Come si combattono pirati, gatti seriani, un'invasione di 17 e le statistiche di De Finetti? Con un gol a tempo scaduto, in azione manovrata. In pratica opponendo sfiga alla sfiga... A parte gli scherzi (che rimangono tali fintanto che non ci sfiorano), continua la striscia positiva di 12 punti in 6 partite. Allargando la panoramica dall'arrivo di Ventura, la sua prima fase di Campionato si conclude con 18 punti in 10 gare. Sulla carta, il Verona vede davanti a sé, a soli 2 punti, la salvezza piena (Bari a 31) e sovrasta di 3 la retrocessione diretta (Modena a 26). Tutto è ancora in ballo, quindi. L'importante è che balli, e noi lo vediamo elegante e sicuro seguire la cadenza del walzer alla festa dei Cadetti. Le domande che vengono spontanee, a questo punto, sono le seguenti: cosa succederà dopo l'Albinoleffe? Ci dobbiamo attendere il solito periodo di scarico psicofisico primaverile che in passato ha condizionato negativamente le prestazioni di Malesani, Maddè e Ficcadenti, oppure no? Quanto durerà questo Verona in ottica salvezza?
Messo su questo piano, le domande non hanno alcun senso. Ogni risposta che avanziamo ha il limite di essere troppo emotiva e fine a se stessa. Dobbiamo ragionare per un attimo in maniera diversa, distinguendo ciò che sentiamo (dentro di noi) da ciò che vediamo (di fronte a noi).
QUELLO CHE SENTO Credo di essere un ottimo esempio. Dopo la partita abulica disputata a Lecce, ho effettuato una simulazione dei possibili risultati futuri e la mia analisi si è conclusa con il Verona fermo a quota 25 prima di affrontare il Vicenza. Estendendo la simulazione al finale di campionato, i gialloblu sarebbero sicuramente retrocessi senza neppure avere la possibilità di disputare i playout. Se dovessi iniziarne una oggi, il risultato finale cambierebbe totalmente. Difatti parto dal vantaggio di riscontrare una squadra in piena salute, con 29 punti in classifica - merito dei non preventivati successi con Crotone e Piacenza - e con concrete ambizioni di arrivare almeno a giocare questi benedetti playout. Se non qualcosa di più.
I sentimenti approcciano modelli inaffidabili, soprattutto nei riguardi di noi stessi. Infatti siamo portati naturalmente a proiettare i comportamenti futuri sulla base di ciò che sentiamo nel momento in cui iniziamo l'analisi. Come se nulla potesse cambiare in seguito. Non riusciamo ad elaborare variabili che ammettano, ad esempio, che il Verona di Lecce era una squadra ben diversa da quella vista in quest'ultimo periodo. E che quella che ci aspetta nei prossimi turni, sarà ulteriormente cambiata.
I calcoli basati semplicemente su ciò che sentiamo vanno benissimo quando giochiamo tra amici (la Super Classifica Show del torneo) oppure quando si ha bisogno di esternare a qualcuno i nostri dubbi. Ma la situazione reale è ben più complessa perchè tiene conto di una serie di certezze che si consolidano col tempo e di una quantità di fattori imponderabili che le sgretolano o le rafforzano nel frattempo.
QUELLO CHE VEDO Oggi Ventura ha una squadra con una sua fisionomia e ha creato un gruppo reattivo: ci sono 18 giocatori che seguono le sue idee in campo e lui ha fatto scelte precise che privilegiano Cutolo, Da Silva e Turati per Cossu, Nieto e Sartor (infortuni a parte). Non solo: ha riconquistato il Bentegodi, va regolarmente a segno da 4 partite consecutive e ha stravolto la classifica. Se questi erano i suoi obiettivi di breve periodo, il mister li ha raggiunti totalmente. Certo, non tutto è riuscito alla perfezione: ad esempio, pesano molto i punti sprecati con Lecce e Spezia in ottica di scontri diretti; la squadra realizza ancora col contagocce (solo 11 gol) e incassa qualche rete evitabile. Ma va bene così, l'epicentro della squadra si è spostato in avanti e non è più Pegolo – con i suoi prodigi – il protagonista assoluto capace di limitare i danni, bensì i suoi compagni di squadra che pensano anche a vincere.
Ho visto inoltre una graduale escalation di consapevolezze e tenuta, segnale convincente di ripresa e di punti conquistati non casualmente: ad esempio, gli ultimi 20 minuti contro il Pescara, il secondo tempo di Crotone, 70 minuti con il Piacenza e il finale di Bergamo sono da grande squadra. C'è quindi continuità nelle prestazioni. E questo si è manifestato anche nel corso della settimana: riuscire a chiudere un faticosissimo turno infrasettimanale con 7 punti è un risultato prestigioso. La mentalità, insomma, è quella giusta.
Basta, mi fermo qua. Non mi domando né quanto a lungo questa situazione possa durare, né cosa accadrà se dovesse venir meno. C'è una macchina del tempo in grado di attualizzare il futuro, ma ha un prezzo che non è dato conoscere. A noi spetta solo accettare gli aggiornamenti che ci vengono proposti.
UNO SGUARDO AL FUTURO Non è ancora arrivato il momento di fare scalette e confronti con nostri avversari diretti. Il Crotone, dopo 2 prestazioni incolori, ha battuto alla grande il Napoli e ha dato grandi segnali di risveglio. Il Bari, ha interrotto l'emorragia di risultati negativi impattando a Treviso. Tra la retrocessione diretta e la salvezza piena ci sono solo 5 punti di differenza e 4 squadre coinvolte. Di questo passo, neppure Frosinone e Treviso (34 punti) possono dormire sonni tranquilli.
Per questo, prima di iniziare nuovi calcoli è opportuno lasciar passare anche la seconda parte del girone di ritorno, quella che inizia domenica prossima con il derby col Vicenza (a meno di rinvii) e si concluderà il prossimo 1 maggio con la trasferta di Genoa. Nel corso di 40 giorni, il Verona affronterà 8 partite con la terribile combinazione finale Bologna, Juventus e Genoa una dietro l'altra. In quella occasione, i gialloblu restituiranno i favori del calendario agevole agli avversari diretti che hanno già affrontato le corazzate (come il Modena) e concederà loro – teoricamente – i 9 punti a disposizione. Ma attenzione: prima di questo filotto tremendo, affronteremo Rimini, Treviso e Modena al Bentegodi e questa sarà un'occasione stupenda per riuscire a compensare le difficoltà che ci aspettano successivamente.
Di seguito, a maggio ci avvieremo al gran finale nel quale ogni sfida ha il sapore di una partita del Campionato del Mondo e dove i 18 punti che rimangono conteranno il doppio. A quel punto, affrontare il Napoli o il Bari sarà la stessa cosa.
Insomma, Ventura ha fatto finora un ottimo lavoro, ma rimangono 14 battaglie e tutto può ancora essere messo in discussione. Solo continuando di questo passo, partita dopo partita, si ridurranno i rischi di sprecare per strada occasioni.
Proprio perché non voglio arrivare ad alcuna conclusione sulla base dell'entusiasmo di questo periodo, non trovo nemmeno opportuno risolvere la domanda iniziale: quando avverrà il crollo psicofisico del Verona? E' chiaro che, prima o poi, Ventura dovrà affrontare lo scarico di tensione programmato da Ficcadenti in estate e scadenzato per questo periodo. Ma è anche vero che gli attuali stimoli di classifica e i rischi connessi possono compensare – o limitare molto la durata de – i disagi che comporta. L'importante è crederci ed esserci sempre. Perlomeno fintanto che non cessa la musica.
Massimo