Ma come si fa a buttare via una partita del genere? Semplice, basta avere Rafael in porta. Proprio la domenica in cui mi sentivo di elogiare il pacchetto difensivo, fino a quel momento perfetto e magicamente imbattuto, il guaio (l'ennesimo !) lo combina Rafael, sicuramente il peggior portiere gialloblu in serie A. I compagni lo sanno al tal punto che, quando possono, gli intercettano tutti i palloni nell'area piccola (è un must per Moras anticiparlo). Non ne trattiene una, e fuori dei pali è imbarazzante con quelle smanacciate goffe. Ma la croce va condivisa. Sala, ad esempio, è irriconoscibile: era sopravvalutato l'anno scorso o si è montato la testa? Siligardi (francamente, una delusione), guizzo in aerea a parte in occasione del rigore di Pazzini (*), non tiene un pallone, non sa cosa significa stoppare, perde tutti i contrasti. Juanito è sempre nel posto giusto ma poi fa la cosa sbagliata. Gli altri, chi più chi meno, si sbattono, danno l'anima, sopperiscono con la generosità i limiti tecnici che possiedono. In più, in panchina abbiamo un tecnico sempre più impaurito e che trasmette ansia ai suoi: ma perché gli ultimi 15 minuti ci difendiamo a 5 anziché rinforzare il centrocampo, sviluppare il contropiede e pressare lontani dall'area di rigore? Ha mai portato benefici questa mossa? Non mi pare proprio, abbassando il baricentro prima o poi qualcosa concedi sempre (con Rafael in porta !): Lazio, Chievo e adesso Udinese ringraziano.
I temi sono due: la scarsa qualità della rosa a disposizione e Mandorlini, che avrà pure in mano lo spogliatoio (chissà ancora per quanto?) ma non riesce ad andare oltre i suoi noti limiti. Questa è una squadra che conosce un solo modo di stare in campo, che segna esclusivamente su calcio piazzato, che vive di energie emotive e non certo di alternative tattiche. Ci sarà pure un motivo se ci hanno recuperato 5 volte? Ogni vantaggio è tanto marginale che basta un errore individuale per sprecarlo. Sicuramente siamo mediocri qualitativamente, ma qualcosa non va anche nel modo di stare in campo. Se è un problema di condizione fisica, la responsabilità è del tecnico. Se di condizione mentale, la responsabilità è del tecnico. Se di scelta di giocatori da mandare in campo (Rafael, ad esempio), la responsabilità è del tecnico.
In definitiva, possiamo spostare l'ago della bilancia sulla modestia del gruppo o sull'incapacità del tecnico di trovare una soluzione, a seconda delle simpatie, ma il problema di fondo rimane. La classifica non lascia dubbi e neppure alibi.
E allora? O si aspetta che ritorni la buona sorte (Toni e Viviani in tribuna a far da spettatori, ma sarebbe cambiato qualcosa?). O ci si rivolge altrove, magari prima che lo faccia il Bologna. E, con tutto il rispetto e l'affetto, Donadoni, Guidolin appartengono ad un altro pianeta. Che ci fanno a spasso allenatori del genere?
Bigon non è d'accordo, ha detto che il mister non è in discussione. La colpa è della sfortuna e degli infortuni. Lui non si è neppure chiamato in causa. Nessuno è dunque colpevole di questa situazione. Ci mancherebbe altro. E allora che ci lamentiamo a fare? Nel frattempo ci sarà un turno infrasettimanale a dir poco terribile per chiarire i dubbi ai tifosi: Sampdoria a Genova e Fiorentina in casa lasciano pochi margini alle nostre speranze e col Carpi, in Emilia, ci giocheremo l'ultimo posto in classifica. Non ci resta che continuare a soffrire.
Massimo
Nota (*). La delusione è tale che non mi va di parlare di Pazzini, francamente sprecato (come Hallfredsson e Moras) in mezzo a tanta mediocrità.
Colonna sonora: Morly, And Sooner Than We Know It...