Ma cosa diavolo è successo a partire dal 70'? come si fa a non tenere 2 gol di vantaggio dopo aver dominato completamente l'avversario? Due pali (già lì...) e due gol in soli 20 minuti. Durava un altro paio di minuti e perdevamo, tanto non eravamo più in campo. Questione di fisico o testa? Cosa è successo? Cosa continua a succedere al Verona? Di questo deve rispondere il signor Pecchia perché aveva la partita in mano e, per l'ennesima volta dopo Bergamo, Chievo e soprattutto con il Bologna non siamo riusciti a tenere il risultato sul binario di controllo. E il secondo tempo contro il Genoa? Dovevamo rimontare, abbiamo fatto un solo tiro in porta con Cerci. Crolliamo sempre nella ripresa, ci imbamboliamo. A Ferrara i nostri difensori hanno finito in continuo affanno (Ferrari e soprattutto Caracciolo), sconcertante Bessa sempre avulso dal gioco, infruttuosi i cambi mai entrati in partita. Il finale ha calato l'ennesima ipnosi collettiva ingiustificabile. Del resto, signori miei, questi siamo. Peccato perché era l'occasione perfetta per vincere uno scontro diretto e mettere fieno in cascina prima del terribile finale di stagione (Milan, Udinese e Juventus). Invece restiamo penultimi in classifica, con 32 gol incassati e la certezza che questa squadra va rifondata. Se ha intenzione di salvarsi, perché comincio a dubitare anche di questo.
Tutte le squadre partite male, ad eccezione di Hellas e Spal, hanno cambiato panchina in queste ultime settimane. E' chiaro che nemmeno Pecchia e Semplici possono sentirsi al sicuro ancora a lungo, ma forse loro sono aggrappati alla riconoscenza societaria della promozione diretta appena conquistata e alla consapevolezza che forse la serie A è troppo impegnativa per entrambe le società. Inutile cambiare se hai buone probabilità di retrocedere. Pochi alibi invece a Cagliari, Benevento, Sassuolo, Genova rossoblù e Udine: la delusione delle prestazioni non è stata valutata giustificabile rispetto al potenziale a disposizione. Difatti, è bastato poco a Lopez, Ballardini (il migliore a gestire queste situazioni) e Oddo per rilanciare le loro squadre. Sulla buona strada il contributo di Iachini (anche se in sede di presentazione ha detto che non può certo fare miracoli), mission impossible quella di De Zerbi. Chi si è mosso per tempo ha comunque avuto il vantaggio di scegliere bene e garantire una buona conoscenza del gruppo al tecnico in ottica mercato di riparazione.
A Crotone invece Nicola ha anticipato i tempi: ha probabilmente compreso di non avere più il gruppo in mano, oppure non vede nei giocatori il fuoco e la disperazione che ha consentito il miracolo della stagione scorsa. Cambia poco. Mi chiedo se Pecchia sarebbe mai capace di un gesto simile? Cammina in un campo minato e lo sa. Non ha responsabilità del fatto che deve affidarsi a ragazzini come Kean e Lee per fare gol, ma la tenuta nervosa (eufemismo per incrociare il calo fisico e di concentrazione) e quella tattica sono affari suoi.
Quando retrocedemmo due anni fa il presidente Setti si lamentò per il fatto di aver temporeggiato troppo nella sostituzione di Mandorlini. Di fatto poi Delneri non cambiò affatto la situazione, nonostante la (scadente) rivoluzione di gennaio. Allora, perché quest'anno continua a difendere ad oltranza Pecchia?
Probabilmente perché sa benissimo che non può garantire una campagna rafforzamento adeguata alla categoria che qualunque allenatore decente (Reja? Guidolin?) chiederebbe. Non ci sono altri motivi a questo opprimente silenzio. Siamo modesti a tutti i livelli, e in tutti i sensi.
Un saluto a Fusco e alle sue scommesse estive. Tutte perse.
Massimo
Colonna sonora: The Blackout, tratto da Song of Experience degli U2.