Alcuni anni fa, una persona di famiglia subì un'infezione durante l'estate. Il fatto di essere in un luogo di villeggiatura aggravò il decorso della malattia perché tutti i medici ai quali ci rivolgemmo si concentravano sui sintomi ma non riuscivano a riconoscere le cause. Tamponavano ma non curavano. Passammo così una decina di giorni di ansia e confusione cambiando continuamente medicine senza verificare alcun miglioramento perché si risolveva un guaio e ne emergeva subito un altro. Col tempo, non solo la febbre non cessava affatto, ma cominciarono ad emergere i primi effetti collaterali dovuti all'eccessiva somministrazione di farmaci e il fisico si stava debilitando. Visto che le condizioni erano visibilmente peggiorate, decidemmo di anticipare il rientro in città. La prima cosa che fece la dottoressa (che Dio la benedica!) fu quella di sospendere per 24 ore tutte le medicine che erano state prescritte. Questo fu uno choc per me perché - assolutamente ignorante in materia - ero convinto che comunque qualcosa avrebbero potuto fare. Il giorno dopo, toccato il precipizio, impartì una terapia completamente differente e una settimana dopo giravamo sereni e contenti a raccontare ad amici e parenti le disavventure della peggiore estate degli ultimi anni. Anche se...
Ora, è assolutamente possibile che la nostra brava dottoressa avesse individuato subito la diagnosi, che sapesse che non avrebbe fatto correre alcun rischio al paziente sospendendogli quelle inutili cure e che bastasse veramente poco per debellare il male. Forse aveva solo bisogno di conferme. Tuttavia, siccome nessuno era in grado di fornirmi garanzie in merito, ho vissuto molto male quei momenti perché vedevo intorno a me solo sofferenza e incognita sul futuro.
Può anche darsi che, in questo preciso momento, Previdi stia replicando il comportamento della dottoressa. Anche se...
Nel corso della mia riflessione sul Dossier auspicavo il ritorno alla normalità pur mettendo in conto i rischi di un profondo ridimensionamento. Del resto, la ricostruzione della rosa e del settore giovanile non si improvvisano: ci vogliono tempo, soldi e fortuna. Qualche giorno dopo, ho riconosciuto in zio Nardino (più precisamente nel suo orgoglio e nella sua esperienza) le qualità di una persona adatta a fermare il baratro che ci ha portato dalla A ai bassifondi della C1.
Le mie certezze, ahimé, finiscono qui. Stante la fiducia che ho sempre avuto nella scienza e nei medici, davanti a me c'è un Hellas che sta male. Per questo motivo devo accettare anche l'ipotesi che né l'una né gli altri riescano a risolvere i suoi problemi. Ecco perché ho deciso oggi di elencare le mie preoccupazioni maggiori, la cui risoluzione nel tempo mi porterà inevitabilmente ad applaudire la guarigione gialloblu. Che, nella situazione in cui mi trovo, ricordano più delle trappole o dei precipizi nei quali stiamo per cadere da un momento all'altro. Altro che vie d'uscita...
PRIMO LIVELLO: REMONDINA Il nuovo tecnico è stato lanciato dalla società e dai media veronesi come la persona giusta nel posto giusto. Questo sia per “giustificare” l'esonero di Pellegrini, sia perché è raccomandato da Previdi. A questo punto è stato facile farlo risplendere intorno alle 2 promozioni che ha conquistato. Mi chiedo però se lui sia capace anche di conquistare salvezze, visto che lottare per non retrocedere è l'obiettivo più consono al Verona, nella condizione in cui si trova...
Remondina viene presentato come un duro e ciò piace molto ai tifosi che per anni hanno subito giocatori mollaccioni. Se vogliamo, ricorda un po' il primo Ficcadenti con il vantaggio di non essere succube del modulo che intende praticare, ma non ha il fascino di essere stato anche un apprezzato gialloblu.
Il problema è che io diffido sempre della propaganda preconfezionata e, nel caso in particolare, sono molto più portato ad accostare Remondina alla disavventura di Piacenza che ai successi di Sassuolo. Di fatto, ha completamente mancato il salto di qualità. Inoltre, la realtà piacentina (società ridimensionata economicamente e con l'esigenza di lanciare giovani per poter tirare avanti) è molto più vicina alla nostra. A lui è stato richiesto di far rimpiangere il meno possibile Iachini e faccio fatica a considerare quella piazza come troppo esigente. Eppure, alla decima giornata è stato esonerato mentre Somma, che lo ha sostituito, ha fatto esattamente quanto era richiesto. Ora, scontato che Somma è più bravo di Remondina, le sue difficoltà di adattamento non mi danno alcuna certezza sulle sue effettive capacità.
Poi, è chiaro che Previdi lo conosce meglio di me, che avrà pienamente compreso gli errori (soprattutto di presunzione) che ha commesso a Piacenza e che qui avrà le spalle coperte. Almeno all'inizio. Devo anche ammettere che il fallimento degli allenatori dell'Hellas di questi ultimi anni prescinde dalla loro singola abilità, in quanto subiscono tutti la difficoltà di lavorare sereni e in sintonia con la società. Remondina, da questo punto di vista, parte fortunatamente con l'accredito di Previdi. Ma il Conte, lo sappiamo bene, quando ci sono problemi ragiona solo con la propria testa e poi scatena il finimondo: non ci dimentichiamo che l'esonero di Colomba e quello di Sarri hanno coinciso anche con la fine di Cannella (anche se precedente a quello del tecnico, ma era già nell'aria) e di Galli.
Insomma, premesso che chiunque è fallibile (soprattutto quando si è costretti ogni anno a ricominciare tutto daccapo), se Remondina dovesse avere problemi cosa accadrà a Previdi? Saltano entrambi e il Verona torna con la coda tra le gambe a chiedere aiuto a Pellegrini?
Massimo
NOTA Ho deciso di tagliare in due parti il canone perché una lettura veloce lo avrebbe fatto sembrare un semplice elenco di preoccupazioni, facendone togliere lo spunto critico. Della serie: avere tanti problemi significa non averne alcuno. Pertanto, oggi ho messo online il senso di fondo che mi accompagna e l'incognita Remondina. Mercoledì mattina arriva il resto