dal nostro amico Marco Mastronardi
Verona-Milan 5-3. Solitario come un'ostrica simpatizzavo Hellas dal 69, minoranza talmente esigua
da essere l'unico del clan. Attorniato da ammiratori delle squadre strisciate, ebbi la grande rivincita
in quel maggio del 73. Ascoltavamo, in cortile, a Cinecittà, dove son nato, tutto il calcio minuto per
minuto, e all'intervento di Ameri che irruppe sentenziando "cinque gol del Verona al Bentegodi, tiro
di Busatta", un ragazzino milanista, che amava scherzare, per via della mia "strana" fede calcistica,
mi incrociò gli occhi. Lo guardai sornione, e abbozzando un sorriso beffardo, sulla falsariga di De
Niro col sig. Roberto nel secondo padrino, proferii un "non finisce qui, il sesto lo segna Zigo".
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Mai, avrei pensato, quel giorno, che 12 anni dopo, il grande Osvaldo, con poesia e raziocinio, cristallina
logica e puro sentimento, e con una squadra quasi tutta italiana (alla faccia del leicester) avrebbe
scaldato e saziato il cuore di tutti noi appassionati, traslandoci in una favola da vivere ad occhi
aperti, intensamente, quasi una pellicola del miglior Tornatore. Vibranti emozioni, che ancora
resistono all'incedere del tempo... l'Hellas nell'Olimpo del calcio italiano. Si, l'indimenticabile
Gianni Brera, coniò il termine «classica», per indicare una gara disputata tra 2 squadre che hanno
vinto almeno uno scudetto...ragion per la quale, quando una nostra avversaria ci affronta, quella
partita, può essere definita classica del calcio nostrano, solo, se quest'ultima abbia vinto anch'essa
un campionato.
Foto da Il Nuovo Adige e heraldo.it