Anche se nessuno se ne accorge (fatto questo che rende tutto ancora più affascinante), Hellastory compie quotidianamente almeno un paio di piccoli miracoli: lato nostro, apre la porta ad una redazione virtuale nella quale 7 o 8 persone sparpagliate in giro per l'Italia, da quasi quindici anni, condividono le proprie idee e si prendono l'onere (capirai !) di raccontare a modo loro il calcio gialloblu. Lato vostro, vi fa compagnia ogni volta che accedete al sito e condividete la nostra produzione. E' chiaro che, nel corso del tempo, sia il Verona che la tecnologia hanno realizzato anche un terzo miracolo, questa volta davvero meraviglioso. Abbiamo scoperto che si sta bene qui tra noi, ci trasmettiamo reciprocamente emozioni, fragilità, sogni, nessuno si sente mai sotto esame, non ci sono capi né esecutori. I ruoli al nostro interno, se esistono (certo Andrea, il webmaster, è unico e insostituibile) nascono in maniera spontanea e provengono ciascuno dalla necessità di saper nuotare ciascuno nel mare che riesce meglio. Sia esso oceano, fiume di montagna, semplice vasca da bagno. Che importa? Ognuno di noi è esattamente così come appare. Le parole che compaiono, in un mondo caratterizzato da una comunicazione sempre più complessa e rarefatta, diluita nel tempo ma sintetica al massimo, sono sufficienti per riuscire a cambiare il corso della giornata. Basta che si trovino insieme le persone giuste, il solito sito, le stesse passioni.
Oggi riunione urgente per discutere sulla situazione del nostro Verona. L'intero board è connesso tramite smartphone, pc e cellulare. Succede più o meno questo.
Di massima si evidenziano 3 distinti schieramenti. Il primo preferisce non esprimersi sulle possibilità di salvezza alzando bandiera bianca. Troppo presto, non facciamoci prendere dal momento. Sono gli scienziati del team: il web Andrea e lo storico Carlo. Sono guidati dalla sana razionalità dei numeri e dei processi logici. Nulla è già stabilito in anticipo, le emozioni sono effimere: santificano e condannano con la stessa rapidità. Ne hanno viste troppe per dare tutto per scontato ad un terzo del campionato. Sono magnifici, algidi e imperturbabili. Come faranno?
Lo schieramento pessimista è invece piuttosto nutrito. Enrico ha una formazione induttiva che vorrebbe spacciare per scientifica, ha una teoria in testa e asserva le prove a sua testimonianza per giustificarla: è più probabile che retrocediamo. Perché? Perché siamo legati al totem Toni e non abbiamo cambiato allenatore. Il Chievo nelle stesse circostanze (6 punti dopo 12 gare) lo ha fatto due volte (alla 10° e alla 12°) e si è salvato vincendo entrambe alla 13°. Domanda: come facciamo a battere il Napoli? Paolo è pessimista come il sottoscritto e sentenzia senza tanti fronzoli: abbiamo i punti che meritiamo. Per lui la quota salvezza si alzerà, il Frosinone è destinato a farci compagnia. Grande interesse desta la posizione di Davide, frequentatore sempre presente ma non troppo assiduo - direi “a recupero” - che esordisce con uno dei suoi famosi sarò breve. Questo significa che ci dobbiamo mettere comodi: poltrona per chi è a casa, parcheggio in seconda fila per chi sta guidando, un bar per chi è per strada. Ci intrattiene per buoni 5 minuti partendo anche lui da una base scientifica: 3 volte la Roma alla prima di campionato e 3 retrocessioni ! per concludere col fatto che se non batti Carpi e Bologna (gare che in passato Mandorlini non sbagliava mai) è difficile pensare di farcela. Classifica e infortuni sono componenti esogeni, il problema fondamentale è l'assenza di gioco. Siamo praticamente a terra dopo questo intervento, ma conclude con un filo di speranza: dobbiamo chiudere l'andata con almeno 15/16 punti se no il finale è già scritto. Paolo, che ha appena completato un'analisi sugli altri momenti pietosi della storia gialloblu, è il primo a rompere il silenzio con un sacrale sono d'accordo con te.
Per fortuna c'è Valeriano a tirare su il morale. Anche lui è scientifico, ma a modo suo, della stessa scienza di cui è fatto il tifoso: il Verona è invincibile, Mandorlini infallibile, Toni eterno. Presto detto: a lui bastano 14 punti per chiudere l'andata perché la quota salvezza si abbassa e 7/8 punti sono recuperabili. È una voce isolata la sua, ma già nel passato si è dimostrata la più lungimirante di tutte, pertanto merita rispetto. L'imponderabile che si erge a fiducia collettiva.
Con il solito ritardo, dopo varie sollecitazioni, appare finalmente Francesco che si scusa a causa dei troppi impegni. Non abbiamo mai capito se è la persona più disorganizzata al mondo o è solo una posa. Fatto sta che, sentendosi in colpa, si riscatta in fretta. Per lui ci salviamo solo se ritornano in fretta Toni, Viviani e Romulo e se Pazzini e Hallfredsson recuperano. Non è facile da collocare una posizione del genere, va dal fatalista all'agnostico puro.
Inutile riproporre nuovamente la mia posizione, annoio a sufficienza ogni settimana, pertanto mi diverto a parteggiare per tutti con domande capziose e risposte furbe che rendono ognuno contento ma nessuno felice. Tanto si sa come la penso: ci salviamo solo se abbiamo i soldi per rinforzare la squadra e se riusciamo a lottare per il terzultimo posto. Una si recupera, due no: anche questo è scientifico.
Nel momento più caldo della riunione, si fa per dire, la conversazione perde all'improvviso la drammaticità dell'argomento e slitta inevitabilmente sull'acconciatura di Pisano (non sarà mai un giocatore di classe), gli occhi da matto di Rafael, i tatuaggi di Matuzalem e lo sguardo sofferente di Pazzini, invecchiato in due mesi di almeno 10 anni. È diventato il papà di Toni, morbidamente sciarpato in tribuna. Il problema è che ogni volta, alla fine, pretesti diversi prendono il sopravvento. Oddio, diversi fino ad un certo punto perché si finisce sempre per parlare di donne, e nell'unica modalità (sconcia) che riesce facile all'unico neurone che ci rimane. Area nella quale, oltre al calcio, ci sentiamo tutti perfettamente a nostro agio. È come bere un caffè o un bicchiere di birra di fine riunione. Quello che sancisce posizioni, giudizi e il daffare.
A domani, dunque. Stessa modalità, stesso spasso.
Massimo
Colonna sonora: You'll never walk alone, Elvis