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HELLAS VERONA / Canone Inverso

SI SALVI CHI PUO'


SI SALVI CHI PUO'

Comunicato ufficiale della FIGC n.46/A del 20/8/2003: «Sono retrocesse al Campionato di serie C1 le squadre classificate al 18º, 19º e 20º posto del Campionato di Serie B. La 17º classificata è retrocessa direttamente se il distacco dalla 16º classificata supera i 5 punti. Qualora il distacco in classifica non superi i 5 punti, la 4º retrocessa è individuata con la disputa di play-out tra la 17º classificata e la 16º classificata.» Il Comunicato ufficiale n.73/a, del 11/9 successivo, all'ultimo comma, conferma quanto stabilito nel precedente in merito ai «criteri di retrocessione dal Campionato di serie B al Campionato di serie C1 (play-out)» salvo deliberare l'aggiunta di 4 squadre nel Torneo Cadetto, ripescate dalle retrocesse della stagione precedente. Tutto ciò significa che il Verona, per salvarsi, deve classificarsi almeno sest'ultimo; al quint'ultimo posto corre il rischio di giocarsi la permanenza con uno spareggio; al quart'ultimo posto deve assolutamente puntare allo spareggio agganciando a 5 punti la quint'ultima. Al di sotto del quart'ultimo posto è inevitabilmente in serie C1.

Bene, chi è ancora vivo dopo questa bella notizia, potrà senz'altro sopportare la nostra analisi sulle (poche) chance che hanno i gialloblu di evitare la roulette russa e, consentitemelo, il disonore dello spareggio. La cosa più triste, è quella di dover calcolare le probabilità di salvezza proprio quando si celebra il suo Centenario: la gloria e l'orgoglio di un evento unico e irripetibile rischia di essere deluso e infangato da un'inconcepibile retrocessione, che avrebbe un solo e vergognoso precedente in tutta la lunga storia gialloblu (stagione 1940/41).

Per capire come stanno effettivamente le cose, è opportuno affrontare razionalmente la condizione attuale del Verona, il Calendario fino a fine stagione e il valore delle dirette concorrenti. Trarremo poi le nostre conclusioni ipotizzando perfino un esito finale. Così, tanto per esorcizzare il futuro. Una precisazione però: eviterò ogni ipotesi di salvezza ottenuta lontano dai campi di gioco. Per me è antisportivo sperare nelle disgrazie (fallimento di alcune società) altrui. Anche se questo è un argomento che probabilmente condizionerà l'esito finale.

Mettetevi comodi, perché sarò delicato come l'acqua ragia!


LA CONDIZIONE PSICO-FISICA. Il Verona è in crisi, non c'è dubbio. Il pareggio sofferto con la Salernitana e la batosta ignobile e ingiustificabile di Avellino, evidenziano ancora una volta i sintomi della malattia che attanaglia da tempo i giocatori gialloblu: la paura. Paura di loro stessi, paura del loro futuro (vale solo per alcuni), paura degli avversari.

Il blocco psicologico che ne consegue ha origini chiare e precise. Se andate indietro nel tempo, e analizzate con attenzione la stagione 2001/2002, quella della scandalosa retrocessione in serie B, troverete almeno 4 punti in comune con la situazione attuale.

