L'Hellas, padrone del campo per un'ora abbondante, ha concesso solo il primo e l'ultimo quarto d'ora di gioco, creando nel frattempo almeno 5 palle goal, colpendo una traversa con Hallfredsson e segnando una rete esaltante per fattura e confezione. Il Chievo è stato annientato, battuto sul piano del gioco e abbandonato dai propri tifosi. Toni, il nuovo signore di Verona dall'alto delle sue (momentanee) 16 realizzazioni, è rimasto colpito del fatto di trovarsi a giocare in un Bentegodi così vuoto. Poverino, non è abituato. La prossima volta meglio al Bottagisio, quello almeno dovrebbero riuscire a riempirlo.
È stato ripristinato l'ordine biologico e naturale delle cose. Il goal di Toni ha restituito ogni valore alla sua giusta dimensione: il Verona è Verona (città e provincia), il Chievo ciò che resta.
Se, per un attimo, volessimo cancellare tutta la fetta di campionato che c'è stata tra il derby di andata e quello di ritorno e avessimo confrontato l'evoluzione delle due squadre al di là dei punti fatti, ci troveremmo di fronte ad un Chievo sempre uguale a se stesso, bloccato, incapace di fare 3 passaggi di fila, retto da un paio di giocatori discreti a centrocampo e da un portiere che merita un palcoscenico migliore. A proposito, Lazarevic che fine ha fatto?
Viceversa, il Verona è evoluto tatticamente, ha cambiato pelle, è cresciuto. È morto e risorto migliore di prima. Genoa e Chievo che, nel girone di andata, con il loro gioco corto non ci avevano fatto esprimere al meglio sono rimaste fedeli a quell'unico assetto tattico. Mentre noi, grazie a Mandorlini, sembriamo un'altra squadra. Iturbe accentrato e più vicino a Toni ha trovato campo e spazio, oggi è praticamente immarcabile. Questa soluzione ricorda tanto quella messa in atto l'anno scorso quando Cacia stava attraversando un momento di appannamento e Mandorlini gli ha messo alle spalle Gomez (prima decentrato all'ala destra) per rendere meno prevedibile l'attacco gialloblu. Marquinho a centrocampo ha dato quella compattezza e fantasia che Jankovic e Martinho non sono riusciti ad assicurare e Donadel ha accorciato la squadra dando compattezza davanti alla difesa. Peccato che domenica prossima non ci sarà contro la sua ex Fiorentina, sarebbe stato utilissimo. Ora dovremmo sperare che la lentezza di Donati o la precipitazione di Cirigliano non facciano troppi danni. Personalmente accentrerei Romulo con Sala a destra ... deciderà il mister. Infine la difesa a 5, da impiegare nei momenti necessari, con Marques che ha preso sicurezza dei propri mezzi e mostrato la giusta duttilità. Tutte queste novità hanno assicurato 6 punti, 4 reti all'attivo e 180 minuti di imbattibilità (45 dei quali giocati in inferiorità numerica). Chi lo avrebbe detto dopo il 5 a 0 di Genova o la confusione collettiva di Cagliari?
Tra l'altro, oggi il Verona ha ripreso anche a correre. Mandorlini non ha giocatori spompati. Può tranquillamente operare le sostituzioni gli ultimi 15 minuti (recupero compreso) per assicurare freschezza e portare a termine la partita. Questa squadra reggerà questi ritmi fino al termine.
Lasciando completamente da parte calcoli e ipotesi di classifica che tanto ci hanno complicato la vita, il finale di campionato ci mette di fronte tutta una serie di avversari che giocano aperti assicurando partite spettacolari: Fiorentina, Catania (probabilmente già retrocesso) e Udinese al Bentegodi; Atalanta, Lazio e Napoli in trasferta. Saranno gare apertissime che il caldo e i residui stimoli di fine stagione renderanno incerte e combattute fino all'ultimo. Mentre l'Hellas certifica col derby il raggiungimento dell'ennesimo obiettivo stagionale, non ha alcuna intenzione di smettere di divertirsi. E noi con lui.
Massimo
Colonna sonora: Stairway to Heaven - Led Zeppelin