Bravi ragazzi! Sono orgoglioso di voi! Della vostra tenacia (palloni in tribuna compresi), delle spettacolari triangolazioni del primo tempo, dell'ansia che mi avete trasmesso di arrivare al fischio finale con le braccia alzate. Ma quanto è durato il secondo tempo? Due o tre ore minimo, soprattutto dopo l'inferiorità numerica e l'ingresso in campo di Falcinelli. Non era facile, dopo le polemiche sulla tenuta della squadra e col Sassuolo in grado di schiacciarci giù in classifica. Una partenza dignitosa con la squadra ben messa in campo e un buon controllo li avevamo visti altre volte, occasioni sprecate e gol compresi. Il problema, finora, era la ripresa quando la paura di non farcela, lo scarso spessore della panchina e l'assestamento degli avversari cambiavano inesorabilmente le sorti della partita distruggendo tutto ciò che di buono era stato fatto. I punti persi con Chievo, Atalanta, Inter e Bologna (a Cagliari una storia diversa, lì noi non siamo proprio scesi in campo) si stavano trasformando in un blocco fisico e mentale insormontabile. Il Verona mostrava una fragilità preoccupante, non correva più, non contrastava più, lasciando perplessità anche sulla condizione complessiva. Di fatto, fino a sabato pomeriggio, l'azione gialloblu finiva per essere sistematicamente neutralizzata dalla reazione avversaria. Ci è voluto un Sassuolo, ancora più scadente e complessato di noi, per darci fiducia. Non è finita, dunque.
Bel Verona, complessivamente. Cerci cresce gara dopo gara, sta ritrovando corsa, piede e lucidità. Mi piace soprattutto il suo atteggiamento a servizio della squadra. Intorno a lui stanno crescendo anche Bruno Zuculini, Fares e Verde (a parte il gol, ha tenuto bene anche nella ripresa), l'esperienza di Cáceres, l'entusiasmo del neo capitano Romulo e persino Valoti (che meriterebbe maggior fortuna sotto porta, oppure portieri più scadenti difronte). Spiace e sorprende invece Heurtaux, giocatore di esperienza e provato equilibrio, espulso per doppia ammonizione una più banale dell'altra (un fallo a centrocampo nel primo tempo e pallone calciato via a gioco fermo nella ripresa) che ha messo in difficoltà i compagni di squadra e complicherà la vita a Pecchia vista l'assenza lunedì prossimo contro il Genoa (in aggiunta a quella di Fares, anche lui squalificato).
Come accade talvolta, il successo fa vedere le cose in maniera differente. Non possiamo proiettare questo risultato troppo in là, non mi pare proprio il caso, però qualcosa di concreto adesso lo abbiamo per le mani. Innanzitutto abbiamo accorciato la classifica mettendo un po' di apprensione a chi sta davanti. Due anni fa, la 14° giornata coincise con la disastrosa trasferta di Frosinone e l'esonero di Mandorlini. Oggi il Verona ha 3 punti in più e uno stato d'animo completamente diverso. C'è sicuramente una maggiore compattezza del gruppo e il fatto che molti giocatori siano corsi ad abbracciare Pecchia a fine gara (e qualcuno a dedicargli la vittoria) è indice che si sentono vivi e ci credono. Al di là della simpatia e della fiducia che decidiamo di attribuire al mister, penso che queste immagini facciano bene al Verona.
Ora però bisogna confermare Sassuolo. Il derby in coppa Italia con il Chievo, Genoa (rinvigorito da Ballardini) e Spal sono le occasioni giuste per mostrare che i progressi hanno portato ad una evoluzione complessiva della squadra. Occorre trovare continuità. Tra l'altro, dobbiamo ancora ritrovare i migliori Bessa e Pazzini dell'anno scorso e arrivare al mercato di riparazione con le idee chiare. Porto a casa dunque una lezione importante oggi: mai dare nulla per scontato, finché c'è vita. Tra la cenere, anche una piccola brace può scatenare l'inferno.
Massimo
Colonna sonora: Moonlight in Vermont, Chris Connor. Con un bicchiere di whiskey e l'animo più leggero.