La rosa attuale, come quella allenata da Malesani, è composta da 3 o 4 giocatori di assoluto valore, qualcuno persino nel giro di varie Nazionali, e da una quantità eccessiva di giovani. Questo mix è ambizioso e pretenzioso al tempo stesso: ideale quando devi puntare a grossi risultati - il talento esalta i giovani e viceversa - ma disastroso in condizioni di stress, come ad esempio la lotta per non retrocedere. Il talento spesso dimentica il carattere e i giovani si sentono abbandonati a loro stessi. Ergo, la nostra rosa non è stata allestita per soffrire. Del resto, sotto Malesani si parlava ad un certo punto perfino di Coppa Uefa, e noi stessi, a settembre scorso, pronosticavamo il Verona attuale in lotta per conquistare la serie A.
La via più veloce per retrocedere è quella di avere una difesa debole. Quell'anno sono retrocesse tra i Cadetti le 4 formazioni con la difesa peggiore, come sempre accade: Fiorentina (63 reti subite), Venezia (61), Lecce (56) e Verona (53). Il Verona oggi ha la peggiore difesa del Campionato - 53 reti - poco meglio di lui Avellino (52), Bari (50), Pescara e Como (48), cioè tutte le formazioni che condividono i bassifondi della classifica. E questo primato, signori miei, non è colpa della partita di ieri sera: del resto se campioni come i nostri riescono a prendere 6 reti dall'Avellino ultimo in classifica e già quasi retrocesso, Pescara e Como sono assolutamente legittimate a prenderne 5 dal Livorno e 3 dal Cagliari. Qualcuno lo dica a Gibellini per favore, lui e la fiducia che ha in questi giocatori. Ma del resto ci penserà Turati a salvare in futuro la nostra difesa…
La società non esiste. Pastorello, in continua fuga dalle proprie responsabilità, 2 anni fa fece il mea culpa per aver concesso troppo spazio alla famigerata coppia il Gatto (Malesani) e la Volpe (Foschi). E il Verona, Pinocchio, è finito in serie B. Oggi, dopo le note dichiarazioni di disimpegno a fine stagione, quando interviene non è più credibile: mi domando e vi domando quanto possano valere le sue eventuali raccomandazioni, i suoi moniti, la sua condivisione. Ogni suo intervento vale praticamente come l'acqua fresca. E non so quanto nemmeno interessi a lui.
Non ci dimentichiamo, infine, che 1/3 della rosa attuale è reduce da quella assurda retrocessione. Sono i giocatori apparentemente più esperti, quelli che dovrebbero aiutare e compattare i più giovani. Purtroppo già una volta hanno dimostrato i loro limiti caratteriali e ora, che sono sottoposti a situazioni praticamente identiche, manifestano nuovamente la loro frustrazione e impotenza, diffondendole al resto della squadra. Sono giocatori perdenti nel DNA: possono avere tutta la grinta e la volontà di rivincita che volete, ma davanti al baratro hanno paura di saltare. E ci cadono dentro. Questo Maddè lo sa bene. Così si spiega la sua sibillina affermazione di una quindicina di giorni fa: «Da quando abbiamo recuperato gli infortunati, abbiamo cominciato a non esserci più». Così si spiega anche la decisione di andare tutti in ritiro a Desenzano. Così si spiega infine la grave affermazione di Gibellini, fatta sotto Natale, in un suo raro momento di lucidità: «Dobbiamo rinunciare a Salvioni perché non possiamo cacciare tutti i 24 giocatori della rosa». Così si spiega il 6 a 0 di Avellino.

La soluzione di questa crisi profonda, deve venire da parte dei giocatori stessi. Solo loro, con un'analisi individuale, possono recuperare le giustificazioni, la tranquillità e il coraggio necessario per sconfiggere gli scrupoli, le ansie e le incertezze che stanno vivendo. Ed evitare così il drammatico spareggio. Ve lo immaginate con quali motivazioni riuscirebbero a giocarsi quelle partite sapendo che la settimana successiva la società forse non esisterà più e che metà di loro ha già firmato un nuovo contratto con altre società di serie A e di serie B?

In tutto questo, aggiungiamo noi, bisogna fare i conti anche con gli avversari: la Salernitana ha ritrovato se stessa al Bentegodi; l'Albinoleffe ha conquistato 6 dei propri 41 punti proprio contro di noi; gli altri ci guardano come delle prede arrendevoli.Nessuno ci regalerà mai niente. Questo i nostri giocatori lo sanno benissimo e i nostri giocatori se la stanno facendo sotto dalla paura. E io con loro.


IL CALENDARIO. Da un certo punto di vista, il destino è galantuomo con il Verona. Ma feroce. Nelle ultime 3 partite i gialloblu affronteranno solo concorrenti diretti per non retrocedere (Venezia, Pescara e Como). Potremmo aggiungerci anche l'Ascoli, due giornate prima, e il quadro è completo.

