravvento. La mortadella è l'ingrediente preferito nei panini che vengono consumati senza masticare, ma con un valido aiuto dei sorsi di birra. Nella piazzola di servizio la grande carica euforica del tifoso veronese si sprigiona e il morale non può che beneficiarne. Molti, incuranti del traffico giocano a pallone, moltissimi si assentano per una impellenza fisiologica in alcuni ripetuta più di due volte….
Tutto preventivato!
Si riparte. E dopo pochi chilometri si sbaglia strada! La mancanza di una segnaletica adeguata e di navigatori fidi e sicuri (ma soprattutto di una sorta di abbiocco-incertezza collettivo) ci fa finire sull'autostrada che porta a Ravenna. A parte gli improperi ed affini si registra per un'ora il pessimismo cosmico di The Snake che fino al casello di «cesena nord» continuerà ad affermare che non arriveremo mai in tempo per il fischio di inizio. Ma dopo aver recuperato in fretta la giusta via ci accingiamo intorno alle 13:45 ad arrivare nei pressi della cittadina. Fermata fisiologica al «Bar al Casello» giusto in tempo per vedere la partenza della Moto GP che più di tanto non interessava. Lo stadio è a pochi chilometri e ci si mette in marcia dietro i pullman organizzati. Siamo scortati fino al parcheggio dove si approfitta per bere l'ultima birra.
Lo stadio è davanti a noi e già una bella parte di tifosi scaligeri sta facendo festa. Noto che i controlli per entrare all'interno della curva che ci ospita sono simili a quelle per il bentegodi (eccezion fatta per il metal detector).
La curva si riempie in fretta dei colori giusti e si incitano i giocatori nella preparazione prepartita.
Il caldo non ci molla e buona parte dei presenti è costretto a togliere la maglietta.
La partita comincia in orario. Come da me sperato Pegolo difende la porta davanti alla nostra curva nel primo tempo. I ragazzi corrono nonostante il caldo e i cori sono ben scanditi. La palla scorre veloce sull'erba del «Manuzzi» e sembra che i giocatori vogliano a tutti i costi liberare un compagno affinchè possa tirare a botta sicura; le azioni sono tutte veloci e l'imprecisione a volte non si nota perchè il recupero della palla avviene dopo pochi secondi. I cesenati mantengono il possesso sempre per meno di 15 secondi e appena perdono palla si cercano le fasce. L'azione che porta al rigore la vedo bene e nonostante la distanza ricordo di aver notato una determinante deviazione del tiro di Turati: non poteva essere il busto. Il rigore trasformato mi è sembrato un tiro al rallenty tanta era la tensione. Ma era una cosa generale. Sembrava impossibile ricevere tanta grazia in un campionato tanto meschino. Ci si guardava negli occhi,stupiti. Al gol di Ferrante cè stato l'urlo liberatorio di 2000 persone pronte a far festa. Iniziava l'amministrazione della partita. Unici sussulti da parte degli avversari la traversa di Pellè (da parte mia sento ancora il suono secco della traversa) e l'immolazione di San Pegolo su una rovesciata di un mangiapiadine. All'intervallo corsa al rivenditore di bibite, il caldo è insopportabile. Il secondo tempo è normale amministrazione per dei professionisti con 5 anni di esperienza di media rispetto ai giovani avversari. La partita scorre tranquilla, l'ugola se ne va (e deve ancora tornare), il caldo resta. A fine partita tutti sotto la curva per il lancio delle magliette. Si ritorna al parcheggio cercando di radunare le idee confuse riguardo ciò che è successo sugli altri campi: lo stadio non ha tabellone quindi si deve fare affidamento alla voce che viene dagli altoparlanti; molti non ricordano i punti esatti delle pericolanti quindi un calcolo esatto delle possibilità che avremo di salvarci si avrà una mezz'ora dopo la fine della partita, dopo aver avuto notizie certe.
Il ritorno ci ha visti fermi più volte nei pressi di Bologna a causa dell'afflusso di gente che sfollava dal circuito del Mugello. La pazienza è messa a dura prova. Snake perde la bandiera nonostante la colonna è impossibilitato a scendere per recuperarla. Ci si ferma per rifocillarsi e si discute con un parmense buonista che non ha ricevuto la nostra benchè minima attenzione. In dirittura di arrivo da sottolineare il monologo di Hellassacheizuga sul motociclismo, l'automobilismo e gli sport minori che a suo parere non hanno motivo di essere seguiti. E' un peccato perchè non saprei come spiegare quei minuti di risate serene come la settimana che dovremo passare prima dell'ultimo scontro di campionato contro il Bari.
Arrivo a casa alle 21:30: felice, orgoglioso di essere senza voce e di aver potuto conoscere nel giro di due settimane una bella carriolarta di tifosi di cui prima, quando andavo al Bentegodi, guardavo e ammiravo la solidità reciproca.