Allora, in porta ci metto Franco Tancredi, a mio avviso più forte e continuo sia di Paolo Conti che di Mattrel; terzini Claudio Gentile, in grado di fermare qualunque attaccante al mondo e dall'altra parte l'interista Fabbian, arretrato sulla fascia sinistra per esigenze tattiche; stopper il roccioso viola Della Martira e libero l'immenso Franco Baresi. Difesa eccezionale. A centrocampo una splendida coppia di registi, Antognoni e Hansi Muller, però ho bisogno di un portatore d'acqua e allora scelgo il migliore di tutti: Tardelli. Davanti, sulla fascia Claudio Sala che a Torino chiamano “il poeta”, ad ispirare una coppia di attaccanti argentina unica al mondo: Sivori e Maradona. Immarcabili e imprevedibili, il talento allo stato puro che serve a me. Niente male, vero? Vi farebbe paura affrontare questa formazione? Ci sono tre o quattro giocatori che - in assoluto - hanno rappresentato la migliore espressione dei rispettivi ruoli durante la loro fortunata carriera; diversi Campioni del Mondo; Palloni D'Oro; una quintalata di Coppe Europee vinte e una tonnellata di scudetti. A questo punto vi domanderete: o Massimo è impazzito, oppure cosa c'entra con il nostro Verona questa combinazione assurda del meglio degli ultimi 30 anni di calcio? Poiché non ho prove concrete di essere uscito di melone (o forse, sono ancora all'inizio), la risposta che andate cercando è la più ovvia di tutte: la loro fortunata carriera.
Eh già, perchè i signori di cui sopra hanno tutti avuto l'onore di esordire in Campionato incontrando il nostro Hellas Verona. In altre parole, la squadra gialloblu è stata testimone al battesimo in serie A di tutti questi talenti del calcio nazionale e internazionale.
Non ci credete? Eccone la prova:
- Tancredi esordisce il 28/1/79 in Roma – Verona 2 a 0
- Claudio Gentile il 2/12/73 in Juventus – Verona 5 a 1
- Fabbian il 27/9/70 in Inter – Verona 2 a 1
- Della Martira il 7/10/73 in Fiorentina – Verona 2 a 1
- Franco Baresi il 23/4/78 al Bentegodi in Verona – Milan 1 a 2
- Tardelli il 5/10/75 in Juventus – Verona 2 a 1
- Antognoni il 15/10/72 al Bentegodi in Verona – Fiorentina 1 a 2
- Muller il 12/9/82 al Bentegodi in Verona – Inter 1 a 2
- Claudio Sala il 29/9/68 in Napoli – Verona 1 a 1
- Maradona il 16/9/84 in Verona – Napoli 3 a 1
- Sivori il lontano 8/9/57 in Juventus – Verona 3 a 2
E se questi nomi non vi sembrano abbastanza, nella mia panchina virtuale ci posso aggiungere i portieri Paolo Conti (Roma) e Mattrel (Juve), il centrocampista romanista Spadoni, la mezzala nazionale danese Michael Laudrup (Lazio), il napoletano Umile, gli attaccanti Massimo Briaschi (LR Vicenza) e Traini (Ternana), più mezzo Lecce neopromosso in A nel 1985 (Negretti, Miggiano, Enzo, Nobile, Miceli, Barbas e Pasculli).
Tre sono i ricordi più nitidi di ogni carriera: il giorno dell'esordio, quello dell'addio e quello in cui è stato raggiunto il risultato professionale più prestigioso. Pensate allora che tutte queste persone – che potevano essere all'epoca giovani debuttanti oppure campioni affermati portati in Italia per rinforzare le nostre squadre – hanno identificato il calcio italiano con i nostri colori. Noi siamo stati il primo nemico da battere. Quello a cui hanno riservato la loro prima emozione, quella che non si scorda mai.
Sapete cosa vuol dire ciò?
Che quando sentite i butei più anziani (come me) parlare con orgoglio di 105 anni di storia, di un incredibile scudetto conquistato sempre in testa per 30 giornate consecutive (nell'anno della designazione arbitrale con sorteggio integrale), di 24 campionati disputati in A, di partecipazioni a coppe europee e di 3 finali di coppa Italia, loro stanno raccontando un pezzo di Storia del Calcio.
Una realtà del genere, al di là di quanto potrà accadere nei prossimi giorni, non morirà mai.
Siatene dunque sempre fieri.
Massimo
NOTA Non sono solito fare dediche e omaggi. Ogni cosa che scrivo appartiene di logica a chi l'ha composta e a chi la legge e ne condivide almeno una parte. Questa volta faccio un'eccezione e dedico questo diversivo a Alberto, Nicola e Roberto fautori di un'iniziativa unica e meritevole di plauso. Perciò ho indossato i panni del nostro Carlo, il più grande archeologo della storia gialloblu, affrontando il mondo dei nostri avversari più grandi. Quando si dice “grandi nemici, grande onore” si parla dell' Hellas Verona.