Ma in quali condizioni arriveremo a questi spareggi? A partire dal prossimo turno, i gialloblu verranno letteralmente massacrati dall'impeto di tutte le squadre attualmente in corsa per salire in serie A: Messina, Palermo, Cagliari e Piacenza al Bentegodi, Livorno e Torino in trasferta. Togliendo dall'elenco Atalanta e Ternana, già affrontate e battute in tempi morti del Torneo, tutte le contendenti alla promozione faranno vedere i loro muscoli all'indolenzito e convalescente Verona, oggi preda facile di chiunque sia tecnicamente che atleticamente. Né ci può essere di qualche aiuto il fatto di giocare più partite in casa, vista la fragilità interna della nostra squadra (6 sconfitte).

Il vero problema sta proprio qui: quanti punti di vantaggio ci toglieranno le prossime 6 partite contro formazioni in forma smagliante, rigogliose e motivate? In quali condizioni psicologiche e di classifica ci presenteremo agli ultimi disperati scontri diretti?

E' difficile dare una risposta. Tra l'altro, voglio ricordare un'ultima cosa: gran parte degli scontri diretti li disputeremo in trasferta (Ascoli, Venezia e Como) dove sarà difficilissimo per noi fare punti. Solo col Pescara avremo la possibilità di ribaltare la stupidissima sconfitta subita all'andata (ricordate l'errore collettivo della nostra difesa nei minuti di recupero?).


LE AVVERSARIE DIRETTE. Io distinguo due categorie di squadre in lotta per non retrocedere: quelle che all'inizio del Campionato sapevano chiaramente che il loro obiettivo primario era la salvezza, e quelle invece che nutrivano altre ambizioni.

Le prime (Treviso, Albinoleffe, Salernitana, Ascoli, Venezia e Pescara) sono grosso modo lì. Ma sono assolutamente sul pezzo: conoscono i propri limiti tecnici, e non mollano mai. Guai. Ogni punto conquistato è un tassello in più verso il loro successo finale; ogni punto perso, è un incentivo per recuperare in fretta. Scordiamoci regali dovuti dal blasone: si combatte sul campo ad armi pari. A noi la classe (se è rimasta), a loro la volontà. E sarà un duello senza esclusione di colpi.

Poi ci sono le formazioni più nobili, cadute in disgrazia per errori grossolani compiuti dai loro maldestri dirigenti e per mancanza di soldi. Sono squadre in preda a crisi di identità e piene di paura: Bari, Genoa e Como. Proprio come il nostro Verona decenni di serie A, scudetti e partite disputate in Coppe Europee buttati via. Quanta miseria!

Nei confronti diretti, nel caso di una classifica avulsa, oggi noi superiamo il Treviso e il Bari grazie al rigoglioso mese di gennaio; il Genoa e la Salernitana grazie alle partite del girone d'Andata (grazie Salvioni!); soccombiamo invece con l'Albinoleffe. Inoltre partiamo con il vantaggio della vittoria casalinga con Venezia e Como, ma con lo svantaggio di una disastrosa sconfitta al Bentegodi con l'Ascoli (difficile da ribaltare) ed esterna col Pescara.

Non so dire se le piccole cederanno alla tensione finale e se le nobili decadute troveranno in loro stesse l'orgoglio di cui hanno bisogno. Ma tutte stanno affilando le loro spade per la battaglia finale: tre di loro (oltre l'Avellino) rimarranno a terra. In tutti i sensi.


UN PRONOSTICO. Lo butto lì, con gli elementi attualmente a mia disposizione e con la proiezione che il Campionato debba finire tra poche giornate. Per cui vale quello che vale: 10 partite da giocare, 30 punti a disposizione e 2 mesi e mezzo di tempo possono cambiare tutto e tutti. O quasi. Molto più importante sarà invece valutare le condizioni del Verona dopo la gara casalinga col Piacenza a 3 giornate dal termine.

Oggi vedo l'Avellino in serie C, accompagnato dal Como, da 2 anni a questa parte in costante affanno e dal Bari che ha commesso 2 errori gravissimi: l'allontanamento di un allenatore come valido come Tardelli (che lo salvò brillantemente lo scorso campionato) e di un bomber di valore assoluto come Spinesi. Da questo punto di vista, secondo me, Pillon non offre le stesse garanzie: è un bravo allenatore per la serie C, ma non ha la cattiveria e l'esperienza necessaria di chi deve salvarsi a tutti i costi.

