SECONDO LIVELLO: LA ROSA A DISPOSIZIONE Il mercato impone che le scelte più importanti vengano fatte subito perché devono essere condivise con l'allenatore e perché all'inizio i giocatori costano meno. Soprattutto quando si ha a che fare con limiti di budget. Dopo infatti il prezzo sale sia per colpa della concorrenza che della volontà di prendere per il collo la parte acquirente. Purtroppo, anche quest'anno questa semplice norma di buonsenso non verrà seguita dai nostri dirigenti. Infatti, per quello che sappiamo, il Verona che verrà punta essenzialmente su un paio di ex giocatori del Foligno di proprietà del Chievo, alcuni svincolati e 4/5 esordienti. Tutto qua?
Cominciamo con il denunciare il fatto che il mercato gialloblu parte con un vizio formale, che è molto più di un semplice freno tirato. Fintanto che Previdi non si libererà di Da Silva, Morante, Comazzi, Piocelle, Morabito, Herzan e Minetti non potrà comperare; glielo impediscono le recenti limitazioni di rosa. Sebbene lui, in maniera sprezzante, li abbia definiti i giorni scorsi dei «giardinieri» ha davanti a sé 3 possibili soluzioni, tutte legate però al loro legittimo status di calciatori: 1) riuscirà a cederli a qualche società 2) rescinderà il contratto, pagando una sostanziosa buonuscita (è quello che è accaduto con Da Silva e Piocelle) 3) li reintegrerà in rosa come se nulla sia successo, proponendo ai tifosi la parabola del figliol prodigo. E' chiaro poi che se dovesse essere costretto a maldigerire l'ultima soluzione anche solo per qualche elemento, Remondina si lamenterà di essere venuto a Verona con ben altre prospettive. E questo allungherà la lista degli scontenti.
Qualora invece, per opera dello spirito santo, dovesse riuscire a toglierseli tutti di torno, ne uscirà così ridimensionato dal punto di vista economico (tra svalutazioni di bilancio e indennizzi vari) che rimarranno pochi soldi per far arrivare gente di qualità. Eppure, se c'è una cosa che abbiamo imparato quest'anno è che la differenza che passa tra il Verona salvo e il Manfredonia e la Pro Patria retrocesse è proprio l'utilizzo di giocatori come Stamilla, Zeytulaev, Minetti, Gonella, Bellavista, Sibilano che si sono fatti valere soprattutto nei momenti peggiori. Persino il Morante dei playout è stato fondamentale per la nostra salvezza (il che è tutto dire). Cosa significa ciò? Che se è vero che per il 99% del campionato abbiamo subito la loro tracotanza e il loro menefreghismo, non ci saremmo mai salvati se non ci fosse stato quell'1% che ci ha consentito di effettuare un finale di stagione eccezionale e se gli spareggi non fossero stati concretizzati da spunti individuali di grande classe. La qualità si paga, lo so. Ma alla fine rientra. Con tutto il rispetto per i nuovi di cui si sente parlare, che sono normalissimi giocatori di categoria, a me pare che il Verona esca troppo ridimensionato qualitativamente dalle strategie di mercato. Anche perché parte da una base di scarsissimo livello.
Non solo: se poi facciamo eccessivo affidamento ai giovani di Atalanta, Inter, Bari e Triestina che dovrebbero arrivare (visto che i nostri sono pietosi) dobbiamo anche mettere in conto che qui da noi ci saranno solo terze scelte perché i migliori se li tengono in prima squadra, mentre quelli che hanno un futuro immediato li piazzano in serie B o dove il livello tecnico è maggiore (gli esempi di Di Carmine e Lanzoni si commentano da soli). In C mandano insomma solo le scommesse, quelli che o la va o la spacca. Mentre Previdi continua a ripeterci la favola di Inzaghi, scoperto e valorizzato a Verona, io gli rispondo che allora giocavamo nei cadetti e che di giovani ne sono arrivati parecchi qui da noi, compresi Agnelli, Ferrazza, Aurelio, Magliocchetti e Pastrello (che tra l'altro esordì nel Milan in serie A...). L'incognita più grande su un ragazzo di 18/19 anni non è tanto il valore tecnico quanto la testa che ha, perchè il più delle volte si perde per strada. In allenamento sembrano tutti Maradona o Maldini, poi scompaiono durante la stagione agonistica. In un modo o nell'altro, non sempre riescono ad esprimersi come dovrebbero quando vivono lontano da casa. Per questo, affidare tutta la panchina ai giovani diventa molto rischioso, anche se ne sei costretto per obblighi di Lega. Sarebbe stato molto meglio per il Verona valorizzare a suo tempo i propri ragazzini, almeno avrebbe potuto verificare quotidianamente quanto crescono e maturano. Ma, tant'è...
