dal nostro amico Lanfranco Palazzolo
Sono tifoso del Verona dal lontano autunno del 1983, quando ho assistito alla clamorosa vittoria di Belgrado contro la Stella Rossa. Da quel momento ho sempre pensato alla mia squadra almeno una volta al giorno cercando di immaginare cosa avrebbero fatto i gialloblu la domenica successiva o nella stagione calcistica che doveva iniziare. Anche se l'Hellas ha vinto uno scudetto, la stagione che ho amato di più del Verona è stata quella del 1989-90, quando la squadra è stata ricostruita da zero. L'immagine che ho dentro dei giocatori è quella della foto della squadra all'inizio dell'anno, senza sponsor e con la maglia della Hummel della stagione precedente. Eppure a me quella squadra piaceva tanto perché venivano messi insieme giocatori che ritornavano a giocare con i gialloblu, insieme ad altri giocatori sui quali gravava un gigantesco punto interrogativo: Giacomarro e Bertozzi in primis. E poi, la maglietta era bellissima.
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Ed era inevitabile che la partita da ricordare per me è stata Verona-Milan del 22 aprile del 1990. Allora ero studente ad Urbino e «Tele +» non esisteva. Per vedere una partita era necessario aspettare le 18.40 per assistere sulla Rai a un tempo di una partita di calcio della massima serie. La partita l'ho sentita alla Radio e non potevo credere a quel risultato clamoroso che regalava al Napoli lo scudetto. Però quel giorno ho avuto una grande intuizione: ho chiesto ad un mio amico di Roma di registrare in Vhs la partita per rivederla la domenica successiva al mio ritorno a casa. Per una settimana ho evitato di vedere le immagini della partita per gustarmele pensando che la settimana successiva con il Cesena ce l'avremmo fatta. Ma non è andata così. La partita, anzi il secondo tempo di Verona-Milan l'ho visto solo dopo la partita con il Cesena con lo spirito di chi avrebbe visto una grande vittoria senza gioire per il gol di Davide Pellegrini o per le espulsioni dei giocatori del Milan.
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Il mio attaccamento a quella partita è dovuto al fatto che mi rendevo conto che quel Verona che aveva fatto due finali di Coppa Italia, vinto lo scudetto e giocato la Coppacampioni finiva lì con Sotomayor che abbracciava Bagnoli e lo portava sotto la curva; con Favero che invitava con un gesto sbrigativo Peruzzi a rimettere il pallone in gioco per fare il gol contro il Milan decimato; gli insulti di Colombo contro Prytz; con Bertozzi in campo che sostituiva Fanna e Giacomarro in cabina di regia. E con la convinzione che per risalire ci sarebbe voluto tanto tempo. Ma con la convinzione che in un modo o nell'altro l'Hellas sarebbe tornato grande, come nessuna altra squadra è riuscita ad esserlo nella sua stessa dimensione.
Foto da Il Giorno e Guerin Sportivo
Hellastory, 13/01/2022