Prendendo dunque a prestito una terminologia militare esportata poi nell'uso comune, si può sintetizzare che Martinelli considera la veronesità l'elemento tattico e affida a Bonato e Remondina la strategia per raggiungere gli obiettivi. Naturalmente è prematuro ogni tipo di valutazione sulle capacità della coppia: il mister lo conosciamo bene, ma il direttore sportivo no. Pertanto, è possibile che ciò che Remondina non è riuscito a offrire quest'anno con Previdi prima e da solo poi, possa riuscirci con l'ex compagno di avventura di Sassuolo. Chissà. Proprio per questo, anziché spingermi su ipotesi di questo genere, preferisco porre l'attenzione su alcune problematiche che dovrà affrontare da subito Bonato.
LE CRITICHE DI PREVIDI Entrambi sono stati bocciati da Previdi. Occorre però fare un distinguo sulle accuse e le loro motivazioni.
L'ex amministratore delegato ha criticato l'allenatore reo, a suo dire:
- di non aver saputo tenere lo spogliatoio nei momenti critici della stagione
- di praticare una tattica troppo rinunciataria
- di essere eccessivamente aziendalista.
Il primo punto, a mio avviso, è corretto. A novembre Previdi è dovuto intervenire di persona per sedare la contestazione di Corrent, Anaclerio e Girardi che pretendevano maggiore spazio e in primavera il tecnico non è riuscito a chiedere di più alla squadra per agganciare i playoff. Forse è dipeso dal fatto che lui stesso non conosceva quale sarebbe stato il suo futuro, però è chiaro che nelle ultime gare il Verona è apparso piuttosto appagato.
I giocatori, tranne gli episodi di cui sopra, hanno avuto un buon rapporto con il tecnico; ma questo conferma ulteriormente il fatto che lui ha evitato di creare eccessivi problemi al gruppo, di tenere sulla corda lo spogliatoio, di stimolare oltre il dovuto la squadra. A lui e ai giocatori ha interessato esclusivamente evitare brutte figure in campo. Inoltre, senza l'intervento di Previdi difficilmente giovani come Tiboni e Campisi avrebbero trovato spazio.
Anche il secondo punto è vero. L'abilità riconosciuta al Verona dello scorso campionato è stata quella di riuscire a chiudersi abbastanza bene e tenere il risultato. Ma al Bentegodi questa mentalità rinunciataria ci ha fatto perdere un mucchio di punti, soprattutto nei confronti diretti o contro avversari alla nostra portata. I successi esterni di Ferrara, Padova e Lecco (molto simili tra loro), sono stati sprecati dagli insulsi pareggi casalinghi del girone di ritorno.
Sul terzo punto invece non sono d'accordo con Previdi. Nel senso che una virtù che è sempre stata riconosciuta a Remondina è la sua fedeltà e correttezza professionale. Ora, cambiando proprietà è chiaro che lui si sia adattato prontamente alle nuove esigenze. Pertanto, se nel girone di ritorno Moracci, Conti e Tiboni hanno trovato meno spazio dipende esclusivamente dal fatto che gli è stato chiesto di far giocare al loro posto Pugliese, Ceccarelli e Girardi in ottica di riconferma per la prossima stagione. Possiamo discutere tutta la vita se sono migliori i primi o i secondi, ma alla fine quello che conta è che il tecnico non ha scombussolato troppo la squadra con questi cambi e che le prestazioni finali, tra girone di andata e di ritorno, sono state molto simili tra loro in termini numerici (rispettivamente 23 e 25 punti). A tal proposito, lampante è stata la «riscoperta» primaverile di Dianda, giocatore caro a Ficcadenti, accantonato tutto l'inverno e scongelato con la bella stagione. Allora mi chiedo, come si può considerare l'aziendalismo di Remondina una sua debolezza quando prima era stata una sua virtù?
Bonato invece è stato bocciato perché ha ottenuto risultati importanti spendendo però un mucchio di soldi a Sassuolo. Questa critica lascia il tempo che trova perché potrebbe essere estesa a qualunque dirigente di una società facoltosa. Non ci dimentichiamo che, chi è disposto a fornire ai propri manager un budget elevato, pretende poi di più in termini di risultati. Da questo punto di vista, i meriti che si è conquistato non sono certo sminuiti. Pertanto, il giudizio sulle sue capacità lui stesso le fornirà sulla base di quello che riuscirà ad ottenere a Verona.
Bonato dovrà nel frattempo affrontare un paio di situazioni che lo metteranno in difficoltà. Se sarà in grado di gestirle nel migliore dei modi non vedo perché non possa riuscire a ripetere qui da noi quanto di buono ha realizzato a Sassuolo. Spendendo oltretutto di meno e in una piazza più difficile.
