Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
Qui ci sono tre problemi che devono essere affrontati una volta per tutte, ma seriamente. Il primo riguarda il modo con cui si vuole disporre la difesa. L'assetto difensivo non riguarda solo un aspetto numerico, ma anche relativo agli spazi da coprire: aggiungere un centrale difensivo vuol dire togliere un giocatore, ad esempio, in copertura davanti alla difesa. Questo comporta un lavoro differente della squadra che riguarda meccanismi, movimenti e posizioni in campo. Il periodo croato (Juric e Tudor) aveva esaltato la difesa a 3 potendo contare su precise scelte tattiche e sulla freschezza degli esterni bassi. Baroni prima e Zanetti poi, che prediligono invece la difesa a 4, si sono adattati al modulo più comodo avendo Magnani, Coppola e Dawidowicz a disposizione. Quando poi Baroni ha deciso finalmente di far giocare il Verona come voleva lui, imponendo la difesa a 4, anche i risultati sono venuti. La tenuta difensiva è stato uno dei fattori determinanti per riuscire a salvarsi l'anno scorso. E non c'è dubbio che Zanetti sarà costretto a risolvere una volta per tutte l'equivoco dei centrali schierandoli nella maniera per lui più confacente. Fino a quel momento, con il continuo alternarsi a 3 o a 4 a seconda delle situazioni, esporrà l'intera squadra ad essere fragile dietro.
Poi c'è il secondo problema, più squisitamente tecnico. Le reti finora subite vengono tutte da ingenuità individuali che hanno coinvolto spesso, con una certa gravità, i nostri centrali. Non sono interessato ad affrontare i limiti individuali di Dawidowicz e Coppola, per questo c'è un allenatore, ma pare ovvio che insieme non possono giocare efficacemente perché non si completano affatto tra loro. Anzi raddoppiano i loro difetti. Questo Baroni lo aveva capito limitando la coesistenza all'indispensabile e prediligendo Magnani come riferimento.
C'è infine un terzo tema, che sembra banale ma a mio avviso sta incidendo: il mercato. Magnani e Dawidowicz sono in scadenza contrattuale e non credo ad un loro scontato rinnovo, salvo smentita dovuta a performance straordinarie che oggi vedo improbabili. Non escludo neppure che almeno uno di loro venga ceduto in anticipo a gennaio (e quindi sostituito) per non arrivare al giugno con il reparto svuotato e da rifondare. Coppola è un prodotto del vivaio, è giovane e forte fisicamente, ma non sta crescendo. Dovrebbe essere protetto da un centrale esperto e veloce al suo fianco, dovrebbe fare un po' di panchina quando è fuori condizione per crescere gradualmente. Invece, gioca sempre a prescindere. Dipende forse dall'esigenza di prezzarlo il massimo possibile in ottica di mercato invernale? In estate sono state sparate cifre importanti intorno al suo cartellino che sono destinate a ridimensionarsi notevolmente se non trova la giusta sicurezza.
Non credo che il problema sia irrisolvibile. Perdere con Juventus, Lazio e Torino rientra in un processo di valori in campo che fanno sempre la differenza. Adesso però affronteremo Como e Venezia, due scontri diretti, e non possiamo permetterci errori difensivi. È opportuno quindi fare chiarezza, schierare i difensori meno stressati, smontare una volta per tutte la difesa a 3, recuperare energie positive per tirare avanti fino a gennaio dove, inevitabilmente, Sogliano sarà costretto a mettere mano al reparto restituendo quella qualità che oggi manca.
Massimo
Colonna sonora: Fragile, Sting.