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HELLAS VERONA / Canone Inverso

QUANDO I NODI VENGONO AL PETTINE


QUANDO I NODI VENGONO AL PETTINE

Dopo la battaglia di Farsalo non è successo praticamente nulla. Il Conte Arvedi, personaggio sicuramente simpatico ma inadeguato, ha alzato bandiera bianca; il Presidente Pastorello, pur confermando in pieno i suoi intendimenti, ha chiamato tutti ad assumersi le proprie responsabilità: a lui i fischi del Bentegodi, ai giocatori l'impegno della salvezza; i calciatori, di conseguenza, hanno risposto in modo vario, come sempre accade nella vita: alcuni hanno pensato bene di infortunarsi, altri sono effettivamente stanchi o già con la testa altrove, altri infine stanno facendo quello che possono. Poco o nulla.

La sconfitta interna col Cagliari è sorella di quella subita con il Palermo, la Fiorentina, la Triestina e il Vicenza, e cugina del pareggio di Torino. Tutte sono figlie dello stesso fallimento totale di questa stagione.

Il Verona si sbatte un po': realizza 3 reti nelle ultime 3 partite, colpisce alcuni pali, riesce perfino a mettere insieme un paio di passaggi consecutivi e a tirare qualche calcione agli avversari. Ma questo non basta per salvarsi. L'agitazione e il divincolarsi di queste ultime gare sono la conseguenza naturale del cazziatone di Pastorello. Naturale appunto, e non razionale. Questo è il fatto: il Verona non sta razionalmente organizzando la propria salvezza. Non è più in grado di farlo.

Se guardiamo bene i nostri avversari diretti, tutti stanno reagendo con coerenza. Ogni squadra si serra intorno ai propri giocatori più rappresentativi e al dictat dell'allenatore: il Pescara intorno a Giampaolo, Palladino e Calaiò; il Bari intorno a Cordova e Valdes; l'Albinoleffe intorno a Possanzini e Bonazzi. Ma quali sono, o meglio, quali potrebbero essere i giocatori più rappresentativi ai quali si dovrebbe aggrappare il Verona? Myrtaj e Adailton hanno vistosi limiti caratteriali e realizzativi (non facciamoci illudere dai 12 gol segnati dall'albanese: 5 vengono da calci piazzati, 1 è frutto di un'autorete e 1 è stato rubato a Waigo); Italiano è un capitano discontinuo e sconsiderato: pensate che - già ammonito - ha la brillante idea di farsi buttare fuori grazie ad un inutile fallo da tergo a centrocampo: a mio avviso andrebbe multato dalla società! Salvetti non c'è mai nei momenti che servono; Melis, da più di un anno, appartiene al passato. Chi è rimasto? Può questa squadra affidarsi esclusivamente all'orgoglio di Mazzola e di Biasi ?

Tutte le nostre avversarie, quanto meno, cercano di non commettere errori grossolani. Io credo che ci sia una insana e incontrollata capacità di autodistruzione che prende irrefrenabile tutti i difensori gialloblu. Angan ad esempio, ovvero il giocatore più esperto e stimato, già a Torino ha mostrato di essersi pienamente calato nel grigiore dei compagni: nell'occasione del gol granata, ha evitato di intervenire su una palla innocua lanciata dai centrocampisti avversari mettendo così in grave imbarazzo il suo portiere. Ieri a pochi secondi dal termine, anziché rinviare la palla più lontano possibile, cincischia con lo stordito Comazzi e concede il bis agli attaccanti sardi. Pegolo, da far suo, commette ingenuità paragonabili a quelle del modesto Zomer. Il che è tutto dire. Ma del resto, se abbiamo la peggiore difesa del campionato, ci sarà pure un motivo!

Infine, ogni nostra avversaria è sinceramente motivata a non mollare mai: il Treviso si libera dalla zona retrocessione battendo il Palermo in Sicilia e la Salernitana in casa sua: noi, al Bentegodi, abbiamo subito entrambe queste squadre. Il Bari, sotto di un gol con l'Atalanta, riesce a capovolgere il risultato. Il Pescara, distrutto in casa sua dal Napoli, conquista un ottimo pareggio a Vicenza. E noi? Noi non siamo motivati affatto: Pastorello chiede ai suoi giocatori una risposta da professionisti, i tifosi chiedono loro disperatamente la salvezza. Pensate che a Pescara, Bari, Bergamo (Albinoleffe), Genova e Venezia qualcuno abbia bisogno di chiedere qualcosa ai propri giocatori? Nel momento stesso in cui io devo convincere o obbligare o motivare qualcuno per ottenere da lui il minimo indispensabile, ho già fallito a priori nel mio intento!

Questa stagione è l'epilogo del fallimento del progetto di Pastorello. Un fallimento che risale nel tempo: già nell'estate del 2001, dopo la famosa litigata con Prandelli, il Presidente decise di vendere il Verona; per sua e nostra sfortuna, quell'iniziativa non ebbe seguito. Troppo alto il prezzo. Così quell'anno, guarda caso, ci siamo salvati nello spareggio con la Reggina grazie al lavoro e alla determinazione di 3 uomini veri: Perotti, Laursen e Cossato. Ma il Campionato successivo è stata inevitabile la retrocessione in serie B e ora, meritatamente, quella in serie C.

Da parte nostra, raccogliere le informazioni e raccontare durante la settimana la Storia del Verona di Garonzi oggi è ancora più difficile: come è possibile tanto degrado? Sono entrambe la stessa squadra? E come fanno certi personaggi come Italiano, Adailton e Angan vestire le magliette che furono di Mascetti, Zigoni e Mascalaito?

Circa venti giorni fa mi sono dato una risposta a tutto ciò: evitiamoli, se andiamo allo stadio per amore sviscerato di questi colori svincoliamoci dalla voglia di comprenderli, non diamo loro altri alibi. Isoliamoli. Capisco che questa è la mia risposta e non la vostra, e capisco pure che non è nemmeno troppo razionale. Ma è un modo come un altro per non accettare supinamente tutto quello che sta capitando intorno a noi. La retrocessione in serie C rappresenta un momento di pulizia e di ordine, e non soltanto di delusione e di vergogna. Dal prossimo Campionato non avremo più a che fare con gente come Pastorello, un Presidente senza bandiera e un manager senza capacità; né come Gibellini, un direttore sportivo arrogante e incompetente; né con giocatori mediocri come Teodorani, Dossena, Italiano, Salvetti, Melis, Adailton, Mihalcea e Angan. La cosa più bella sarà, quest'estate, scoprire volti nuovi e con loro speranze nuove; dignità e soddisfazioni che non conoscevamo; fame di applausi e di vittorie. E tutto da ottenere in un tempo ragionevole.

Il grande Peppino de Filippo, sintetizzò il disincanto e la sofferenza napoletana e del mondo intero nella celebre frase: «Ha da passà a nuttata!» . Facendo nostro questo cielo nero inchiostro che ci soffoca e ci opprime, se questa nottata non vuole passare attraverso il (loro) merito, deve per forza passare con l'aiuto meccanico del tempo. E il 1º luglio, comunque vada, sarà un'altra storia. Un altro giorno. Finalmente liberi!



Massimo

Hellastory, 10/05/2004
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19/04/2004   LA BATTAGLIA DI FARSALO.
06/04/2004   SI SALVI CHI PUO'

BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Torino-H.Verona?



Torino    H.Verona


Ajayi J.

Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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