Per lo spareggio ci sarà bagarre. Secondo me chi è messo peggio, in questo momento, è proprio il nostro Verona: non ha il temperamento, né la freschezza di Pescara e Albinoleffe, dalle quali soccombe anche negli scontri diretti; non ha la qualità tecnica del Genoa; né infine la compattezza di Salernitana (che può contare anche della classe di giocatori come Bombardini e Bogdani), Venezia (squadra operaia ma fortissima in difesa e a centrocampo) e Ascoli (che vanta su di noi anche il confronto diretto). Non posso ipotizzare che i gialloblu continueranno a ripetere le disastrose prestazioni di Avellino o Genova o Bergano (Albinoleffe), ma posso ipotizzare con certezza che non torneranno mai più ad essere quelli di Treviso e della partita esterna con l'Atalanta. Scordatevelo! Quella è stata una pura illusione, un miraggio, una colossale truffa.

Perché il nostro Verona si possa salvare, evitando la lotteria dei playout, occorre che si verifichino almeno 2 di questi 3 miracoli, scegliete voi quelli che preferite. Uno, da solo, purtroppo non basta:

Che Pastorello faccia un passo indietro, rinunci ad abbandonare la società e dichiari fermamente le sue intenzioni di rimanere a Verona e di rilanciare la squadra. Un gesto d'amore verso la città e la sua squadra darebbe morale ai giocatori e a tutto l'ambiente. E' dura da ammetterlo perché Pastorello ci ha spesso deluso, così assente e disamorato, senza contare che non ha nemmeno grandi qualità come manager, visti i risultati che ha ottenuto, ma purtroppo è così. Scordatevi che, in questo periodo, un nuovo acquirente si avvicini a Corte Pancaldo e stacchi un assegno. Se lo fa prima di giugno o è un pazzo o non è per niente affidabile. Non parliamo poi della buffonata dell'azionariato popolare.
Che Maddè riesca a ricompattare l'ambiente, recuperando i migliori giocatori e isolando la squadra dalle proprie psicosi e dalle preoccupazioni della piazza. Qui è anche colpa nostra e della nostra impazienza: non ci dimentichiamo che mentre a Pescara, Ascoli, Salerno e Venezia i tifosi applaudono i propri giocatori; a Verona li fischiano. Soprattutto quando sono in crisi. E questo non li aiuta affatto.
Che qualche formazione implicata nella lotta per non retrocedere crolli improvvisamente per colpa del caldo, della tensione nervosa e della lunghezza del Campionato. Questo non lo possiamo prevedere, ma nemmeno escludere. Del resto è quello che è capitato a noi. Magari nel momento propizio, cioè ben lontano dal rush finale.

Comunque sia, i prossimi 75 giorni saranno pieni di passione per i tifosi gialloblu. Detto questo pochi giorni prima di Pasqua è davvero ironico: la passione porta diritta alla morte prima e alla resurrezione poi. Io mi fermerei, di cuore, ad un semplice brutto spavento. Ma qualcuno mi deve dimostrare il contrario. A cominciare dalla partita col Messina, 2º in classifica e reduce da 4 vittorie consecutive.


Massimo

Hellastory, 06/04/2004
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ADESSO VIENE IL BELLO


Il Verona chiude il ciclo terribile (Atalanta, Milan, Fiorentina, Juventus e Bologna) conquistando 3 punti, e non è poco. Aggiungo che, dopo la pessima gestione della gara interna contro l'Atalanta, abbiamo assistito a una squadra più compatta e messa meglio in campo. Sicuramente più dignitosa. Merito del rientro di Duda, dell'inserimento di Valentini (una spanna sopra i nostri difensori) e dell'abbandono del modulo a 2 punte che toglieva un giocatore a centrocampo, indebolendolo di fatto. Fa piacere, inoltre, vedere un gruppo che lotta e cerca di rimanere in partita fino alla fine. Questo gli ha permesso di battere la Fiorentina e di reggere dignitosamente a Milano e Torino, finché ha potuto. Fino a quando, cioè, una giocata di livello superiore ha rotto l'equilibrio.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Parma?



H.Verona    Parma


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Oyegoke D.

Sarr A.

Serdar S.

Tchatchoua J.

Tengstedt C.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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