Il rischio di questa trasferta è quello che corre uno studente di liceo classico nella settimana cruciale del primo quadrimestre: lunedì compito di grammatica greca, martedì compito di matematica, mercoledì interrogazione di inglese, venerdì versione di latino e interrogazione di storia. E giovedì? Compito di storia dell'arte. Storia dell'arte? Ma chissenefrega, sono stressato a sufficienza! Storia dell'arte, come il Sassuolo, viene messa un po' a disparte un po' per colpa di quell'insegnante così spenta e noiosa, un po' perché i monumenti ci sono sempre stati e saranno lì ancora per un pezzo. Eppure dovrebbe meritare una considerazione migliore: non solo educa alla cultura e all'attenzione al bello, ma serve anche - più prosaicamente - per alzare la media.
Al nostro contrario gli stimoli il Sassuolo li aveva eccome. Grossa campagna di rinnovamento, quasi tutti i nuovi in campo contemporaneamente, cambio di panchina (è la seconda trasferta consecutiva che affrontiamo un avversario in crisi che corre ai ripari cambiando allenatore), sconfitta interna del Bologna nell'anticipo e, di fronte, un avversario poco stressato da esigenze di classifica.
Ad accendere (si fa per dire...) il confronto, la considerazione che storicamente il Sassuolo è considerato un po' refugium peccatorum di gente che a Verona non è riuscita a realizzarsi a pieno (Salvetti, Bonato, Malesani, Pomini) e, in qualche circostanza, se ne è andata via polemicamente. Questo non vale per Pegolo, che abbiamo lanciato alla serie A, e neppure per Cannavaro che è stato solo di passaggio a Verona nell'anno della retrocessione in B con Malesani in panchina.
Mandorlini ha recuperato in difesa Moras e Albertazzi e Cirigliano a centrocampo. Preferisce Marques a Gonzales e Jankovic a Gomez sulla sinistra. Tutte mosse che hanno dato sicurezza e compattezza alla squadra. Primo tempo incolore, con i padroni di casa alla ricerca di equilibrio tattico e ripresa più vivace e nettamente a nostro appannaggio. Direi, a senso unico. L'autogol di Manfredini che sblocca la gara, su spunto dalla sinistra di Jankovic - Hallfredsson, non è stato fortuito: se il difensore avesse mancato l'intervento era pronto Toni a ribadire in rete. Da quel momento solo Hellas: azione in profondità di Iturbe, doppio miracolo di Pegolo e affondo vincente di Toni in contropiede con uno splendido pallonetto. Il Sassuolo, in tutta la partita, ha fatto un solo tiro nello specchio della porta proprio nell'occasione del goal di Floro Flores. Decisamente troppo poco per una squadra che deve salvarsi.
Il compito di storia dell'arte è andato bene. Mandorlini ha schierato una formazione accorta, non ha voluto correre rischi. Donadel ha supportato la mediana quando Cirigliano ha mostrato un po' di stanchezza e Jankovic si è fatto apprezzare anche in fase difensiva. Importanti sono stati il ritorno al goal di Toni, il ritorno in difesa di Moras, il ritorno della vittoria.
Domenica prossima, contro la Juventus, non sarà altrettanto facile. Ma dopo partite del genere ti rendi conto di come riesca tutto più facile quando hai dalla tua il vantaggio della serenità. Come ha detto Mandorlini: “Mal che vada, perdiamo...”
Massimo
Colonna sonora: Look Into My Eyes, Janelle Monáe