Infine, proviamo a dare un occhio al gruppo che dovrebbe essere confermato. Corrent l'anno prossimo sarà quello di 2/3 del campionato, cioè un giocatore confusionario e bloccato, oppure quello grintoso del finale di stagione? E Mancinelli, bocciato da Ventura, Sarri e Colomba, venuto fuori solo con Pellegrini in panchina (e parzialmente Ficcadenti)? E Garzon, che ha impiegato un sacco di tempo per inserirsi (con Sarri partiva sempre dalla panchina)? Vogliamo parlare forse di Rafael e della sua involuzione nel girone di ritorno? A parte Bellavista, Sibilano e Orfei non mi fido di nessun altro. Tanto meno di Greco, che qui a Verona ha mostrato più discontinuità caratteriale e fragilità fisica che classe e personalità (percepita solo a tratti ed esaltata troppo, forse per mancanza di qualità vera intorno a lui).
Quello che voglio dire è questo: possibile - anzi auspicabile - che 8/10 innesti (di cui la metà composta da esordienti) e un nuovo tecnico siano sufficienti per cambiare mentalità e dare costanza di rendimento. Ci sono mix assurdi che possono trasformare prodotti mediocri in realizzazioni perfette. Però da una parte ho ancora davanti agli occhi una squadra sconclusionata che si è salvata all'ultimo secondo di gioco, dall'altra sto vedendo un Verona che ricomincia da zero senza elementi di esperienza per colpa della ristrutturazione in atto.
Contraddicendo me stesso - visto che ho chiesto per un anno intero di vedere in campo solo gente che vuole emergere e che bisogna assolutamente ricominciare da zero - per come sono andate le cose ho una paura terribile di fare la fine della Pro Patria, una squadra organizzata ma mediocre in tutto, così piatta da essere incapace di cambiare in corsa il proprio destino.
Il dubbio quindi è atroce: con tutte queste scommesse e queste fragili conferme riusciremo poi a farcela?
TERZO LIVELLO: IL VERONA E' NUDO Previdi sta mostrando ai tifosi gialloblu, ma anche agli avversari, il vero volto del Verona. E quindi le sue scarsissime potenzialità. Un volto struccato dalla boria che viene dalla storia e della grande tifoseria che ha. Infondo, è giusto che sia così. Però fa male prendere atto che siamo diventati una succursale del Chievo, che manda da noi i suoi giocatori per farli maturare lasciandoci in prestito i migliori (Garzon e Girardi) e in comproprietà quelli più modesti (Parolo). E' vero che la distanza tecnica che c'è tra noi e la Sambonifacese è inferiore di quella che c'è tra noi e il Chievo, ma non era meno umiliante seguire altre strade? Perché proprio il Chievo?
Infondo, che l'Hellas tratti i giovani dell'Atalanta ci sta e nessuno si offende. Ma che l'Hellas perda quel minimo di pudore nel voler superare questo momento difficile chiedendo aiuto al coinquilino «efficiente, educato e pieno di valore sportivo» rende le cose molto più difficili. Almeno dal mio punto di vista.
Questo avvicinamento inopportuno a Campedelli è insomma il presupposto per un'integrazione sempre maggiore? Siamo destinati a perdere ulteriore identità, pieni zeppi come siamo di giocatori della diga? Davvero metà Iunco vale il semplice rinnovo del prestito di Garzon, non è che invece ci stanno finanziando le liberatorie?
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Ho assoluto bisogno di trovare sicurezza oltre Previdi. Più passa il tempo e più la situazione si complica. Inoltre, sono molto infastidito perché dovrò attendere settembre e l'inizio del campionato per confrontarmi con la realtà.
Mai come in questo periodo mi sono posto tanti problemi, tutti insieme.
Il fatto è che non sono neppure in grado di comprendere se i precipizi che ho davanti agli occhi devono essere considerati distinti e separati tra loro, o se sono posizionati su 3 livelli uno sotto l'altro. Nel primo caso verranno risolti singolarmente con l'evolversi naturale degli eventi; nel secondo invece apriranno una voragine che è esattamente la somma di ciascuno di loro e l'anno prossimo si presenterà con le stesse difficoltà di quello appena concluso. Senza avere alcuna certezza di riuscire a strappare lo stesso esito finale.
Massimo