LE DIFFICOLTA' DI BONATO Il modello Sassuolo non è replicabile tout court a Verona, occorrono dei correttivi. Numerosi correttivi. Questo riguarda l'evidente differenza tra le piazze, il rapporto che queste hanno con la categoria in cui giocano e le aspettative delle rispettive tifoserie. Si aggiunga la disponibilità economica che la Mapei ha messo a disposizione in questi anni. In ogni caso, il Sassuolo in C e in B rappresenta un laboratorio sportivo nel quale è possibile lavorare in un certo modo (come lo sono Cittadella e, in parte, Frosinone), mentre l'Hellas - dove si trova attualmente - è obbligato a vincere. In A, anche noi potremmo rappresentare un luogo di ingegneria calcistica, come lo siamo stati in passato. Ma questo non vale certo in terza categoria.
Pertanto, oltre alle differenze di natura economica ed ambientale, Bonato deve prevedere di costruire una formazione in grado di vincere in fretta e di «tenere» successivamente anche la serie B. Questo significa che quest'anno ci aspetta l'ennesima rivoluzione della rosa - la quarta, in 3 stagioni - complice anche il fatto che sono rarissimi i gialloblu sotto contratto. Ma non è assolutamente conveniente, a mio avviso, puntare solo su elementi di una certa età perché poi non servirebbero molto in caso di promozione.
Ad esempio, non sono così certo che al Verona faccia comodo avere la mezza dozzina di riserve del Sassuolo di cui si sente parlare, gran parte dei quali ultratrentenni. È vero che questi erano titolari fissi con Remondina, ma parliamo di un paio di stagioni fa e non appartenevano ad una squadra che gioca la domenica davanti a 10.000 tifosi. Neppure l'arrivo di Berrettoni mi emoziona più di tanto, in quanto è un giocatore che ha deluso per 10 anni le aspettative di cui era accreditato ed è dovuto ripartire dalla C2 per farsi nuovamente notare. E' un fatto di testa il suo, ovviamente, più che di tecnica.
Ma siamo solo all'inizio e i movimenti di mercato devono ancora cominciare per cui è prematuro ogni allarme in tal senso.
Ribadisco tuttavia che occorre creare un mix di giovani e anziani. Il fatto è che i giovani costano cari e noi ne abbiamo bisogno anche per esigenze federali. Ma non possiamo contare sui nostri, visto che il nostro vivaio non è in grado di produrli. Se ce li prestano, e diventano bravi, corriamo poi il rischio di perderli a fine stagione oppure sperare di salire di categoria per farceli confermare anche l'anno successivo.
Un ulteriore problema che dovrà gestire Bonato è Remondina. Il tecnico non è amatissimo perchè non ha convinto a pieno quest'anno. Mi sono spesso chiesto se sia stato corretto insistere su un allenatore che avrà, dalla prima all'ultima giornata, gli occhi della stampa e dei tifosi puntati contro. Ogni minimo errore sarà per lui e per noi una tragedia, ogni cambio tardivo o atteggiamento sbagliato della squadra in campo una critica feroce. Tra l'altro quest'anno, a differenza dello scorso, dovrà competere per la promozione.
Remondina ha fatto un ottimo lavoro a Sassuolo quando era in C2 e riuscì perfino a portare la squadra ai playoff in C1. Ma per vincere il campionato Bonato si è poi affidato ad Allegri e in B ha scelto Mandorlini. Viceversa, il tecnico ha sbagliato stagione a Piacenza e ha rischiato l'esonero anche qui a Verona. Comunque, è stato messo in discussione più volte. Il dubbio che ho è se lui sia davvero un allenatore vincente oppure lo è solo a certe condizioni (come ad esempio, potendo lavorare a lungo sui giocatori) e in ambienti poco stressanti? Anche da questo punto di vista, l'esperienza di Sassuolo non è affatto replicabile qui da noi.
Questi sono gli interrogativi con i quali ci siamo lasciati qualche settimana fa e che ci ritroveremo ad affrontare nuovamente a partire da fine agosto.
Personalmente ho fiducia in Bonato, credo che abbia compreso che il Verona, anche in serie C, è per lui un avanzamento professionale. Qui è tutto più complicato. Sarebbe stato molto più comodo proseguire il suo lavoro a Sassuolo oppure scegliere una società di serie B e puntare quindi su una carriera tutta ascensionale. Per questo motivo, per la volontà che ha di mettersi in gioco, penso sia corretto affidarsi alle sue scelte e sperare che alla fine queste si rivelino vincenti. Anche ciò che oggi non comprendo o penso non sia possibile merita dunque il tempo della verifica sul campo.
Massimo
COLONNA SONORA L'ingorgo stradale nel quale siamo capitati e la paura di non essere capaci di uscirne fuori è il coinvolgente brano dei REM Everybody Hurts. Occorre trovare la forza per uscire dall'abitacolo e camminare sul cofano e sui tetti di tutti questi ingombri metallici che ci troviamo di fronte. Altrimenti non arriveremo mai da nessuna parte.