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Il tifoso del Verona soffre la cosiddetta Sindrome del Lupo. Ne subisce tutti gli effetti negativi, anche quelli collaterali: è diventato ansioso, ha allucinazioni, diventa aggressivo, va in depressione, tace per giorni e giorni. La colpa di tutto questo è nell'applicazione pedissequa e reiterata nel tempo della famosa novella del “Ragazzo che gridava al lupo!”. Come si supera tutto ciò? O abbandonando la scena per un po' dedicandosi ad altro, oppure sperando di essere definitivamente sbranati dal Lupo. Bontà sua.
Chiarisco ora tutti i concetti.
La storiella, molto diffusa nei Paesi Anglosassoni racconta di un ragazzo che faceva il pastore (il nostro Pastorello…) e portava tutte le mattine il suo gregge (il nostro Verona…) a pascolare. Un giorno gli parve di vedere, tra le fronde degli alberi, il famelico Lupo (chi vuole comperare la società…) che si aggirava nelle vallate e urlò disperatamente tutta la sua paura. I pastori che pascolavano vicino a lui accorsero in massa in suo aiuto con bastoni e fucili per uccidere l'animale, ma dopo un'accurata ispezione, non trovarono nulla. Però questo soccorso improvviso e molto partecipativo piacque molto al giovane pastore che, qualche giorno dopo, urlò nuovamente la presenza del Lupo solo per il piacere di far precipitare da lui tutti i pastori. Questo accadde altre due o tre volte e, in ogni occasione, chi arrivava allarmato per soccorrerlo non trovava nulla. Un bel giorno, anzi un brutto giorno, il ragazzo vide realmente un grosso Lupo avvicinarsi furtivo al suo gregge. Impaurito urlò con tutte le sue forze, ma questa volta nessuno si degnò di ascoltarlo, stufo di essere preso in giro da lui. Il Lupo mise fine a quelle grida strazianti e noiose con una zampata e si divorò tutte le pecore.
Le mamme e gli educatori raccontano questa favola per insegnare (e spaventare) ai bambini di non dire mai le bugie e di avere rispetto per il prossimo. Se il ragazzo non avesse preso in giro gli adulti chiamandoli anche quando non c'era bisogno, non sarebbe stato ucciso dal Lupo e le sue pecore sarebbero ancora tutte salve. Psicologi e sociologi spiegano il racconto con la necessità infantile del Pastorello di attirare su di sé l'attenzione altrui e di affrontare con la fantasia e lo scherzo l'angosciosa presenza del Lupo, oggetto dei suoi incubi reali, insomma un simbolo che gli metteva davvero paura.
Noi, a Verona, abbiamo un Pastorello che per anni ha detto di voler vendere il suo gregge gridando al Lupo, al Lupo!Ora che vuole davvero venderlo, nessuno gli crede più. Né i tifosi, stufi come tutti i pastori di essere stati presi in giro tante volte; né i giocatori (altrimenti Biasi e Adailton avrebbero chiesto informazioni ulteriori e avrebbero anche ipotizzato di rimanere); né il tecnico che dava per scontata la rescissione contrattuale, ma è stato capziosamente trattenuto dalla società.
Nell'estate del 2000, dopo la celebre litigata con Prandelli, il Presidente è uscito per la prima volta con la volontà di andarsene da Verona. E' chiaro che nessuno lo ha preso sul serio, però a lui deve essere piaciuta tutta l'attenzione che ha raccolto in quella occasione. Tanto è vero che alcuni anni dopo ci ha riprovato ma in grande stile e con tutta l'amplificazione mediatica possibile: se entro il 30 giugno 2004 non avesse trovato un acquirente disposto a rilevare il Verona, lui avrebbe consegnato la società al sindaco! L'avesse fatto… Pare anche che, per sostenere e scandire meglio questo ipotetico passaggio, qualche giornalista veronese ci abbia rimesso le penne. Ma anche stavolta era tutta una buffonata: il Lupo era solo nella sua fantasia. Anche perché, qualche modesto predatore di passaggio - nel frattempo - lo ha incontrato davvero (Paiola, Garonzi, Bussinello, De Biasi) ma è bastato tirargli addosso qualche sasso, che è scappato via di corsa e con la coda tra le gambe. Altro che Lupo famelico…
Oggi, la metà dei tifosi gialloblu non crede che sia in atto una trattativa seria. L'altra metà ritiene che questa sia stata ordita dallo stesso Pastorello per uscire di scena prima che le incombenze amministrative e fiscali si ritorcano contro di lui. In pratica, avrebbe pagato il Lupo per farsi sbranare le pecore ed incassare così il rimborso dell'assicurazione.
Il problema è che il nostro Lupo, cioè colui che vuole strappargli con forza brutale il gregge, è davvero poco credibile: Farina, lo scorbutico capitano Flint. Non ripeto ancora i motivi per i quali per i quali questo predatore non fa paura a nessuno, nemmeno ai bambini disturbati, però aggiungo la considerazione che mi ha fatto un amico. Solo un maneggione come Farina può riuscire ad acquistare la società da un maneggione come Pastorello. Illuminante!
Resta solo da vedere a questo punto se, di qui a qualche giorno, saremo ancora qui a lamentarci per un Lupo anoressico che non ha più fame e non sa decidersi se mangiare o andare in vacanza in Spagna, per un gregge che si è sparpagliato per tutta la vallata a causa della confusione che c'è in giro in questo momento e per un giovane pastore che non sa più che gioco inventarsi per attirare a sé un po' di attenzione patologica. Anche perché la nostra simpatia, il ragazzo l'ha perduta già 6 anni fa.
Massimo
Nella festa per la celebrazione dello scudetto scende in campo un Verona bloccato, pauroso, timido, inesistente per i primi 40 minuti, succube del Lecce passato meritamente in vantaggio e padrone assoluto del campo. Poi, come capita alle volte nel calcio, Suslov (finora 0 gol e 0 assist per lui) pennella una splendida palla per la testa di Coppola, che fino a quel momento aveva subito la marcatura di Krstovic autore del gol ospite, e pareggia. Nella ripresa le due squadre si sono annullate a vicenda rinviando il responso retrocessione ai prossimi 180 minuti. E' un punto importante questo che, contando anche sulle disgrazie altrui oltre che sui meriti di questa squadra terribilmente fragile, può bastare a salvarci.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Lecce?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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