Al di là delle dichiarazioni di facciata (non siamo in crisi, presto torneremo a vincere e è mancato solo il goal) e il senso di frustrazione per la sconfitta, l'Inter ha dimostrato di essere più forte, esperta e tonica di noi. Il discorso, se vogliamo parte da più lontano, dalla sconfitta interna con il Torino, proseguita con il brutto pareggio interno con il Bologna e la sconfitta di Parma. La parentesi felice di Livorno invece è figlia di una differenza mentale e tecnica tutta a nostro vantaggio. È vero che tutte queste gare sono state sbloccate da episodi negativi (momentaneo pareggio in fuorigioco di Immobile, cavolata di Cacciatore su Christodoulopoulos rimediato dal miracolo di Rafael sul rigore, tiro casuale di Biabiany, incapacità di Albertazzi a tenere la percussione di Jonathan e Palacio lasciato inspiegabilmente solo) ma è anche vero che, da parte nostra, nell'ultimo mese abbiamo visto poco Hellas in attacco. Di fatto, sono 4 gare e mezzo che non segniamo su azione. Ci poteva (anzi ci doveva) essere il rigore su Toni, ma l'Inter ha preso anche 2 traverse e impegnato 2 o 3 volte Rafael, mentre l'unico tiro in porta lo ha fatto Marquinho. Più quell'assurdo colpo di testa di Moras a porta vuota che poteva riaprire la gare e l'arrembaggio finale. Troppo poco, come troppo sterile è stata la pressione offensiva a Parma o la reazione con il Toro. Non c'è nulla di male ad ammettere che siamo entrati nel periodo di scarico della stagione, quello in cui va tutto storto, nel quale vieni punito al minimo errore e fatichi a trovare soluzioni. È un momento così, che si supera solo giocando.
Non sono d'accordo, neppure su questo.
Accolgo con affetto e gratitudine le giustificazioni del mister e dei gialloblu. Il campionato è ancora lungo e gli episodi negativi sono un appiglio per non alzare bandiera bianca, per dare e trovare nuovi stimoli. Ma il loro - nostro - è stato un campionato eccezionale e non è corretto alzare in corsa ogni volta l'asticella (adesso si vuole un posto in UEFA?) solo per continuare a stupire e finire per scoprire i nostri limiti. Se affronti l'Inter in forma smagliante senza Hallfredsson, Agostini e Gomez; hai Romulo in fase calante; sei costretto ad affidarti alla generosità (ma anche inesperienza) di Albertazzi e Sala; e se Donati (non serve avere la cresta di guerriero per fare paura se poi cammini per tutta la partita in un raggio di 20/25 metri...) deve essere considerato il nostro faro a centrocampo, non puoi pretendere di giocare alla pari.
Proprio per rispetto di quanto di buono fatto finora, ho un'opinione diversa sul Verona attuale: il nostro ottimo campionato è finito con la cessione di Jorginho + il pareggio con la Juventus + i 40 punti conquistati con il Bologna. Stop. A partire da quel momento è iniziata una nuova fase preparatoria tesa a comprendere al meglio la formazione del prossimo anno, quello difficilissimo della conferma e di qualche obiettivo più ambizioso. Più attenzione si dedica a questo momento, meno errori si faranno in estate. Riusciremo a fare altri 8/10 punti, dipende più dagli avversari che da noi.
Oggi molto è frammentario. A cominciare da Sogliano (fa ancora parte del progetto?), a proseguire dal futuro dei pezzi pregiati di questa stagione (Iturbe, Romulo) che difficilmente rimarranno gialloblu. Ma anche: Toni, splendido protagonista e attaccante insostituibile, lusingato dai campionati del mondo, è in grado di ripetersi con un anno di più sulle gambe? Qualche sceneggiata, quando non ci arriva, riescono a riconoscerla anche gli arbitri. Moras e Maietta non meriterebbero un cambio all'altezza? Chi sarà il sostituto di Jorginho?
I movimenti del mercato invernale sono stati in prospettiva, ma non hanno rinforzato la squadra. Marquinho non è male, ma vale la metà di Hallfredsson (felice per il suo rinnovo!) in fase difensiva e nella copertura dello spazio. Combatte, ma perde un sacco di palloni, si perde in dribbling inutili e sulla fascia sinistra lascia giocare troppo. Batte bene i corner, ma non abbiamo ancora capito come sfruttarli. Pillud è un oggetto misterioso, addirittura più scarso di Cacciatore, Albertazzi e Agostini? Rabusic ha bisogno di giocare per entrare nei meccanismi della squadra. Forse il mister non lo vede ancora pronto, ma i 5 minuti finali di Cacia contro l'Inter non avevano alcun senso né per la squadra, né per i giocatori. Perché non fargli giocare alcuni spezzoni di partita?
C'è poi la questione Cirigliano da risolvere. E qui il Verona deve stare molto attento a fare la cosa giusta, se vale la pena o no investire su di lui (spendendo soldi). Il confronto con Jorginho è molto complicato. Non ci dimentichiamo che il brasiliano non è costato nulla provenendo dal vivaio ed ha avuto tutto il tempo necessario per crescere gradualmente scalando, con questo allenatore, categoria dopo categoria. Jorginho è arrivato, per merito suo, a conquistarsi il rispetto dei compagni e un ruolo da titolare partita dopo partita. Cirigliano no, lui è stato catapultato direttamente in serie A con aspettative molto alte (del resto viene dal River Plate) ma con molto meno tempo a disposizione. Semmai, il confronto va fatto con Iturbe per quanto riguarda il temperamento e la personalità, ed è perdente in entrambi i casi. Se Mandorlini gli preferisce costantemente Donadel e perfino Donati ho qualche sospetto sulle sue capacità.
Sampdoria, Cagliari e Genoa hanno meno spessore di Parma e Inter. Poi c'è il derby, prossimo obiettivo stagionale. Se ha ragione il mister e questo è solo un momento negativo di passaggio avremo modo di superarlo con avversari grintosi ma con poca differenza tecnica. Se ho ragione io (ma non ci tengo affatto) non usciranno grosse prestazioni, solo qualche sprazzo di rabbia e orgoglio. Mi auguro almeno di avere risposte individuali più convincenti. Vedremo. La cosa bella è che chiunque abbia torto ha vinto comunque, perché questa stagione non ha deluso nessuno. Ricordiamolo sempre.
Massimo
Colonna sonora: If you Were a Sailboat, Katie Melua