dal nostro inviato Aquilante
La sveglia suona impietosamente! Ore 7 di Domenica mattina. La sera prima mi ero ripromesso ad andare a letto abbastanza presto, in fin dei conti ero invitato a cena da amici con figli, piccoli piccoli, come contorno. Quindi prospettiva noiosa, o almeno feconda di ritorno a casa ad ore tranquille. Invece rincaso verso le 2. 5 ore di sonno sono veramente poche per me! Comunque una doccia e l'eccitazione mi fanno dimenticare l' aver dormito poco. La giornata è perfetta, alternanza tra sole e nubi, e temperatura gradevole. Alle 8 e 37 parte il «mio» treno regionale per Verona.
Mestre, Mira, Dolo, Ponte dela Brenta, Padoa, Vicensa, San Bonifacio ed infine Verona.... Porta Vescovo! Poi Verona Porta Nuova, finalmente. Davanti alla stazione mi aspetta il gruppetto con il quale andrò fino a Cesena. Si parte, in una macchina da 7 posti. La squadra: Io, Chivers, Canegrandis, Nez67, Lorenzo_Mi, Massimo (el paròn dela machina) e suo figlio. Io finisco negli ultimi 2 sedili con Nez67 al mio fianco. Il viaggio è veloce in autostrada, ed il filo conduttore dei discorsi sono i ricordi personali passati calcistici (inutile dire che el Chivers la fà da padrone!). Per una sorta di scaramanzìa, della sfida che ci attende nessun parla.
Verso mezzogiorno ci fermiamo nel parcheggio di un autogrill, tiriamo fuori pasta fredda e vino. Veniamo presto raggiunti da altre macchine gialloblù, tra cui parecchi Butei frequentatori del sito. Il livello ludico ed alcolico si alza di parecchio. Dopo una mezzora di rifocillamento, si riparte.
Passata un'oretta abbondante arriviamo a Cesena. Devo dirlo, il Manuzzi di Cesena è il mio stadio ideale, non troppo grande, a due anelli, che letteralmente sovrastano il campo da gioco. Visibilità dalla «curva», in realtà due rettifili sovrapposti, ottima. Sembra di essere in ben più di duemila tifosi dell'Hellas sugli spalti. Io mi posiziono nell'anello superiore, leggermente spostato verso la destra del settore ospiti (con l'onore «de vardàrla tacà a el Chivers!!»). I tifosi Cesenati sono pochi e svogliati: il Verona gioca con un'incitamento continuo.
Si inizia,e da subito si vede che le motivazioni in campo fanno ( e faranno ) la differenza, i primi 19 minuti vedono l'Hellas in un costante «forcing» orchestrato da quel Ferrarese che è già un eroe per i tifosi scaligeri. Si arriva appunto al 19°, calcio d'angolo battuto proprio da Caio, parapiglia in area, Turati tira e un difensore del Cesena devia con il braccio. Anche a noi che siamo dalla parte opposta dello stadio sembra che qualcosa di strano sia successo. Vediamo l'arbitro indicare il dischetto del rigore...scoppia l'esultanza dei supporters Scaligeri. A battere il penalty và il «vecio» Ferrante, rincorsa...rete!!!!! I ragazzi dalle sciarpe gialloblù fanno festa nel settore a loro riservato dello stadio. Sembra una «passeggiata de salute», invece dopo soli 5 minuti il Cesena, con il suo miglior giocatore schierato in campo, Pellè, colpisce la traversa e fà ricordare a tutti noi che bisognerà «soffrire» fino alla fine.
Si arriva all'intervallo tranquillamente, senza eccessiva foga da entrambi le parti. Durante la pausa faccio un giro per lo spalto e incontro e saluto volentieri alcuni Butei con i quali di solito seguo la partita in curva al Binti, ma che si erano organizzati diversamente. Incontro anche PaneBalon, «do ciacole anca cò lù!». Poi vado al bar a fare la ricarica, ma con mia enorme delusione, i caffè Borghetti sono finiti, e vendono solo birra analcolica. Decido, anche perche il secondo tempo sta per iniziare, di tornare al mio posto. Il secondo tempo scivola tra la voglia dell'Hellas di chiudere la partita e la voglia del Cesena di cercare di giocarla. Brividi e occasioni poche! Il Verona tiene il campo da signore. Al novantesimo tutti a festeggiare, la speranza continua. Il ritorno non può che essere dolce, ma carico di curiosità per i sviluppi futuri. L'Hellas lotta fino alla fine...solo questo vogliamo (almeno penso io).
La «stanchessa la se fà sentìr», e seduti in macchina tiriamo avanti. (Torniamo verso la «Fatàl Verona», «èra Galliani?» Scusate il mio anti-milanismo cronico! ) Arrivati a Verona, mi aspetta un altro viaggio in treno. Saluto i Butei miei compagni di trasferta, vengo anche omaggiato di una bozza di vino! Faccio il biglietto, chiudo lo scompartimento, e via a dormire fino a Venessia sognando altre di queste trasferte.