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HELLAS VERONA / Canone Inverso

NON SPARARE, BACIAMI!


NON SPARARE, BACIAMI!

Il Verona ottiene l'obiettivo minimo di 1 punto a Crotone, muove la classifica e inizia così il suo campionato nel campionato per potersi salvare. La notizia è positiva perché in nessuna circostanza è apparso inferiore ai calabresi, che nel proprio campo riescono a rendere al meglio. Poche occasioni da gol, quasi tutte casuali, grande battaglia pallone su pallone. Il Verona però ha dato nettamente l'impressione di essere ancora alla ricerca di una propria identità, di un proprio equilibrio tattico. Bene la difesa gialloblu con Nicolas attento, Ferrari e Cáceres vincitori nel duello con Trotta e Budimir, bene la fase di interdizione a centrocampo, discrete le ripartenze, bene la personalità nel coprire gli spazi e tenere il gioco (67% di possesso palla). Poi, il nulla. Bessa, chiamato ad uno sfiancante lavoro di collegamento è apparso poco lucido nelle conclusioni, le uniche idee propositive sono venute dal solito Verde ma completamente sprecate a causa della scarsa collaborazione da parte di Cerci (qualche spunto, ma solo nella prima mezzora), Fares (scadente dal punto di vista tecnico: corre, combatte ma poi spreca tutto) e Pazzini (entrato nel finale, non si è praticamente visto). Non capisco proprio come Pecchia avrebbe potuto vincere la partita con la pochezza offensiva di questa squadra e i zero tiri nello specchio della porta sono un dato statistico allarmante. Spariamo fiori colorati e profumati, non certo pallottole. Non facciamo male a nessuno.

Non entro in merito alla questione Pecchia – Pazzini per il semplice motivo che sono convinto di non avere a disposizione tutti gli elementi per comprenderla realmente. Certo, il mister non è autolesionista. Conosce tutto del capitano, sa quanto vale, quanto può dare, e che è letteralmente insostituibile. Lasciando perdere la sfida col Napoli - sul 3 a 0 la partita era chiusa e per questo ci hanno concesso qualcosa - l'ingresso in campo del Pazzo non ha minimamente cambiato la partita a Crotone. Nessuna triangolazione rilevante, nemmeno un avanzamento del baricentro, men che meno conclusioni in porta. Volendo quindi rimanere del tutto neutrale, devo ammettere che il tecnico mette in campo quello che ha a disposizione: un elemento di qualità (Verde), uno in ritardo di preparazione (Cerci, lo vedremo tra un mesetto dopo due anni di stop), uno fuori condizione (Pazzini), uno che non vede la porta (Fares). Ma si può andare avanti così?

E qui chiamo nuovamente in causa la società e Fusco. Ci rendiamo conto che da 50 giorni gli unici nomi che circolano per potenziare l'attacco gialloblu sono ragazzini che fanno panchina nelle loro società? Pensiamo davvero di riuscire a salvarci con i vari Boyè, N'Koudou, Kishna o Parigini? Che siano le armi pesanti di cui oggi abbiamo tanto bisogno? Non potevamo tenerci Luppi, nettamente superiore a tutti loro e quanto meno integrato nei meccanismi di Pecchia? Eppure il problema si è posto subito dopo la sceneggiata Cassano, sapendo perfettamente in quali condizioni è arrivato Cerci.

La difficoltà di trovare soluzioni ha creato nel frattempo inutili tensioni mettendo il mister spalle al muro per dover gestire il poco a sua disposizione ed evidenziando limiti sconcertanti alla resa dei conti. Quello che vorrei sapere, tanto per prepararmi, è se si tratta di impedimenti tecnici nel reperire i giocatori giusti o di natura economica? Dobbiamo aspettare gli svincolati per riempire le caselle mancanti? Bella prospettiva! In un articolo di Eurosport dello scorso 17 agosto si evince che il Verona è la squadra che ha speso meno di tutti nel mercato, “solo 300 mila euro, qualche prestito, qualche parametro zero e l'ossatura dello scorso anno”. E allora? Siamo messi così male?

È chiaro che qualcosa dovrà succedere gli ultimi giorni di mercato, il problema è che noi abbiamo bisogno di molta qualità davanti e persino a centrocampo per poter liberare Bessa e Verde (spesso ripiegato in difesa) a compiti più importanti in fase offensiva. Oggi abbiamo essenzialmente alzato un fortino con i vari Buchel, Bruno Zuculini, Valoti e Zaccagni a protezione della difesa facendo di necessità virtù. Benissimo, ma quando avanziamo chi tira?

Concludo con un'osservazione di carattere generale. Durante l'estate si è fatto molto rumore intorno al Verona. Troppo. Il cinema sulla faccenda Cassano (in cui neppure la società ha fatto una gran figura fidandosi di un personaggio simile), le multe dopo Avellino e Napoli, gli attriti tra Pecchia e Pazzini, il disagio di iniziare la stagione con una rosa incompleta. Avrei preferito maggiore silenzio, restare più nell'ombra. Prepariamoci dunque ad una stagione calda da tutti i punti di vista. Non sarà facile trovare 3 avversari peggiori di noi, meglio quindi rimanere calmi e uniti. E sperare che si trovi in fretta una soluzione davanti. Sparando fiori si è simpatici ma non si va da nessuna parte.

Massimo

Colonna sonora: invece della canzone propongo questa volta una frase celebre tratta dal film Nella mente del serial killer: Il successo si ottiene quando riuscirete a capire che l'arma più letale non è la pistola, ma il cervello. Speriamo sia così, aggiungo.

Hellastory, 28/08/2017
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IL VERONA E' UN ASSET


Ogni passaggio di proprietà rappresenta per il tifoso la chiusura di un'epoca. Si perdono i riferimenti emotivi, si aprono nuove speranze, si teme sempre un po' anche per la competenza dei nuovi arrivati. Poi c'è il giudizio storico della (lunga) parentesi settiana definito dai suoi risultati sportivi, dalla permanenza in serie A, dallo spettacolo calcistico offerto (in termini di giocatori che lo hanno espresso e dei tecnici che lo hanno preparato), dall'immagine complessiva che ha ritratto il Verona sotto il suo comando. In tutto questo c'è soprattutto una stagione aperta e una salvezza da conquistare. Insomma, all'assalto del tifoso convergono tutta una marea di sensazioni nuove che eccitano ancora di più lo stato d'animo. Più una, alla quale non eravamo abituati: il passaggio da una proprietà individuale ad un fondo di investimento americano (private equity). Mettiamo subito in chiaro un punto: ogni passaggio di proprietà, a prescindere da quello che accadrà in seguito, è sempre un'ottima notizia. È sufficiente realizzare da una parte che il vecchio ha alzato bandiera bianca di fronte alla gestione del quotidiano, sempre più difficile da sostenere, e alla difficoltà di assicurare un futuro in linea con gli anni passati, soprattutto in un periodo economico caratterizzato dall'aumento dei costi e stressato dal Covid prima e dagli alti tassi di interesse poi. Dall'altra, il nuovo arriva con la certezza di fare bene portando con sé nuove risorse, entusiasmo e voglia di fare. Uscire al momento giusto poi aiuta tutti, tifosi compresi.

[continua]

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